Tosi e Meloni, giovani e carini, “uccideranno” il padre Berlusconi?

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 19 Agosto 2013 - 16:28 OLTRE 6 MESI FA
Tosi e Meloni, giovani e carini, "uccideranno" il padre Berlusconi?

Flavio Tosi, sindaco di Verona e aspirante leader del centrodestra (LaPresse)

ROMA – Se Berlusconi non ha futuro, come ha scritto Giampaolo Pansa in un editoriale su Libero domenica 18 agosto, che futuro ha il centrodestra? C’è chi guarda avanti, oltre il grande Capo, alla ricerca di un nuovo leader: Flavio Tosi e Giorgia Meloni sono allo stesso tempo i nomi più gettonati e quelli che più si stanno dando da fare sul fronte del “parricidio”.

Mentre Il Giornale, quotidiano di casa Berlusconi, ha scelto di seguire il fondatore di Fininvest, di Forza Italia, della Casa e del Popolo delle Libertà (qualcuno potrebbe dire: il fondatore del centrodestra in Italia) fino all’ultimo partito e fino all’ultima sentenza, Libero segue con grande attenzione i movimenti – finora circospetti – di chi pensa al dopo-Silvio.

Alcuni nomi appaiono già bruciati in partenza: Angelino Alfano manca di carisma, Pier Ferdinando Casini manca di credibilità, Luca Cordero di Montezemolo e Corrado Passera sono già stati caldeggiati come leader del centrosinistra prima e del centro poi. Difficile che riescano a riproporsi a destra. Quanto a un’ipotesi dinastica, ovvero Marina Berlusconi: di Berlusconi ce n’è uno (per fortuna o per sfortuna, pensa chi lo odia e chi lo ama), difficile che la figlia ripeta l’impresa del padre.

Così l’attenzione si concentra su Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, che è stato rieletto al secondo mandato stravincendo con una sua lista civica, mentre la Lega affondava in tutto il Veneto e in tutto il Nord. Nemico di Umberto Bossi, il giovane podestà è ritornato più potente dentro il partito del Carroccio con la segreteria di Roberto Maroni, del quale è considerato un fedelissimo. Ma anche Maroni potrebbe finire sulla lista dei padri da uccidere. Politicamente, s’intende. Scrive Libero:

“Il sindaco di Verona sta creando una fondazione interpartitica dalla quale dovrebbe uscire un nuovo soggetto politico all’interno del centrodestra. Una sorta di Csu bavarese, post-leghista, con un occhio a tutta Italia. Sta raccogliendo, a fari spenti, adesioni disparate: Veneto, Palermo, Bari. E sta stilando, con un gruppo di fedelissimi, dieci punti per il rilancio dell’Italia. In risposta a Renzi, il sindaco gialloblu ha scelto Marco Benatti, di Fullsix, per la comunicazione. L’obiettivo è partecipare alla battaglia del dopo Berlusconi, idea accarezzata invano anche nell’inverno scorso”.

Giovani, carini e iperattivi: nel centrodestra non c’è solo Tosi, c’è anche Giorgia Meloni – già uscita dal Pdl prima delle elezioni politiche e e poi posizionatasi alla sua destra con “Fratelli d’Italia”. Un’accoppiata che potrebbe arrivare alla guida delle ceneri del dopo-Silvio, sempre che da quelle ceneri non risorga lo stesso Berlusconi, eterna Araba Fenice dell’imprenditoria e della politica italiana che troppe volte è stato dato per morto negli ultimi trent’anni.

Prova generale del matrimonio Tosi-Meloni allora potrebbe essere la festa di Atreju, a Roma, il prossimo 14 settembre. Era la festa dei giovani di An, poi diventata la festa dei giovani del Pdl. Ma essendo il Pdl troppo “liquido”, si è trasformata nella festa della giovane Meloni, già ministro della Gioventù.

Bene, con la giovane Meloni sul palco di Atreju il 14 settembre ci sarà il giovane Tosi e non il vecchio Berlusconi, habituè delle ultime edizioni. Titolo della festa, quasi un programma: “Largo all’Italia che avanza”.

Sembra tutto molto chiaro, ma senza un po’ di dietrologia non c’è gusto. Allora arriva, ad intorbidire le acque, un tweet di Gianfranco Rotondi (avellinese classe 1960, già rifondatore della Democrazia Cristiana e poi ministro dell’Attuazione del Programma; Berlusconi è stato suo testimone di nozze):

“è finita ora una cena in cui chi poteva ha deciso quel che andava deciso da tempo. E l’intendenza seguirà”.

Con stile criptico e sibillino, evoca una cena segreta. Poi, interpellato da Barbara Romano di Libero, fa marcia indietro, anche se non nega che quella di Tosi come anti-Renzi è “una delle candidature più credibili”. Altri nel Pdl dicono che “Rotondi è il candidato di Rotondi” e che addirittura sia andato da Berlusconi a chiedere l’investitura di sfidante di Renzi.

L’immagine della cena segreta resta lì, così come il concreto affaccendarsi di Tosi e Meloni. E mentre Renato Schifani dichiara che “se c’è stata una cena, io non c’ero” e che comunque “il leader è e resta Silvio Berlusconi”, Roberto Calderoli – a nome della Lega, pare – stoppa la candidatura Tosi: “Questa ipotesi non è mai stata discussa in Consiglio federale né in segreteria, non se ne è mai parlato”.

Roberto Formigoni, ringalluzzito dal meeting di Comunione e Liberazione, dove ancora conta molto, scrive su Twitter: “Tosi alle primarie? Prende il 4%. Tosi e Meloni in ticket? Vanno al 9”.

La giovane Licia Ronzulli, europarlamentare berlusconiana, fa muro contro l’ipotesi di primarie:

“Faccio fatica a capire a cosa servano le primarie del centrodestra cui Tosi vorrebbe iscriversi. La coalizione di centrodestra un leader ce lo ha già ed è Berlusconi; finché sarà così non c’è alcun bisogno di primarie”.

Già, finché sarà così.