Pinoli a 100 euro al chilo. Ladri e spacciatori nei supermercati e nei silos

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 2 Febbraio 2015 - 13:26 OLTRE 6 MESI FA
Pinoli, prezzi alle stelle. E aumentano i furti

Pinoli, prezzi alle stelle. E aumentano i furti

ROMA – Armi e droga sì, ma da oggi anche i pinoli. Il prezzo del prezioso semino, quello che quasi tutti noi da bambini abbiamo cercato, rotto e mangiato sporcandoci e schiacciandoci le mani, è salito negli ultimi mesi letteralmente alle stelle: nei supermercati fino a 100 euro al chilo. Un’impennata dei prezzi che ha attirato l’attenzione della criminalità, quella semplice e artigianale come quella organizzata e professionale , che ha fatto del commercio dei pinoli una nuova frontiera dei suoi traffici.

“Il fatto – riporta Gianluca Paolucci su La Stampa – è che la produzione mondiale si è dimezzata in una stagione: 18 mila 405 tonnellate nel 2012 rispetto alle 34 mila 445 dell’anno precedente. Mentre la domanda, tra pesto e dolciumi, resta elevata. L’Italia da sola ne consuma oltre 1000 tonnellate. Le vendite nel 2014 si sono attestate sui 48 milioni di euro solo nelle catene della grande distribuzione, senza contare i piccoli negozi. Meno pinoli e domanda costante uguale prezzi alle stelle”.

Una regola del mercato che non è sfuggita anche a ladri, ladruncoli e ladroni. Come testimoniano infatti le cronache, negli ultimi mesi, parallelamente al crescere del prezzo dei pinoli sono aumentati i furti di questi. Dalle relativamente piccole ruberie nei supermercati sino alle operazioni professionali probabilmente eseguite su commissione.

Giusto mercoledì scorso, in un supermercato di Perugia, i carabinieri del nucleo radiomobile hanno arrestato un ragazzo romeno di 23 anni bloccato all’uscita con 30 bustine di pinoli nascoste nella giacca. Valore commerciale: 200 euro. Il giovane, accompagnato da due complici che sono riusciti a scappare, era recidivo. Qualche tempo prima era stato fermato a Terni per la stessa ragione: furto di pinoli al supermercato. Due mesi fa invece, a Vado Ligure, un commando di otto persone era entrato con un furgone nello stabilimento della Noberasco, il principale grossista italiano del gustoso semino, uscendone con 7 tonnellate di pinoli, valore commerciale circa 400 mila euro. E qualche mese prima un furto analogo era stato subito da un altro grande operatore mentre, in settembre, sempre alla Noberasco, un dipendente era stato pizzicato mentre lasciava il posto di lavoro accompagnato da 17 chili di pinoli nascosti in un borsone. E poi, andando ancora più indietro nel tempo, nel 2013, tre persone erano state denunciate ad Ansedonia per furto aggravato dopo aver portato via nove quintali di pigne da alberi di proprietà dell’Anas.

A concorrere al boom del prezzo dei pinoli diversi fattori. In primis un parassita che ha colpito i pini domestici italiani e di altre aree del Mediterraneo, dove viene prodotto il seme più pregiato. E poi le bizzarrie del clima che hanno bloccato la maturazione delle pigne. Ragioni per cui, come detto, la produzione in un anno si è praticamente dimezzata, e di contro il prezzo è quasi raddoppiato, arrivando a costare , nei supermercati, fino a 80/100 euro al chilo per le qualità migliori.

Cifre che rendono facile, e soprattutto assai redditizio, rivendere al mercato nero i pinoli rubati. Sia che si tratti di semplici bustine come di intere partite. Così, racconta un operatore del settore, i grandi commercianti si stano organizzando e cominciano a muoversi come se non trattassero pigne ma denaro contante: i produttori ad esempio non comunicano più al grossista tempi e modalità delle consegne per evitare pericolose fughe di notizie mentre i carichi spediti sono più piccoli per limitare i danni eventuali. E al supermercato stanno inserendo nelle bustine dei pinoli oltre all chip che fa bip alla cassa se provi a passare senza pagare anche altri “dispositivi anti taccheggio”. Quali? Quelli che impediranno di infilarsi le bustine sotto la giacca o altrove. Come lo champagne, il caviale e ultimamente anche il tonno i pinoli saranno “blindati” sugli scaffali.

P.S. Curiosità: informa sempre La Stampa che da pinoli o meglio dalla versione dialettale del termine, cioè pinocchi, nasce e deriva il nome del famoso Pinocchio il burattino.