Berlusconi dopo Caliendo: non è finito, c’è da aspettarsi di tutto, a cominciare dalle elezioni anticipate

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 3 Agosto 2010 - 19:44| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Giuseppe Giulietti

Riuscirà Silvio Berlusconi a superare lo scoglio Caliendo? Sicuramente si, ma con un paradosso: avrà la fiducia, ma sarà sfiduciato. L’astensione congiunta dei centristi e del gruppo che fa capo al presidente Fini gli consentirà di respingere la mozione di sfiducia verso il sottosegretario Giacomo Caliendo, presentata dal PD e dall’IDV, allo stesso tempo quel medesimo voto renderà trasparente la condizione di minoranza nella quale si trova l’uomo che non doveva chiedere mai.

Nella prima repubblica, su questo puntano i neo centristi, il presidente in carica, Andreotti o Craxi, avrebbe preso atto del risultato e avrebbe tentato una mediazione politica, una ricomposizione, una trattativa e magari avrebbe proposto un rimpasto, ma queste parole fanno orrore a Berlusconi che considera le istituzioni e la coalizione alla stregua di un consiglio di amministrazione che ha delegato l’ultima parola sempre e comunque all’amministratore delegato.

Quanti confidano sul generale agosto, sul Berlusconi furioso destinato a placarsi durante le ferie e sul lavorio delle cosiddette colombe, potrebbero risvegliarsi male e all’improvviso,travolti dalla irritualità e dalla imprevedibilità del presidente del Consiglio.

Berlusconi non si farà cuocere a fuoco lento, non si predisporrà alla eventualità di un governo di transizione, prima di cedere le armi, giustamente dal suo punto di vista, le tenterà tutte, in ogni modo e con ogni mezzo. Chi pensa di averlo circondato farà bene a preparsi ad ogni eventualità, a cominciare da elezioni anticipate immediate, una mossa alla quale Berlusconi pensa sul serio, confidando sul controllo dei media e sulla sua indubbia capacità di dare il meglio di sè nelle campagne elettorali, recuperando punti su punti.

Non è detto, ovviamente, che andrà così e non è detto neppure che la sua vittoria sia inevitabile, anzi è persino probabile che il mito del capo invincibile e immortale sia giunto alla conclusione, ma se potessimo dare un consiglio ai capi della opposizioni, e persino al presidente Fini, ci permetteremmo di invitarli a prepararsi ad ogni evenienza e di cominciare a definire uno schieramento alternativo, il più ampio possibile.

Qualunque cosa accadrà nel voto di domani, i giorni successivi saranno duri, anzi durissimi.