Massimo Ferrero, Viperetta a Genova domina: “Prima e dopo la Samp, niente”

di Franco Manzitti
Pubblicato il 3 Febbraio 2015 - 12:57 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Ferrero, Viperetta a Genova domina: "Prima e dopo la Samp, niente"

Massimo Ferrero fa gara con Maurizio Crozza a chi lo imita meglio. In comune hanno la passione per la Sampdoria

GENOVA – La città va a scatafascio, le Primarie per scegliere il candidato del Pd alla presidenza della Liguria è diventata una rissa indegna, che squarcia il partito-padrone della Liguria, il Pd, la banca-mamma, Carige, è in sciopero e i suoi vecchi vertici sotto un clamoroso processo, l’Istituto delle palanche genovesi è sospeso tra gli scandali della vecchia gestione e nuovi soci in entrata, scioperano anche i dipendenti di Costa Carnival, di fronte al trasferimento ad Amburgo di tre dipartimenti della sede del centro direzionale, che è come strappare le radici alla città, il giornale Il Secolo XIX, il leggendario “Monono” della quotidianeità genovese, diventa una costola della “Stampa”, chiude la sua tipografia, si stampa a Torino e prenderà una parte delle notizie nazionali dai colleghi piemontesi……..
Si potrebbe continuare nella cronaca del declino, ma a Zena la notizia che domina, che stravolge, che vola di bocca in bocca e rompe ogni schema riguarda ogni giorno, dal mese di luglio 2014, Er Viperetta, alias Massimo Ferrero, il nuovo padrone dalla Sampdoria, il cinematografaro romano del Testaccio, successore al vertice blucerchiato di grandi petrolieri o business man o armatori, come Alberto Ravano, Gigio Costa, Sanguineti, Paolo Mantovani, Riccardo e Edordo Garrone, tutti signori del classico establishment genovese quello, ricco, miliardario, stiloso, riservato, di salotti chiusi, di uso di mondo internazionale e in casa sobrietà assoluta, di blazer blu, cravatte di Finollo (mitico negozio della centrale via Roma), di circoli selezionatissimi come il Tunnel, la Yacht Club, il Casino dei Nobili.
Quello stile di indefinibile aplomb, mai emerso su ribalte se non per la sua riservatezza anche un po’ snob, per quei toni tra il grigio, il bordeaux, il blu del look e per i toni bassi di ogni rarefatta “uscita”, è stato completamente rimpiazzato dagli show di Viperetta-Ferrero, che non ha niente a che fare con la Nutella.
Ha comprato E’To Samuel, il calciatore camerunense più titolato al mondo, 365 gol in sei o sette campionati diversi, tra i quali quello inglese e quello italiano, dove fece Triplete nella squadra di Josè Moutinho, il suo mentore numero uno. Lo ha pagato 16 milioni di euro, gli da un annuale di 1,8 milioni di euro più trentamila a gol, bazzeccole per gli ingaggi ai quali era abituato il leone di Nkongsamba, in Russia e in Inghilterra.
Un red carpet tra la Zena decadente e Bogliasco, il paesino da incanto sul mare dove la Samp si allena, per questo campione che forse è già un ex che gira il mondo con le sue trenta auto fuori serie, uno stile privato ancora tutto africano, una residenza principesca a Milano, dove ha continuato a vivere la sua famiglia e – dulcis in fundo – un’età indefinita (34 anni dichiarati, ma quanti sono in realtà? Quel furbo di Mourinho diceva che E’to ha chissà 35, 40 anni, ma forse lo sosteneva al suo passaggio dal suo Chelsea all’ultimo approdo del camerunense, l’Everton).
Viperetta ha usato E’To come la ciliegina di una campagna acquisti, dove ha comprato anche il giovane bimbo prodigio Muriel dall’Udinese, dalla molto attrezzata in business sportivi famiglia Pozzo, litigandoci anche perchè il ragazzo non era a posto fisicamente, ma resta comunque una grande promessa, ha speso insomma una cifra record per un mercato di gennaio che i bene informati indicano con una cifra intorno ai 46-50 milioni di euro.
Questo signore del Testaccio romano, di estrazione nazionalpopolare e di ascesa cinematografica dirompente, con l’acquisto di catene di sale di proiezione nella capitale, con il primo matrimonio con una signora marchigiana Laura Sini, della celebre famiglia che gestisce i “Buonatavola Sini” di Nepi, azienda alimentare di antica tradizione e potenza, da cui ha avuto cinque figli, questo signore ha una storia agli antipodi rispetto ai suddetti ex padroni di quella che lui, con un vezzo da grande avanspettacolista chiama la Zamppddoria, con la zeta e le doppie per sfottere gli interlocutori e se stesso.
La sua prorompente personalità spettacolare, che lo fa emergere nel circo mediatico come un numero uno, imitato alla grande da Maurizio Crozza che lui steso contro imita, protagonista quotidiano di tutti i talk sportivi di tutte le reti, record di inquadrature durante i match della sua squadra in cui appare sempre fasciato da sciarpe, lenzuola, teli blucerchiati, prima imbarazzava la cool Genova di quegli stilosi signori, dei loro eredi e di tutto un mondo trasversale, che anche sotto i colpi della grande mutazione globale si distingue per i propri sottotoni. Siano questi toni quelli dei camalli che smontano nel porto di Prà-Voltri la Concordia, affondata da Schettino, il comandante napoletano, altro che i nostri di Camogli, siano – questi sotto toni – gli altri, usati nei salotti sempre più chiusi di via Garibaldi, la strada dei Re, nel cuore della città, dove si salgono scalini consunti e si accede a saloni affrescati da Luca Cambiaso, Bernardo Strozzi e gli altri idoli di un Seicento che i genovesi non riescono a dmenticare mentre il loro galeone affonda nella storia moderna.
In questo clima un po’ schizzato Er Viperetta dilaga anche perché fino a ieri la sua Zampdddoria giocava da dio e sotto il tacco dell’allenatore, un serbo speciale, già gran giocatore di Lazio, Inter e appunto Samp, Sinisa Mjhailovic, che aveva raggiunto una quasi imbattibilità e il terzo posto in classifica (ora sceso al quarto).
Chi meglio di lui per rompere i vecchi schemi del riserbo storico? Uno che era figlio di una famiglia ultrapopolare, con la madre con banco al mercato romano di Piazza Vittorio, salito nel mondo cinematografico dal ruolo di fattorino factotum, a autista, a aiuto produttore nel mitico “A mezzanotte va la ronda del piacere”, poi attore lui medesimo, con un cammeo nel film di Riki Tognazzi “Ultrà”, guarda caso dedicato al mondo del calcio violento e un altro cammeo nel mitico “Camerieri”, dove diede il meglio di sé Paolo Villaggio, non a caso genovese, e udite, udite, supersampdoriano.
Dopo le particine Massimo Ferrero, battezzato Er Viperetta niente meno che da Monica Vitti per un servigio da lui reso alla grandissima attrice, ha scalato il mondo di celluloide.
E’ diventato il titolare di un circuito di sale cinematografiche, delle quali 51 arrivavano dal crak di Cecchi Gori. Tra le quali c’era anche il mitico Cinema Adriano. E poi si è messo a produrre lui stesso tanti film, che se vai a consultare Wikipedia ti perdi perfino, ma non dimentichi i cult di Tinto Brass, come la Chiave, Miranda, ma trovi anche i capolavori di Giuliano Montaldo, toh un altro genovese, ma questa volta supergenoano, come Marco Polo. E ci trovi, nella lista hit parade del Ferrero, anche film straimpegnati come Corleone di Pasquale Squitieri…..
Insomma, con alle spalle questo curriculum ed anche un volo, finito male, nel settore appunto dell’aviazione civile con una quota nella già fallita con bancarotta compagnia Livingston Energy Flight, Er Viperetta è atterrato e spopola a Genova.
Non c’è intervista “normale” con lui, nella quale non cerchi di essere lui l’intervistatore o il provocatore, presentandosi con un look senza eguali, capelli a pioggia sulla testa, ciuffi pechinesi sugli occhi, scarpe bicolori, camicie sbottonate e, soprattutto, tovaglie blucerchiate.
Ha “inzigato” la super star di sky Ilaria D’Amico, la donna del portiere Juve Gigi Buffon, proponendole un film da fare subito, ha tacchinato qualsiasi intervisatrice e sfottuto qualsiasi intervistatore nella selva di microfoni che lo inseguono ovunque, tanto lo show con lui è assicurato, sempre e ovunque, anche quando la telecamera non c’è. Chiedere ai ristoratori genovesi che lo hanno a tavola.
Quanto durerà, mentre i salotti genovesi e quelli con il portafoglio gonfio che non tirano fuori le palanche nella città che “strippa di soldi”( copyright di Romano Prodi non di Massimo Ferrero) per squadre di calcio e affini, guardano con un sussiego peloso, aspettando un gran finale?
Ma quando finirà il lungo blitz di questo signore dalla simpatia inclassificabile ma debordante, nella gabbia della Superba decadente, dove il calcio è la grande fuga dai dolori quotidiani, dove chi tocca i suoi fili muore, come il presidente della Regione Claudio Burlando, genoanissimo, che è stato messo a tacere, dopo essersi posto quel problema (“Quanto dura Ferrero?”). “Che pensi agli esondati”, gli ha sibilato il Viperetta, mascherandosi con un altro drappo blucerchiato.
Alla domanda fatale lui stesso ha già risposto così: “Prima della Samp non ero niente, dopo la Samp non sarò niente!”, come a suffragare la tesi fantasiosa di una presidenza mascherata, che copra qualche altro misterioso investitore, cui Ferrero presta i suoi estemporanei show.
Tra il riserbo di quei salotti, di quei circoli, ma anche nei bar sport della Superba da Oriente a Occidente di questa città lunga e divisa in quartieri anche per la sua geografia del tifo, il nome del più accreditato è quello dell’imprenditore Gabriele Volpi, 71 anni, un tycoon potentissimo, un figlio di Recco, il paese della grande squadra di pallanuoto e della mitica focaccia al formaggio.
Volpi è ricco e potente, ha fatto i miliardi in Nigeria, dove gestisce le infrastrutture del paese, dove ha una concessione per estrarre petrolio, acciaierie, dove si è appena comprato un’isola intera. A Recco e in Liguria tenta grandi operazioni urbanistiche a Recco-Sori ed anche a Santa Margherita, della quale vorrebbe rifare lo storico porticciolo.
Possiede già la Pro Recco e nel calcio è l’azionista dello Spezia che dalla serie B vuole andare in A e forse ci riesce e gli invidiosi di quei vecchi salotti un po’ inaciditi, sostengono che abbia quote anche nell’Hellas Verona.
Ma Volpi, che sicuramente vuole rientrare alla grande in Liguria, dopo decenni di duro lavoro in Africa, non conferma, anzi smentisce e soprattutto smentiscono la sua presenza misteriosa oltre Viperetta quelli del Gruppo Garrone, che Ferrero lo hanno scoperto, vendendogli la squadra. Qualche maligno ha sussurrato: regalandogliela con anche un cospicuo bonus, pur di levarsela dalla schiena.
E allora? Tutti ad aspettare il prossimo show, mentre gli affari per Er Viperetta si complicano: la sua Zampddoria ha perso improvvisamemte 5-1 dal Toro e E’To ha già litigato con l’allenatore per gli allenamenti troppo duri. Appuntamento su Crozza per sapere come andrà. Che parli lui, Crozza, o Viperetta è lo stesso. Sono ambedue sampdoriani. E recitano e imitanto tutti e due.