Berlusconi, conflitto di interessi blocca Forza Italia. Pena del contrappasso

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 25 Novembre 2014 - 16:57 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi, conflitto di interessi blocca Forza Italia. Pena del contrappasso

Berlusconi, conflitto di interessi blocca Forza Italia. Pena del contrappasso (foto Lapresse)

ROMA – Chi di conflitto di interessi ferisce, di conflitto di interessi rischia di perire. Ci riferiamo alla paradossale situazione nella quale si trovano l’ex cavaliere ed il suo partito. Berlusconi, in quanto imprenditore, ha deciso di non poter condurre una seria opposizione al governo Renzi.

La sola idea che a qualcuno possa venire in mente di mettere mano alle norme ad personam e ad aziendam gli procura l’orticaria. Del resto vorrá pur dire qualcosa che, anche in occasione dell’ultimo incontro con Renzi dedicato alla legge elettorale, abbia sentito il bisogno di consultare prima la famiglia e Fedele Confalonieri e poi i dirigenti di Forza Italia.

Quello che un tempo era il punto di forza, e cioé il suo conflitto di interessi, é ora una palla al piede per Lui, ma soprattutto per chi vorrebbe ricostruire un polo di destra alternativo al progetto di Renzi. Non casualmente nelle consultazioni elettorali in Calabria e, soprattutto, in Emilia Romagna, la parte del leone l’ha fatta Salvini, impugnando la bandiera della opposizione all’Europa e alla immigrazione.

I colonnelli di Berlusconi sono stretti tra la fedeltá al capo di sempre, la necessità di continuare ad utilizzare le sue tv ed il suo patrimonio e la forza dei fatti e della politica che consiglierebbe loro di abbandonarlo al suo “Dorato destino” e di ricostruire una presenza autonoma e di opposizione.

Non sará una scelta facile perché, ancora oggi, senza Berlusconi rischierebbero di diventare comunque residuali; con Lui al comando non potranno che immolarsi sull’altare dei suoi interessi che continuano ad essere molteplici e tutti dipendenti dalle scelte dei governi di turno.

Padre Dante la chiamava pena del contrappasso e consisteva nel assegnare un castigo coerente con la colpa commessa, e cosî il cavaliere che aveva infilato tutto e tutti grazie anche alla sua capacità di unire media, affari e politica, ora rischia di essere condannato alla sconfitta perché condannato a tenere insieme attività ed interessi non piú conciliabili.