Sceneggiata Pos per finta finirà come Iva: paga con o senza? Già dai benzinai..

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 30 Giugno 2014 - 13:39 OLTRE 6 MESI FA

pos_tROMA – Qua e là, abbastanza qua e pure là, nell’ingegnoso paese nel quale viviamo sono spuntate stazioni di servizio che se paghi la benzina con il bancomat ti fanno pagare anche la commissione del Pos. E’ la prima, preveggente e soprattutto prefigurante conseguenza dell’obbligo di Pos: finirà infatti come con l’Iva. L’idraulico, l’elettricista, ma anche l’avvocato o più di rado il professionista, che fanno in Italia? Chiedono: vuole pagare con l’Iva, fanno 125 euro. Senza Iva e fattura fanno 100 euro. Analogamente finirà con il pagamento a mezzo bancomat: se paga cash sono 50 euro, col bancomat 52. Succede già, ovviamente è illegale. Succederà sempre di più e ovviamente sarà illegalità di massa tollerata.

E’ scattato, da oggi, l’obbligo tutto teorico per aziende, professionisti, artigiani, insomma tutti, di accettare pagamenti elettronici per gli importi superiori ai 30 euro. E nel Paese dell’obbligo che non obbliga, è subito iniziata e va in onda quella che è giusto definire la sceneggiata del Pos, con Confesercenti che denuncia: “Costerà 5 miliardi di euro”. Per gli inadempienti però, non sono previste sanzioni. E allora si comprende poco il fondamento materiale di quella che La Stampa titola in prima pagina come “La rivolta degli autonomi” contro il Pos.

Cinque miliardi costerebbe il Pos ai lavoratori autonomi? Calcolo assai azzardato e gonfiato. Calcolo ottenuto moltiplicando per tutti i milioni di esercenti e professionisti e artigiani il costo medio di 1.500 euro l’anno tra installazione, canone e commissione sul pagamento elettronico. Ma dai milioni di esercenti vanno sottratti i milioni che il Pos lo hanno già a negozio, studio o bottega. E soprattutto vanno sottratti anche quasi tutti gli altri perché l’obbligo del Pos è un obbligo finto: non c’è sanzione se non ce l’hai e quindi nessuno spenderà un euro per dotarsene. Chi lo ha già e chi lo avrà in seguito lo avrà solo se valuterà che gli conviene per gli affari. Altrimenti la legge che istituisce l’obbligo consente di fregarsene allegramente dell’obbligo.

Ma… anche se l’obbligo è praticamente un esercizio di stile o un’indicazione d’intenti, le associazioni di categoria sono comunque sul piede di guerra ed urlano e denunciano “il regalo alle banche” e il “sopruso” ai danni dei piccoli commercianti ed imprenditori. E per fortuna, che nell’intento del legislatore, il Pos obbligatorio doveva avere la doppia funzione di combattere l’evasione e di semplificare la vita dei consumatori. E, a voler essere non pessimisti ma probabilmente realisti, il tutto finirà nel risolversi nella formula: “Vuol pagare col Pos? Allora fanno 2 euro in più…”.

Confesercenti parla di una “batosta” da 5 miliardi l’anno per le imprese tra costi di esercizio e commissioni, e di novità che “rischia anche di essere inutile” visto che “la grande maggioranza degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento”. Ma a parte le abitudini degli italiani quello che fa sorridere è il dato dei 5 miliardi. Un dato falsato, gonfiato, improbabile, un grido da sceneggiata. Sarebbe infatti forse plausibile l’iperbolica stima se tutti i professionisti, tutti i commercianti, tutti gli artigiani e tutte le aziende si dotassero di Pos oggi.

Ma, nonostante l’arretratezza sul tema rispetto ad esempio agli Stati Uniti o comunque rispetto alla media europea, qualche negozio e qualche professionista il Pos già ce l’ha, e non si può quindi inserire il costo di questi nella stima totale visto che sono linee di pagamento elettronico attivate non per obbligo di legge ma per spontanea scelta. Ma è una stima falsa soprattutto in considerazione del fatto, assolutamente paradossale, che l’obbligo imposto da oggi è senza sanzioni ed è, quindi, di fatto un non obbligo. Nessuno imporrà a chicchesia di spendere anche un solo centesimo per dotarsi di Pos e quindi, qualsiasi “batosta”, è semplicemente teorica.