Ambulanti, abusivi, furti rame ovvi e quotidiani: autostrada per il razzismo

Pubblicato il 4 Giugno 2015 - 14:53 OLTRE 6 MESI FA
Ambulanti, abusivi, furti rame ovvi e quotidiani: autostrada per il razzismo

Ambulanti, abusivi, furti rame ovvi e quotidiani: autostrada per il razzismo

Un serio studio internazionale frutto di una attenta ricerca in Europa ha dato vita a tabelle comparative pubblicate dal settimanale L’Espresso. Nella tabella 1 risulta che gli italiani sono i più ostili sul continente ai rom (ben l’86%, nessuno altro popolo più di noi i rom non li sopporta). Tabella 2: gli italiani sono i più ostile d’Europa ai musulmani (65% circa). Terza tabella: agli ebrei i più allergici sono i polacchi, gli italiani arrivano comunque secondi.

L’Espresso titola, numeri alla mano: “Gli italiani i più razzisti”. Noi abbiamo scritto ostili e non immediatamente e direttamente razzisti. Perché razzisti non ci si nasce, ci si diventa. E gli italiani,buona parte degli italiani, razzisti ci stanno diventando, passando per i vari gradi della scala: l’estraneità, la diffidenza, il fastidio, l’ostilità e quindi finalmente il razzismo. Razzismo che è la conclusione, la stazione finale terminale di un percorso cui gli italiani sono accompagnati e sospinti.

Accompagnati e sospinti sulla via del razzismo da Salvini e da quelli di CasaPound? Certo, questi fanno il loro lavoro, ci mettono del loro. Ma non basterebbero, non sarebbero sufficienti a fronte dei risultati imponenti che lo studio pubblicato da L’Espresso mette in luce. E mica solo lo studio o la ricerca, anche la vita quotidiana in una qualsiasi città medio-grande offre ampie immagini e documentazioni di come affollata sia l’autostrada che porta al razzismo.

Però ad accompagnare e sospingere, a instradare e guidare verso il razzismo sono i dieci, cento, mille non governo di Italia e delle cose italiane. Ormai si vive il furto di rame che blocca i treni o il metrò come fosse la pioggia: talvolta c’è, talvolta no. Chi può fermare la pioggia? Nessuno! Chi può fermare i furti di rame? Nessuno! E i furti di rame li fanno soprattutto i rom.

Ormai l’ambulante che non solo offre ma assedia, asfissia, perfino intimidisce nel voler occupare un pezzo e poi un pezzo e poi un pezzo e poi tutta la città e nel voler piazzare la sua merce è considerato un elemento fisso dell’ambiente cittadino, come l’asfalto o i marciapiedi o le curve o i ponti. Ognuno sa che dovrà schivare, superare, subire, affrontare piccoli-grandi posti di blocco di fatto, piccole, piccolissime ma onnipresenti trappole. Vendono come gli pare, dove gli pare, quando gli pare. E che ci vuoi fare? La legge non c’è per nessuno, vuoi ci sia per loro che sono anche organizzati, veloci e adesso hanno imparato anche a far paura a chi dovesse disturbarli? Gli ambulanti sono come il sole che sorge, nessuno può fermarli e se scottano troppo l’unica è ripararsi.

E gli abusivi, abusivi di tutto, abusivi in tutto, sotto gli occhi di tutti e dappertutto. E ambulanti e abusivi sono in gran parte immigrati e in gran parte immigrati clandestini. Soprattutto clandestini ad ogni legge e regola. Clandestini ad ogni legge e regola ce n’è in giro e in piazza di abbondanti anche italiani, ogni volta che qualcuno controlla gli esercizi commerciali ce n’è un 40% fuori legge. Ma rom, ambulanti e abusivi si vedono, ti attorniano molto di più di quanto non faccia l’italiano che frega la legge.

Comunque la legge è uguale per tutti: non c’è. Se non sporadicamente forze dell’ordine e polizie municipali non rimuovo, sgomberano, impediscono, puniscono. Già, a punire dovrebbero essere i magistrati. Ma nella gran parte dei casi non lo fanno. E nessun governo o autorità locale se la sente di affrontare la fatica e la complessità di togliere dalla vita quotidiana di ciascuno il venditore abusivo, l’ambulante che si impossessa di una pazza o strada, il ladro di rame.

Nessuno se la sente, nessuno o fa davvero, neanche lo fanno i tanti e crescenti Salvini d’Italia. Lo fanno a chiacchiere, muovo ruspe immaginarie ed eccitano pogrom per ora simulati. Praticano, per relativa fortuna, una sorta di onanismo del razzismo.

Nel frattempo, nell’ormai lungo frattempo, il diffidente verso l’estraneo diventa l’infastidito. E poi l’infastidito diventa lo stanco e poi lo stanco l’ostile e poi l’ostile diventa l’intollerante e finalmente l’intollerante “sboccia” in razzista. Sono i furti di rame, la mini criminalità rom, gli ambulanti, gli abusivi o meglio l’ineluttabilità, l’ingovernabile ingovernabilità non governata di tutto questo, l’impotenza insipiente spacciata per tolleranza a produrre, fabbricare, spargere, coltivare, allevare e crescere razzismo.

Razzisti non ci si nasce, ci si diventa. Tocca anche alle istituzioni, ultime le tre Regioni Lombardia, Veneto e Liguria che al governo dicono di rifiutarsi di accogliere profughi e rifugiati. Dicono che tocca alle altre Regioni e lo dicono sapendo di mentire perché le altre Regioni d’Italia hanno in casa in assoluto e in proporzione più profughi. Dicono che il governo non può “scaricare” su di loro. E o dicono forse non sapendo quel che dicono, forse che loro non sono Italia, se tutte le Regioni dicessero no, dove dovrebbe “scaricare” il governo italiano, a mare? Dicono, parlano in maniera due volte razzista: verso i neri/negri che non vogliono vedere e verso gli altri italiani con cui non vogliono avere responsabilità da spartire. A veder quanto viene naturale a qualcuno, qualcuno nella nostra vita pubblica, si vede che la regola ha le sue eccezioni: razzisti ci si può anche nascere.