La marcia su Roma di Beppe Grillo, trionfo del M5s ma anche tanti errori del Pd. Ora il referendum…

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 21 Giugno 2016 - 08:10 OLTRE 6 MESI FA
La marcia su Roma di Beppe Grillo, trionfo del M5s ma anche tanti  errori del Pd. Ora il referendum...

La marcia su Roma di Beppe Grillo, si è compiuta. Grillo appare alla finestra come un santone, al collo porta un attaccapanni, riferimento alla vittoria di Chiara Appendino a Trino. Ora Grillo vuole il Governo nazionale e aspetta Renzi al varco del referendum

La Marcia su Roma di Beppe Grillo è compiuta, per merito del Movimento 5 stelle e anche per gli errori del Pd. M5s ha conquistato Roma e Torino nei ballottaggi delle elezioni comunali del 5 e 20 giugno 2016. Virginia Raggi è sindaco di Roma, dopo una campagna elettorale che nelle ultime due settimane, quelle che sono passate fra il primo voto e il ballottaggio, ne hanno visto di tutti i colori.

Beppe Grillo ora punta in alto, vuole il Governo nazionale. Renzi si scrolla di dosso la sconfitta, riconoscendola ma cercando di esorcizzarla. Vedremo come si evolveranno le cose e soprattutto cosa decideranno gli italiani al referendum e cosa accadrà nel frattempo.

Avevo scritto questa breve nota nel pomeriggio di domenica, mentre erano ancora in corso le votazioni, ma mi sono astenuto dal pubblicarla. Non è il vizietto italiano di correre in soccorso del vincitore. Fa fede la mail con cui ho mandato alla redazione di Blitz la prima versione.

Rileggendola, mi sono reso conto che il giudizio è duro, pesante. Ora offro la mia riflessione a chi possa essere interessato. Non ho cambiato una virgola.

Quando negli iper politicizzati anni 60 chiesero a J.L. Borges cosa fosse per lui la politica, il maestro sudamericano rispose di ritenerla una forma del tedio.
La vedo come lui.
Dedicandovi dunque un tempo compatibile con questa mia convinzione, ho riflettuto sul fatto  che a Roma non si è votato al temine di una legislatura venuta a scadenza naturale.
La città è commissariata da mesi , questo perché il Pd ha fatto dimettere tutto il consiglio comunale davanti al notaio dopo aver cotto a puntino il suo sindaco, Ignazio Marino, sfiduciandolo più volte.
Era il Pd dunque che governava, per mezzo di un sindaco magari incapace ma sostanzialmente onesto.
E soprattutto poco gestibile.
La manovra del Partito Democratico dunque si iscriveva in un disegno di Renzi teso al controllo degli amministratori locali.
Dunque  una operazione moralmente spregevole, di cui quasi non si parla.
Che oggi Giachetti accusi di eterodirezione la Raggi è francamente ridicolo quando la sua candidatura nasce proprio da una operazione etero diretta dal cerchio magico fiorentino.
Anche se nel Pd tendono a dimenticarlo.