Papa Francesco non sarà un anti-Ratzinger “di sinistra”. E meno male…

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 14 Marzo 2013 - 17:07| Aggiornato il 3 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

Verrebbe da dire che alla gente non gli va mai bene niente. Neanche un papa colto come un gesuita e povero come un francescano. Jorge Mario Bergoglio, eletto papa col nome di Francesco, ha stupito tutti per la sorpresa e è apparso subito lui stesso il più sorpreso. Dalla loggia vaticana, non ha mai parlato di se come “papa”, ma esclusivamente come “vescovo di Roma“, che vuol dire il ritorno alla tradizione proto-cristiana, quella di san Pietro e Paolo.

Si è presentato alla sua diocesi senza la mozzetta rossa con pelliccetta, senza la stola delle grandi cerimonie (messa qualche minuto per la benedizione). Al collo una umile croce di legno. S’è scelto il nome di Francesco, il più santo e il più povero fra gli “avversari” della Curia (già allora, nel 1200).

Se è vero che nel 2005 fu l’avversario di Ratzinger, adesso “vescovo emerito” di Roma, la sobrietà del suo abito dice in maniera lampante perché i due erano “avversari”. Benedetto XVI era uomo solenne, papa Francesco è uomo schivo anche nelle insegne del potere.

Questa differenza di stile ha messo fuoristrada qualche sprovveduto. Nel senso che qualcuno ha scambiato le insegne con la sostanza. Ratzinger è stato difensore intransigente della fede, della famiglia, della diversità uomo-donna, della vita. contro l’aborto e contro l’eutanasia. Ora chi pensava che Bergoglio sarebbe stato l’anti-Ratzinger su questi temi, ha dimostrato di non capire nulla della Chiesa e della religione cattolica.

Papa Francesco metterà il basco piuttosto che il camauro, metterà i sandali invece che i mocassini rossi, ma rimane il capo della cristianità che ha come fondamento i valori della vita. Sarà più “misericordioso” con gli sbaglia, renderà più esplicite le aperture che la Chiesa ha già verso i divorziati risposati, sarà più attento ai poveri che le necessità della vita inducono in errore. Ma neanche il papa francescano potrà mollare sui matrimoni gay, le adozioni gay, l’aborto e l’eutanasia. Non può, sennò che papa sarebbe?

I suoi problemi saranno la Curia romana, lo Ior, la moralità di preti e religiosi, la Chiesa che s’è scordata dei poveri a causa degli intrecci con la politica (Italia docet). Insomma, con Francesco, la Chiesa si affida al Continente cristiano per riprendere la strada smarrita in Europa. Nulla a che vedere con le aspettative di chi sognava un anti-papa pronto a sbracare sulla cosiddetta modernità dei costumi. E meno male!