Grecia contro gli scogli. Tsipras o cede a Troika o perde la faccia in patria

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 26 Giugno 2015 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA
Grecia contro gli scogli. Tsipras o cede a Troika o perde la faccia in patria

Grecia contro gli scogli. Tsipras o cede a Troika o perde la faccia in patria (foto Ansa)

ROMA – Giuseppe Turani ha scritto per Uomini & Business un articolo intitolato “Grecia/ Dritti contro gli scogli“. L’opinione di Turani è che Tsipras non abbia molta scelta: da una parte non può sfidare a oltranza le istituzioni europee, dall’altra non può tornare in Grecia accettando di ridimensionare del tutto la sua politica, alzando le tasse e abbassando le pensioni. BlitzQuotidiano vi propone l’articolo integrale:

La lunghissima odissea greca sta rischiando di andare a sbattere contro scogli e tempeste. Stanno infatti entrando in campo elementi imprevisti, ma di un notevole peso mentre continuano a farsi sentire le vecchie questioni.

Da una parte abbiamo infatti le resistenze greche, e le insistente dei creditori, su pensioni e Iva. Nel senso che i creditori vorrebbero vedere un po’ meno spese e un po’ più entrate sicure. D’altra parte Tsipras non può tornare a Atene avendo conquistato nuove imposte e pensioni più magre.

La sinistra del suo partito è già pronta a impallinarlo e a fare di lui un ex premier. Quindi si muove su un sentiero molto stretto. Deve concedere qualcosa ai creditori, altrimenti lo mandano in fallimento. Ma deve cercare di spostare gli eventuali impegni in avanti di qualche anno in modo da poter dire alla sua ala sinistra che non ha ceduto completamente.

Ma anche nel fronte dei creditori ci sono delle novità. Se la signora Merkel, attenta più che altro alle ragioni della politica, continua a dire che si deve trovare un accordo, il suo ministro delle finanze, Schauble, sostiene che sono stati fatti addirittura passi indietro.

E poi c’è lo snodo della signora Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale (maggior creditore della Grecia), che da qualche giorno è diventata molto severa e assai poco propensa a fare grossi sconti alla Grecia. La spiegazione, ancora una volta, è politica, ma opposta a quella della signora Merkel, che non vuole scosse troppo forti intorno all’euro. Il mandato della signora Lagarde scade l’anno prossimo e lei, ovviamente, vorrebbe essere rieletta. Per questo le serve il voto dei paesi emergenti. E questi ultimi hanno manifestato proprio in questi giorni la loro insoddisfazione per l’intera vicenda greca, dove il Fondo rischia di perdere un sacco di soldi.

In conclusione, da una parte abbiamo Tsipras che non può concedere più di tanto, pena essere spedito a casa. Dall’altra parte, c’è il maggior creditore della Grecia, la signora Lagarde, che corre lo stesso pericolo se riserva a Atene troppi riguardi. In mezzo c’è la signora Merkel, trattata malissimo dai greci, che invece cerca cdi salvare capra e cavoli. Ma la partita si fa molto complicata anche per lei. E poi c’è la seconda partita, quella degli immigrati, forse ancora più complicata della prima. E dove l’Europa sembra proprio incapace di trovare un accordo.