C’è una talpa vicino a Beppe Grillo, democrazia diretta o secchio bucato?

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 13 Agosto 2017 - 06:52 OLTRE 6 MESI FA
C'è una talpa vicino a Beppe Grillo, democrazia diretta o secchio bucato?

C’è una talpa vicino a Beppe Grillo, democrazia diretta o secchio bucato?

I grillini, i seguaci di Beppe Grillo e del Movimento 5 stelle, devo ammettere, anche se mi costa fatica, che mi stanno diventando simpatici, scrive Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business. Grazie allo scomparso Casaleggio padre hanno inventato una cosa che passerà alla storia come la scemenza del secolo, e cioè la democrazia diretta, online. Si fa tutto al computer: si vota, si fanno proposte di legge, si scelgono i candidati alle varie cariche. Chi non lo possiede, se lo compri.

Tutto questo, naturalmente, viene spacciato per il massimo della modernità. Per gestire tutto questo via vai di bit e di clic Casaleggio aveva inventato anche una piattaforma apposita, Rousseau, una sorta di mondo parallelo dove i grillini vivono, fanno proposte di legge (“Deve essere consentito di divorziare anche dalla suocera”, proposta-tipo).

L’aspetto divertente di questa avventura politico-tecnologica è che gli hacker, dopo aver assaltato il Pentagono e le banche svizzere, adesso stanno giocando con i grillini. Nel senso che sono penetrati nei server della Casaleggio e hanno cominciato a rubare i dati personali degli iscritti, pubblicandoli poi in rete.

La tanto sbandierata democrazia diretta ha quindi degli ospiti inattesi, che entrano nel blindatissimo sistema Rousseau, e fanno quello che vogliono: cambiano i voti, rendono pubbliche le schede riservate degli iscritti, cambiano le proposte di legge. Un po’ come se dei ragazzacci potessero entrare nei seggi elettorali e aggiungere i loro voti a quelli degli aventi diritto. Un caos.

Ma non è finita. Alcuni iscritti, a questo punto, stanno facendo causa al Movimento e, suppongo, alla Casaleggio per non aver difeso i loro dati personali. La democrazia diretta, una solenne cretinata, finisce così in tribunale un’altra volta. Ma, soprattutto, grazie agli ingegnosi hacker, si è scoperto che il sistema è manipolabile a piacere dall’esterno. Quindi non vale niente. E’ un po’ come se a Michelangelo avessero rubato i pennelli e gli scalpelli e si fossero messi a dipingere a scolpire con il suo nome.

Le autorità stanno indagando, naturalmente. Ma qualcosa si può già dire. Come sa benissimo anche un informatico di quarta categoria (appena in grado di usare Google) gli hacker non esistono. Di solito si riesce a penetrare in un sistema solo se qualcuno, dall’interno, vi passa password e tecnologie d’accesso.

Insomma, nel vertice grillino c’è una talpa, forse anche più d’una, che per ragioni di dissenso ha deciso di buttare a mare tutto l’ambaradan della democrazia diretta mettendo in piazza i segreti grillini.

In questi casi c’è solo una cosa da fare: cambiare tutte le password e il sistema d’accesso, che è appunto quello che stanno facendo.

Ma sarà un lavoro gigantesco quanto inutile. Se la talpa, o le talpe, si trovano nel vertice del Movimento o della Casaleggio, come è probabile, nel giro di poche giorni saranno in grado di fare quello che vogliono della democrazia diretta di Grillo. Insomma, questa democrazia diretta è un secchio bucato.

Infine, va ricordato Giggino Di Maio, il futuro, eventuale, presidente del Consiglio. Ha dato un’intervista per ricordare che lui, come vice-presidente della Camera siede sullo stesso scranno di Sandro Pertini, che è il suo modello e il suo mito. Ma, naturalmente, non è vero. Pertini era presidente della Camera e non vice. E via di questo passo: Pertini ha preso due lauree, Di Maio si è iscritto a due facoltà, ma non ha mai preso alcuna laurea. Pertini si è fatto otto anni di carcere e ancora di più di confino per antifascismo, ha guidato la Resistenza, è sempre stato eletto con una marea di voti.

A 24 anni Pertini aderisce al partito socialista di Turati. Di Maio, a 24 anni si candida nel comune di Pomigliano d’Arco, ma raccoglie solo 59 voti e quindi non viene eletto. Si rifà a 27 anni quando raccoglie 189 preferenze nelle elezioni online dei grillini e diventa così deputato.

A 31 anni Pertini era in esilio in Francia, e faceva il muratore per vivere. A 31 anni Di Maio sta tutto il giorno in tv, dove confonde il Cile con il Venezuela e lotta invano con i congiuntivi.