Consip, c’è stato un tentato colpo di Stato?

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 29 Giugno 2017 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
Consip, c'è stato un tentato colpo di Stato?

Consip, c’è stato un tentato colpo di Stato?

ROMA – “C’è stato un tentato colpo di Stato?” scrive Giuseppe Turani su Uomini e Business parlando del caso Consip.

Ormai sono talmente in tanti a sparare tutti i giorni, a tutte le ore, contro Renzi e i suoi amici, che se al tramonto non si è presa una mattonata in testa, ci si ritiene fortunati. Ma conviene fermarsi su quel che sta avvenendo a Napoli perché sembrano essere fatti di una gravità senza pari, che ci riportano ai tempi del “Piano Solo” e del generale De Lorenzo.

Nell’ordine abbiamo:

1- Un ufficiale dei carabinieri che con trascrizioni false di un’intercettazione telefonica cerca di inguaiare il padre del presidente del Consiglio in carica. Il “falso” naturalmente viene subito passato (chissà da  chi?) a un giornale, collezionista di queste cose. Lo scandalo non ha gli effetti desiderati perché sia il giornale in questione che il Pm dell’indagine Consip, Woodcock, sono noti per essere un po’ cacciatori di farfalle, sparaballe. Però il tentativo c’è. Nella stessa inchiesta vengono coinvolti anche il comandante dell’Arma dei Carabinieri, altri altissimi ufficiali della stessa e un ministro della  Repubblica.

2- Di questa inchiesta, che alla fine è stata tolta al magistrato napoletano e passata a Roma, si parla ormai da dicembre: corruzione,  traffico di influenze (in cui sarebbe coinvolto il padre di Renzi). Ma a oggi non è stato trovato nemmeno un euro, un piccolo assegno, una bottiglia di vino omaggio: niente. Eppure su questa cosa, su questa corruzione fantasma, si è alimentata una campagna di stampa durissima, con accuse quotidiane, che dura da sette mesi.

3- La campagna viene sorretta da continue fughe di notizie (false) da un unico posto: la procura di Napoli e lo speciale nucleo dei carabinieri di cui essa si serve, il Noe. E infatti uno dei primi provvedimenti dei magistrati romani, divenuti titolari dell’inchiesta, è stato quello di estromettere il Noe da qualunque attività investigativa. Anzi, due ufficiali dello stesso sono attualmente sotto inchiesta, indagati, da parte dei magistrati della capitale.

4- Sorte analoga è capitata al Pm titolare, all’inizio, dell’indagine, accusato di aver agevolato, insieme alla fidanzata, la fuga di notizie, insomma di aver passato le carte dell’inchiesta al noto giornale.

La traduzione in lingua corrente, in italiano standard cioè, di questa storia è molto semplice.

A Napoli un Pm, con la collaborazione dei carabinieri del Noe, monta un’indagine, manda avvisi di garanzia, interroga indagati, in merito a vicende non di sua competenza, e infatti alla fine l’inchiesta viene trasferita a Roma. Non ci sono, comunque, risultati apprezzabili sul piano delle indagini, ma moltissime indiscrezioni di stampa (sempre sullo stesso giornale). Alla fine il Pm e i suoi carabinieri finiscono indagati dalla procura di Roma.

E così l’inchiesta Consip si trasforma in un’indagine sull’inchiesta di Woodcock e dei suoi carabinieri. Tutti accusati di aver addirittura inventato di sana pianta un intervento dei servizi segreti per depistare le loro indagini a opera ovviamente dello stesso Matteo Renzi. Circostanza rivelatasi subito falsa, ma inserita nel fascicolo comunque, giusto per dare un tocco di drammaticità alla storia.

A questo punto è lecita un’osservazione. Bisogna sperare che i magistrati romani abbiano preso un granchio grande come un grattacielo. Se invece avessero ragione, alla fine, questo sarebbe semplicemente e chiaramente un tentativo di colpo di Stato contro il governo e Renzi, realizzato attraverso forze della magistratura, carabinieri non proprio fedeli e un giornale.

Non è una pretesa assurda quella di chiedere che si faccia luce su questa vicenda fino in fondo e in fretta.

Il “Piano Solo” è del 1964, da allora sono passati 53 anni, durante i quali la legalità repubblicana (anche nei momenti di scontro politico aspro) è stata sempre rispettata.

Si vuole sapere se a partire dal dicembre scorso, dall’inizio dell’inchiesta Consip, essa sia stata violata da corpi dello Stato.