Anche una commissione di inchiesta parlamentare, su come Mps ha prestato i nostri soldi

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 12 Gennaio 2017 - 06:05 OLTRE 6 MESI FA
Anche una commissione di inchiesta parlamentare, su come Mps ha prestato i nostri soldi

Anche una commissione di inchiesta parlamentare, su come Mps ha prestato i nostri soldi, annuncia Giuseppe Torino (nella foto)

Ormai è questione di ore. Poi la famosa lista dei primi 100 debitori del Monte Paschi verrà resa nota. Non servirà a niente e sarà una grave violazione di quel poco di  segreto bancario rimasto in Italia. Nessuna meraviglia se da domani i soggetti importanti dei creditori saranno sulle prime pagine di tutti i giornali.

La pressione è stata forte. E il Governo non vuole certo passare per il protettore di 100 soggetti che non hanno restituito i soldi all’Mps (perché non potevano, perché se li sono bevuti, perché li hanno persi, perché li hanno truffati, ecc.).

Merita riportare le parole di Luigi Zanda, presidente del Gruppo del Pd al Senato:

“La piena trasparenza è una nostra priorità assoluta ed è questo obiettivo ad essere la prima ragione per la quale i senatori del Gruppo PD hanno presentato tra i primi, più di un anno fa, una proposta di Commissione di inchiesta. Quindi, trasparenza e non altro. Il Parlamento e gli italiani debbono sapere perché alcune nostre banche sono andate in crisi e comprendere quali rimedi vengono approntati.

“Ma abbiamo anche un profondo rispetto per il sistema bancario italiano, di cui conosciamo la complessiva condizione positiva e del quale ben conosciamo il delicatissimo ruolo per la nostra economia, per la nostra stabilità ed anche per la stessa nostra sicurezza nazionale.

“In tempi così difficili, la Commissione di inchiesta dovrà quindi trovare la strada, anche normativa, per raggiungere il massimo risultato in termini di trasparenza mantenendo intatta la forza, la credibilità e il prestigio del nostro sistema bancario”.

Intanto, via libera alla pubblicazione dei primi 100 (non 200, chissà perché?) debitori.

Ci saranno delle sorprese. A parte la Sorgenia, ex gruppo De Benedetti, qualche affare andato male di Emma Marcegaglia, e probabilmente poco altro. E qui sentiremo le “difese” dei soggetti compresi nella lista, se ce ne saranno.

Le sorprese saranno due. La prima riguarda in prima persona il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, uno dei più attivi e determinati nel chiedere la pubblicazione della lista. Fra i debitori eccellenti ci sono infatti molte società controllate o partecipate dalla regione stessa: si sono fatti dare soldi dall’Mps e li hanno bruciati, persi, scomparsi. Se Rossi immaginava che la lista fosse un bastone da usare contro altri, scoprirà che le legnate cadranno anche sulla sua testa. Sarà lui a dover fornire molte spiegazioni: da accusatore impavido a accusato multiplo.

La seconda sorpresa riguarda le aziende decotte nelle quali il Monte è stato autorevolmente pregato di entrare con soldi al fine di evitare il dissesto, che però c’è stato comunque. Soldi persi. E questi interventi in extremis li avevano chiesti tutti: politici e sindacalisti, sindaci e persone di buon cuore.

In sostanza, nella lista dei 100 non ci sono solo alcuni Paperoni notoriamente pessimi imprenditori, ma c’è anche una buona rappresentanza della mano pubblica.

Sarà divertente vedere come spiegheranno quella distruzione di denaro.

Temo, infine, che la lista solleverà infinite polemiche reciproche. Pochissimi, invece, i soldi che così torneranno a casa.

Per fortuna, intanto, il Monte è stato salvato. Purtroppo, sarà una banca talmente chiacchierata che riuscirà a raccogliere solo i clienti rifiutati dalle altre banche.