Rinnovabili. Benzina dall’aria: sogno che non diventi illusione

di Fedora Quattrocchi
Pubblicato il 23 Ottobre 2012 - 07:52| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA

La benzina che si crea dall’aria è una notizia che potrebbe sembrare foriera di una rivoluzione energetica epocale: una piccola azienda britannica (spesso le innovazioni importanti vengono da piccoli pionieri) Air Fuel Synthesis di Stockton-on-Tees, da agosto, ha prodotto in una raffineria pilota cinque litri di carburante a partire dal componente “anidride carbonica” in aria.

L’azienda conta di potersi espandere su larga scala nei prossimi due anni, fino a produrne una tonnellata al giorno, al punto da indurre qualcuno a chiedersi se sia in atto  una svolta per la crisi energetica, che potrebbe ridurre anche il riscaldamento globale.

Purtroppo non è così anche perché bisogna considerare gli ordini di grandezza delle cose, il rapporto costi/benefici e il bilancio energetico di un processo.

Che fosse possibile catturare l’ anidride carbonica dall’aria che respiriamo quotidianamente e trasformarla in carburante, eliminando al tempo stesso uno dei principali gas serra nell’atmosfera, prodotto dalla combustione dei combustibili fossili è noto da tempo. Ma da lì a parlare di risolvere la crisi energetica e aiutare a ridurre il riscaldamento globale la strada è lunga.

La piccola raffineria pilota da agosto ha effettivamente e semplicemente prodotto cinque litri di benzina usando anidride carbonica e vapor d’acqua, dimostrandone la fattibilità specifica e nei prossimi due anni se tutto va bene può  arrivare a produrne una tonnellata al giorno.

Però bisogna anche considerare il “bilancio energetico” di produzione di questi 5 litri di benzina. In sostanza: quanta energia ci vuole per produrre quell’altra forma di energia ? In questo caso per produrre 1 litro di benzina con questo processo ? Se ci vuole un equivalente in frazione di Tep (Tonnellata Equivalente di Petrolio) che supera il litro di benzina stesso, è giusto chiedersi se il “gioco vale la candela”, se sia stata spesa più energia di quanta ne sia stata prodotta.

Il quotidiano inglese Independent ha parlato di “pietra miliare” sulla via della corsa all’energia pulita, “sacro graal della green economy”. La svolta era stata annunciata dal ceo dell’azienda Peter Harrison durante una conferenza a Londra. “Abbiamo preso anidride carbonica dall’aria e idrogeno dall’acqua e li abbiamo trasformati in carburante”, ha raccontato Harrison davanti all’Institution of mechanical engineers di Londra, “benzina che può essere immagazzinata, trasportata e usata anche nei motori attualmente in uso, pur non contenendo gli additivi che si trovano nei carburanti tradizionali”.

Quando si dice però che la nuova benzina “pulita” può essere prodotta, quindi, senza bisogno di nuove, costose infrastrutture è un po’ esagerato e sembra più legato a obiettivi di tipo finanziario e di ricerca di ulteriori finanziamenti, oltre quelli iniziali di un gruppo di “filantropi anonimi” di cui parla il Telegraph. Per produrre qualcosa che abbia un senso industriale e commerciale prevedono ci vogliano 15 anni e un numero congruo di  sterline o euro o dollari.

Intanto, per ora, come scrive Repubblica,

“il sistema per estrarre l’anidride carbonica dall’aria per creare carburante è ancora troppo costoso: si parla di 400 sterline per catturare una tonnellata di CO2”.

Importante è provare, cercare nuove strade. E non illudersi.