Borsa crolla: colpa di avvoltoi ribassisti non di dati reali

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 13 Febbraio 2016 - 06:38 OLTRE 6 MESI FA
Borsa crolla: colpa di avvoltoi ribassisti non di dati reali

Borsa crolla: colpa di avvoltoi ribassisti non di dati reali (AP Photo/Richard Drew, file)

MILANO – Le Borse di tutto il mondo crollano per colpa degli avvoltoi e non perché i numeri reali dell’economia diano segnali di crisi. Lo scrive Giuseppe Turani su Uomini & Business, spiegando che gli avvoltoi sono i “ribassisti”, ovvero i fondi speculativi che, usando una notevole potenza di fuoco, scommettono sul ribasso di titoli azionari, valute, petrolio.

In Borsa sono entrati in funzione da qualche settimana dei super ladri che stanno devastando i listini. In termine tecnico si chiamano ribassisti. Di solito entrano in attività quando vedono grosse nubi nere all’orizzonte. Questa volta hanno sorpreso un po’ tutti perché sono scesi in campo anche senza nubi nere. Anzi, l’unica nube nera sono loro. Sono loro perché sono forti, determinati e riescono quindi a fare paura: ecco la nube nera.

Naturalmente, qui e là, raccontano di imminenti disastri, che non esistono. L’America sta proseguendo nella sua crescita tranquilla, 1,75 per cento di crescita lo scorso anno e probabilmente anche in questo (con la Fed che sta attenta a non muoversi da questi valori per non ritrovarsi poi con troppa inflazione).

L’Europa va meno bene, ma tutto sommato sta sotto di un quarto di punto, 1,50 per cento di crescita.

Ma allora perché sono venuti fuori i ribassisti? Perché pensano che il 2016 sia il loro anno per la semplice ragione che sarà pieno di scadenze importanti e delicate. Gli aumenti dei tassi annunciati dalla Fed, la Brexit inglese, importanti elezioni in Germania e poi, a novembre le elezioni americane.

Se uno solo di questi eventi dovesse andare storto, i ribassisti avrebbero avuto ragione a vendere e a posizionarsi in basso.

E poi ci sarebbe la Cina. Poiché se ne sa pochissimo, ognuno spara quello che vuole: anche nel 2016, comunque, avrà una crescita vicina al 7 per cento.

Ma, si dirà, dalla Cina stanno fuggendo capitali come davanti a una tempesta e quindi fra un po’ scoppierà tutto. Mah. Per ora si sa che i capitali “in fuga” sono rimborsi anticipati di prestiti in dollari alle aziende cinesi.

E si sa anche un’altra cosa. Confidando un po’ su queste notizie della fuga (false) e su una presunta incapacità delle autorità cinesi a fare il loro mestiere, ci sono nel mondo almeno un paio di hedge fund che vogliono abbattere la valuta cinese almeno del 30 per cento. Una delle tante guerre in corso è questa.

A tutto questo si può aggiungere la tenacia (assolutamente da condannare) con cui Bruxelles sta martellando le banche europee. Saranno anche idee giuste, ma, tutte insieme, si trasformano in una semplice persecuzione. Inutile e dannosa.

In conclusione, nessun sovra-potere all’opera. Soltanto ribassisti convinti che adesso o mai più. Danni ne hanno già fatti. Potrebbero anche accontentarsi, incassare i guadagni e togliersi di torno. E i soliti balordi burocrati di Bruxelles potrebbero fare la stessa cosa.