Energia, Sen e Cdp: ma qualcosa si farà oltre il ponte di Messina?

di Fedora Quattrocchi
Pubblicato il 12 Novembre 2012 - 08:13| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA

Il Governo ha di recente presentato la nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN), a quasi un quarto di secolo dall’ultimo Piano Energetico Nazionale (1988, anno in cui si dismetteva il nucleare in Italia), che è stata sottoposta anche ad una consultazione pubblica su sito web del Ministero Sviluppo Economico.

Si tenga conto che l’obiettivo ultimo del Governo è l’abbattimento dei costi dell’energia, la cura per ambiente e la sicurezza di approvvigionamento energetico (in tutte le filiere, comprese le materie prime necessarie, che spesso non vengono dovutamente considerate nelle smart cities, che sarebbe meglio eleggere a smart regions per essere più autarchici).

Si può quindi sintetizzare di poter svolgere progetti infrastrutturali e ricerca nel campo delle scienze della terra/ingegneria – con investimenti della Cassa Depositi e Prestiti, prioritariamente nei seguenti punti chiave:

– su progetti e ricerche per ottemperare il punto SEN in cui parla di strategie di aumento di produzione delle rinnovabili ed uso sicuro e non emissivo degli idrocarburi, con pianificazione del suolo e sottosuolo congiunto, per addivenire al miglior mixing energetico che tenga conto di tutti gli utilizzi in superficie sul territorio (solare, eolico, biomasse, miniere, stoccaggio scorie nucleari, stoccaggio elettricità, smart grids, smart cities, etc…) e nel sottosuolo (stoccaggio metano, stoccaggio CO2, geotermia, miniere profonde, materie prime, stoccaggio di calore nucleare – per ora assente in Italia – per utilizzi di “unconventional Gas recovery”, etc…).

– su progetti e ricerca per ottemperare il punto SEN in cui parla di aumento della sicurezza intrinseca negli stoccaggi e nello sviluppo idrocarburi inland ed offshore), coinvolgendo l’industria co-partecipata di Stato e con il resto del settore privato, anche PMI. Tali infrastrutture e ricerca utile alla riduzione di circa il 20% di emissioni di gas serra, necessita tra l’altro della comunicazione, divulgazione e formazione universitaria o scolastica (dottorati, mostre, festival, etc…) attività di incremento della public acceptance delle filiere energetiche con fondazioni affini ad energia ed ambiente (es. Fondazione Sviluppo Sostenibile) e affini all’argomento sicurezza del Paese (es. TTS).

Una Cassa come quella Depositi e Prestiti potrebbe interessarsi di più di progetti energetici sostenibili da biomasse-biocarburanti anche in paesi terzi “affiliati” all’Italia, con particolare riferimento a: Europa dell’Est, Asia, Africa ed America Latina in collaborazione con operatori italo-stranieri;

Potremmo finalmente iniziare a mandare avanti certe filiere indotte del decommissioning nucleare, con particolare riferimento alla presenza, anche di questo Paese, di un Parco Tecnologico Nucleare della SOGIN, per il deposito “near surface” permanente o semi-definitivo di scorie ospedaliere e quelle -molto poche – di alta attività sparse per il territorio. Se ne parlava prima dell’incidente di Fukushima in Giappone ed ora non se ne parla più , nonostante il problema permanga, mentre in Spagna hanno il parco El Cabril, in Francia il parco D’Aube, etc…. Si preveda ad una scrittura congiunta di proposal europei nell’ambito EURATOM con SOGIN, INGV, ENEA ed altri enti stranieri (NAGRA, ANDRA, POSIVA-OY, etc…) con cofinanziamento della Cassa Depositi e Prestiti.

– Si proceda a quanto scritto nella SEN con avvio di progetti infrastrutturali e ricerca per l’esplorazione di riserve di gas e petrolio, le più importanti in Europa dopo i paesi nordici. Ed essendo scritto in quel documento SEN che il Governo non intende perseguire lo sviluppo di progetti in aree sensibili in mare o in terraferma, ed in particolare quelli di shale gas, un grande lavoro è necessario per noi geologi ed ingegneri, in questo senso, per “definire queste aree sensibili”.

Come Giovanni Gorno Tempini, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti ha detto dpmenica 11 novembre:

“…non si deve aver paura dei capitali stranieri….”.

(e mandiamo via gli inglesi dalla rigassificazione possibile a Brindisi ed altri inglesi ancora in Nord Italia), ed ancora Gorno Tempini ha detto:

“Il tema delle infrastrutture energetiche è importante…. l’infrastruttura fa parte di quella attività dello Stato nell’Economia, che può dare ritorno immediatamente, oppure essa è un volano importante per l’attività economica di lungo periodo…infrastruttura significa toccare interessi di comunità che vedono intaccare il loro territorio… ma il concetto di infrastruttura richiama in concetto che… il denaro deve essere paziente(. …) l’investimento di lungo periodo dà ritorni piu difficili…. Sul concetto di lungo termine esiste un piccolo club di banche tra cui Cassa Depositi e Prestiti”.

Staremo a vedere se oltre a ponti e strade vi sarà spazio, “…,con approccio liberista o Keynesiano …” che sia, sugli argomenti del documento SEN.