Primarie. “Renzi vince? Voto Pd. Vince Bersani? Non lo voto”

di Carlo Luna
Pubblicato il 12 Ottobre 2012 - 06:36 OLTRE 6 MESI FA

Questa volta alle primarie del PD vorrei esserci: per votare Matteo Renzi. Voglio sperare che i furbacchioni di via Nazionale non tirino fuori, in zona Cesarini, qualche nuovo, astuto marchingegno per rendere complicata e faticosa la partecipazione di quelli – a mio avviso non pochi – che la pensano come me.

Se dunque non ci saranno colpi di coda, seguirò tutte le regole tranne una. M’iscriverò nell’albo degli elettori di centrosinistra, verserò il mio contributo in euro, andrò al seggio al primo e, se necessario, anche al secondo turno. Se vincerà Renzi, voterò Pd alle elezioni politiche che verranno, se vincerà Pierluigi Bersani, non lo farò. Questo è sicuro.

Votare Pd non sarebbe per me una novità perché l’ho già fatto alle ultime provinciali di Roma, dando il mio consenso a Nicola Zingaretti. Alle politiche del 2008 ero stato tentato di farlo quando Walter Veltroni promise ufficialmente: “Questa volta andremo da soli”. Poi, con una sciagurata giravolta, imbarcò la cosiddetta “Italia dei valori”, un inquietante raggruppamento di forcaioli “ante marcia”… Ovviamente il buon Walter perse il mio voto, che è poca cosa, ma la sua decisione ebbe queste conseguenze: larga vittoria di Berlusconi, affermazione di Antonio Di Pietro che subito iniziò a distinguersi attaccando da sinistra il Pd che l’aveva sdoganato. Peggio di così non poteva andare per i democratici.

Oggi siamo in una situazione assai diversa. La crisi della zona euro ha contribuito a far nascere il governo dei tecnici sostenuto fin qui in Parlamento da Pdl, Pd e Udc, una strana maggioranza fra partiti antagonisti. Caso unico in Europa, giacché in Francia, Spagna e Grecia si è preferito andare alle elezioni per far nascere nuovi governi scelti col voto popolare.

Qui da noi la destra è in stato comatoso e non sembra avere alcuna possibilità di vincere, quale che sia la legge elettorale. Un esecutivo “politico” della destra al momento non lo prevede dunque nessuno, nemmeno Berlusconi. Il centro è esile e tutto sommato modesto: l’Udc, infatti, propone ufficialmente un Monti bis. Le uniche candidature per un governo politico vengono da sinistra, con Bersani e Renzi.

Perché Renzi e non Bersani? La proposta di Bersani è contraddistinta da una profonda e non superabile contraddizione: mette assieme un partito che fino ad oggi, magari con qualche mugugno, ha sostenuto Monti, cioè il Pd, con il Sel di Vendola che l’ha avversato radicalmente. Probabilmente per governare, vista l’indisponibilità dell’Udc, avrebbe bisogno anche del sostegno di Di Pietro. Provate a immaginare dove schizzerebbe lo spread con la “foto di Vasto” a Palazzo Chigi!

Renzi dunque, non tanto per la promessa rottamazione dei dinosauri ex comunisti (anche se quella di D’Alema fa ingolosire parecchio) ma perché il suo governo non si porrebbe in contraddizione con la politica fin qui portata avanti da Monti. Sarebbe un esecutivo certamente riformista attento ai vincoli che la crisi economica purtroppo ci impone. Un governo scelto dagli elettori. Unica alternativa al Monti bis verso il quale stiamo forse fatalmente scivolando.