Borse e Europa, il braccio di ferro sulla Grecia

di Filippo A. Diodovich
Pubblicato il 12 Maggio 2015 - 06:34 OLTRE 6 MESI FA
Borse e Europa, il braccio di ferro sulla Grecia

Foto d’archivio

ROMA – Filippo Diodovich ha scritto questo articolo dal titolo “Braccio di ferro sulla Grecia” anche per il sito Uomini & Business:

Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha espressamente dichiarato che nella riunione odierna dell’Eurogruppo non si raggiungerà un accordo definitivo sulla Grecia per sbloccare la tranche di aiuti ma si valuteranno solamente i progressi degli ultimi giorni. Dijsselbloem ha inoltre affermato che in caso di successo dei negoziati tecnici i membri dell’Eurogruppo sono pronti a tenere una riunione straordinaria per siglare l’intesa. La Borsa greca ha sofferto per tutta la mattinata per poi recuperare terreno dopo le indiscrezioni (confermate da fonti governative) sul pagamento di 750 mln di euro circa al FMI (scadenza domani). Riteniamo che la situazione sia ancora in stallo e entrambe le parti stiano cercando di tirare fino all’ultimo la possibilità di accordarsi, aumentando così notevolmente i rischi di default.

Se il pagamento al FMI sembrerebbe risolto l’amministrazione Tsipras deve, però, ancora trovare 1,4 mld di euro per ripagare i bond in scadenza il 15 maggio. Anche se rimangono ancora molti dubbi sulle effettive capacità delle casse del paese ellenico crediamo che la deadline possa essere la fine del mese di maggio prima dei pagamenti dell’amministrazione pubblica (salari dei dipendenti pubblici e pensioni per un ammontare pari a 4 mld di euro circa a fine maggio, nuove tranche di pagamenti al FMI per 1,6 mld di euro circa e bond in scadenza per 5,2 mld di euro).

Riteniamo che i negoziatori di Atene cercheranno di convincere i creditori internazionali (BCE, UE, FMI) a non inserire nelle trattative le pensioni e una pesante riforma del mondo del lavoro (in particolare del pubblico impiego). Per difendere le promesse fatte in campagna elettorale (non toccare pensioni e riassumere i dipendenti pubblici licenziati durante la crisi) Tsipras non può permettersi di fare passi indietro in tali aspetti. Non può piegarsi alle richieste del Brussels Group, come hanno fatto in passato Pasok e Nuova Democrazia, perché significherebbe la fine di Syriza da un punto di vista politico. La Germania, in primis, vuole da Atene una lista di riforme strutturali significative e concrete comprese le riforme sul sistema pensionistico e sul settore statale. Provocatoria l’apertura del ministro delle finanze tedesco Schauble al lancio di un referendum in Grecia per decidere se continuare le misure di austerità per rimanere in Europa.

Eurodollaro poca volatilità in attesa di novità su Grecia. Scende la volatilità sul cambio eurodollaro. In assenza di cifre macro importanti gli addetti ai lavori erano concentrati a valutare l’esito dell’Eurogruppo. Da un punto di vista grafico il cross ha testato più volte il supporto di breve a 1,1135, strategico in ottica di brevissimo periodo. L’eventuale cedimento di tale riferimento potrebbe dare forza alle pressioni ribassiste per spingere la coppia valutaria verso i target posizionati a 10,50.