Treno in ritardo: taxi pagato e fermata di cortesia: non è Trenitalia ma una storia svedese

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 31 Agosto 2011 - 14:45 OLTRE 6 MESI FA

STOCCOLMA – A chiunque abbia viaggiato sui treni italiani sarà capitato di arrivare a destinazione in ritardo, almeno qualche volta. E magari sarà capitato che quel ritardo del treno abbia rischiato, o sia riuscito, anche a far saltare la coincidenza con un altro treno, un traghetto o un aereo. Cose che capitano, certo. Un guasto, un incidente sono cose normali, comuni contrattempi che si verificano. In Italia come all’estero. Un lettore de La Stampa ha voluto, con una lettera, raccontare come queste cose accadano anche in un paese “perfetto” come la Svezia. La sua è una storia vera, per quanto a raccontarla nelle nostre stazioni avrebbe un che di fantascientifico.

Il nostro viaggiatore era andato nel paese scandinavo per trascorrere una settimana di vacanza con la figlia e, mentre era sul treno veloce che lo doveva portare da Goteborg a Stoccolma, l’equivalente del nostro Frecciarossa, ha notato che il treno stava rallentando. Un altoparlante ha poi diffuso un annuncio in svedese, che il nostro ovviamente non ha compreso, senza che gli altri viaggiatori muovessero un sopracciglio. La voce dall’altoparlante stava ovviamente informando i viaggiatori che il treno sarebbe arrivato in ritardo e l’impassibilità dei viaggiatori già sarebbe un dato assolutamente irreale sui nostri treni. Da noi, dopo l’annuncio di un ritardo, la reazione media oscilla tra l’imprecazione e la corsa al cellulare per chiamare mamma, zio e nonna per informarli dell’accaduto. In Svezia si rimane composti. Ma il nostro viaggiatore a Stoccolma era atteso dall’aereo che lo doveva riportare in Italia e quindi, preoccupato, ha cercato un addetto delle ferrovie che gli spiegasse cosa stava succedendo. E l’ha trovato. Hanno interloquito in inglese, senza i capannelli di improvvisati interpreti che si creano sui convogli nostrani dove, quando un turista cerca di comunicare in una lingua straniera, la cosa diviene una questione pubblica perché c’è bisogno dell’interprete che di solito è impersonato o da un rigido uomo d’affari o da un ragazzotto con l’iPod nelle orecchie.

In Svezia, il turista italiano, ha spiegato che aveva una coincidenza aerea chiedendo se sarebbe riuscito ad arrivare in tempo. Il controllore, tranquillamente, gli ha detto di accomodarsi al suo posto e che, in breve tempo, sarebbe tornato per fornirgli tutte le risposte. Da noi la scena sarebbe stata più o meno la seguente: il controllore che dice “dotto’, pare che sia saltata la linea… quando arriviamo? e chi lo sa, dipende da quando ripristinano il servizio… se perde l’aereo e se arriviamo con più di mezz’ora di ritardo può recarsi al desk “x” della stazione, se è aperto, oppure scrivere alle Ferrovie per ottenere il rimborso…a proposito spenga anche il pc perché finché il treno è fermo non c’è più corrente, e nemmeno aria condizionata…”. E se incautamente il nostro ferroviere avesse cercato di liquidarvi dicendo che sarebbe tornato a breve da voi, in Italia, quasi certamente non gli avreste creduto e gli sareste rimasti incollati fino a che non vi avesse dato la suddetta, vaga, risposta. In Svezia no. Il ferroviere è tornato dal viaggiatore, addirittura accompagnato dal capotreno, dopo appena quindici minuti. E ha comunicato al turista italiano che il treno era sì in ritardo, a causa di un calo di tensione ma che, per non fargli perdere la coincidenza aerea, si sarebbe fermato in una stazione più vicina all’aeroporto, apposta per lui, dove avrebbe trovato un taxi chiamato dalle ferrovie ad attenderlo. Star Wars sembra più credibile.

E non solo il treno si è fermato in una stazione non prevista, non solo il nostro fortunato connazionale ha trovato un taxi ad aspettarlo con tanto di cartello con su scritto il cognome, immaginiamo corretto, del nostro viaggiatore ma, una volta giunto all’aeroporto di Stoccolma, dopo un tragitto di circa 60km, il tassista ha spiegato come nulla gli fosse dovuto perché la corsa era offerta dalle ferrovie svedesi. Saranno un po’ rigidi sull’educazione questi popoli scandinavi che mettono agli arresti un padre italiano reo di aver schiaffeggiato la figlioletta capricciosa in strada ma, in quanto a civiltà ed educazione civica, altro che schiaffo morale danno all’Italia. Se un qualsiasi pendolare raccontasse una storia simile a quella raccontata dal turista italiano, ambientandola in Italia, sarebbe come minimo preso per pazzo.