Derivati, Futures & co: i trucchi della finanza continuano

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 26 Gennaio 2016 - 05:54 OLTRE 6 MESI FA
Derivati, Futures & co: i trucchi della finanza continuano

Derivati, Futures & co: i trucchi della finanza continuano

ROMA – Derivati, Futures & co: i trucchi della finanza continuano. Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo su “Uomini & Business” con il titolo “le magie dei derivati”.

Anni fa un professore di economia confessava: “E’ venuto da me uno studente con la proposta di acquisto di un derivato fatta a suo padre. L’ho letta tre volte, insegno economia da trent’anni. Ma devo confessare che non ho capito che cosa stavano cercando di vendere a quel signore”.

I derivati, bestia nera (per la gente comune) della finanza, hanno ormai una diffusione vastissima. Alcuni sono così intricati e lontani dalla realtà che in effetti è impossibile capirci qualcosa. Se uno compra un’azione delle Assicurazioni Generali, sa  che cosa ha comprato e, con qualche fatica, può controllare se le Generali vanno o male, e quindi se ha fatto un buono o cattivo investimento.  Con i derivati non è così. E’ tutto per aria. Facciamo un esempio. Anni fa, andavi in supermercato a comprare una Tv a colori e scoprivi, con una certa sorpresa, che non volevano un pagamento in contanti, ma solo a rate. Perché? Perché il tuo debito veniva ceduto, venduto, a una finanziaria (o a un’assicurazione) insieme a altri debiti, fra cui alcuni di riscossione molto incerta. La finanziaria acquirente, in base a suoi calcoli, impacchettava tutti questi debiti (crediti per lei) di varia provenienza e natura in un derivato, il cui valore finale dipendeva dalla misura di insolvenze registrate. Praticamente una scommessa. Se tutti gli acquirenti a rate, pagavano regolarmene il derivato era buono, altrimenti no.

E’ facile capire che il derivato è, per definizione, uno strumento molto flessibile: al limite ci puoi impacchettare dentro qualsiasi cosa. Dalle azioni delle miniere congolesi a quelle degli acquedotti canadesi. Insomma, non compri e non vendi più azioni, ma titoli che rappresentano un insieme di realtà. Le varie realtà sono “pesate” dentro il derivato in base a algoritmi complessi. Inutile sperare di capirci qualcosa. Si tratta, per il risparmiatore, di pure scommesse. La logica, comunque, è quella di mettere insieme, nello stesso titolo, qualcosa di buono e qualcosa che da solo non sarebbe vendibile.

Se uno vuole provare degli autentici brividi finanziario può lanciarsi nel mondo degli Abs, che non sono freni ma Asset-bached securiy.  Il concetto è semplice, ma se vi offrono un Abs, pensateci tre volte. Ecco di che cosa si tratta. Poniamo che una banca abbia crediti non facilmente esigibili (di solito mutui per acquisto case). Li cede a una società veicolo, SPV, da lei stessa creata, con sconto. La SPV per finanziarsi, emette appunto titoli Abs, obbligazioni, collocati presso il pubblico. Da questo punto in avanti tutto dipende da quanto i crediti difficili da riscuotere diventano esigibili. Se siete fortunati, bene. Altrimenti no.

Poiché la finanza è anche fantasia esistono vari tipi di Abs. Gli Mbs, ad esempio, trattano solo mutui per case. Ma poi ci sono quelli che trattano mutui per auto, ecc.

Nella categoria rientrano anche i contratti futures. Sono contratti in cui un acquirente si impegna a comprare un bene (petrolio, ad esempio), pagandolo fra sei mesi, o un anno, un prezzo stabilito adesso, indipendentemente da quello che sarà il prezzo di mercato. Se il petrolio va su, chi ha comprato i futures, guadagna. Se va giù, perde.

I derivati sono quindi strumenti molto flessibili e  molto utili nella finanza,  ma molto pericolosi, come abbiamo già detto sono delle pure  scommesse. Le banche per bene li vendono ai clienti importanti solo dopo aver fatto firmare una quantità infinita di carte e aver fornito adeguate spiegazioni. Le banche un po’ così così, invece, le rifilano allegramente.

Ecco perché la normativa che disciplina la vendita dei derivati dovrebbe diventare più severa, escludendo che possano essere offerti ai piccoli risparmiatori.

Ma con la finanza, allora, non si puoi mai stare tranquilli? Dopo il crack della Lehman Brothers si era detto “mai più questi disastri”, ma è stata una promessa vana. E la ragione è semplice: il denaro, ormai, si muove a una velocità vicina a quella della luce. Un banchiere disonesto, o semplicemente incapace, può distruggere il suo istituto in un pomeriggio. Come è appunto accaduto con la Lehman in America. Al sabato era ancora in piedi, lunedì mattina gli impiegati uscivano con gli scatoloni. Fallita. Cancellata. Operava in quasi 150 paesi, ma è sparita in una notte.