Italia in recessione? No, esagerazione estiva

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 12 Agosto 2016 - 17:12 OLTRE 6 MESI FA
Italia in recessione? No, esagerazione estiva

Italia in recessione? No, esagerazione estiva (nella foto Ansa, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan)

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini e Business con il titolo “La frenata del secondo trimestre“:

In rete circola la voce che sia alle porte, per l’Italia, una spaventosa recessione. Naturalmente, si tratta di un’esagerazione estiva. I fatti sono molto più semplici. Nel secondo trimestre dell’anno (aprile-maggio-giugno) il Pil non ha aumentato la propria crescita. Rispetto al primo trimestre la crescita è stata zero.

Il che, tanto per chiarirci, non vuol dire che l’Italia è stata ferma per tre mesi. Significa solo che nel secondo trimestre il paese ha prodotto esattamente quello che aveva prodotto nel primo. La crescita già acquisita per il 2016, a questo punto, è dello 0,6 per cento. Poi ci sono ancora sei mesi. E lì si giocherà la partita.

Lo stesso governo, peraltro, non crede più a una crescita 2016 pari all’1,2 per cento rispetto al 2015. Probabilmente, nostre stime, si farà un po’ meno dell’1 per cento, Anche se non si possono escludere sorprese.

Per ora manca il dettaglio dei conti dell’Istat sul secondo trimestre. Si sa solo che l’export ha dato un contributo positivo. Allora rimangono tre altri possibili settori fonte di un contributo negativo (così da portare a zero il tutto): le scorte, i consumi, gli investimenti. Difficile che siano stati i consumi: ci sono state assunzioni e quindi più stipendi. Forse le scorte, nel senso che invece di produrre tanto si sono mangiate un po’ di scorte. Se la causa fosse questa, allora il terzo trimestre potrebbe essere migliore (altro che recessione) per la semplice necessità di ricostituire le scorte.

Ma il contributo negativo potrebbe anche essere venuto dagli investimenti, e questo sarebbe male perché gli investimenti sono in funzione delle attese sul futuro. E non si può escludere che le polemiche sul governo e l’incertezza sull’esito del referendum abbiano spinto gli imprenditori a essere più prudenti. Per ora, comunque, mancano conferme. La fiducia degli imprenditori, ove fosse rallentata davvero nel secondo trimestre, potrebbe crescere di nuovo dopo un esito favorevole al SI del referendum e alla ritrovata stabilità di governo.

La partita, insomma, comincia adesso, ma non esiste alcuna recessione.