Junker ha rimandato Renzi a marzo, le riforme l’esame di appello. Draghi intanto…

Pubblicato il 25 Novembre 2014 - 07:16 OLTRE 6 MESI FA
Junker ha rimandato Renzi a marzo, le riforme l'esame di appello. Draghi  intanto...

Giuseppe Turani avverte: Junker ha rimandato Renzi a marzo, le riforme saranno l’esame di appello

Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo “La salvezza è lontana”.

La Commissione europea ha dato via libera alla Legge di Stabilità del governo italiano. E questo è certamente un successo molto grosso di Renzi e di Padoan. E’ vero che questa legge deve ancora attraversare il confronto parlamentare (che non si annuncia tanto semplice), ma il fatto di avere in tasca un o.k. di Bruxelles rappresenta certamente una buona carta da giocarsi nel dibattito che ci sarà. Va detto subito che non si tratta di un’ approvazione totale e incondizionata. La Commissione ha dato il via libera all’Italia e ai suoi conti tenendo conto di due fatti: e cioè che il 2014 è stato un anno particolare e molto difficile e che il nostro paese ha comunque avviato delle riforme importanti. Ma la Ue rimane un’organizzazione severa e prudente. Ha stabilito che a marzo ci sarà una verifica e allora si darà un giudizio più preciso. Alla verifica primaverile verranno sottoposti anche la Francia e il Belgio. Per ora, comunque, Renzi porta a casa un ottimo risultato. E è stato favorito anche da una serie di circostanze di un certo peso. 1. Il presidente Junker è sotto attacco per via di certi accordi fiscali fatti in Lussemburgo con dei grandi gruppi. In questo momento, quindi, ha bisogno di tutto, meno che di nemici. E l’Italia, benché ammaccata e in difficoltà, resta comunque la terza economia europea e Renzi il capo del più forte partito socialista dell’Unione. Respingere, quindi, la Legge di Stabilità italiana sarebbe stato un gesto abbastanza insensato. Meglio rinviare tutto di qualche mese. 2, Junker ha un altro grosso problema. L’Europa non si muove. È inchiodata nella sua crisi. La crescita non c’è e quindi nemmeno l’aumento dell’occupazione. La situazione è talmente seria e grave che la Bce, andando contro la sua storia, i regolamenti, i trattati e i desideri della Germania, in questi giorni si trasformerà in una specie di Federal Reserve e interverrà pesantemente sul mercato comprando i titoli pubblici meno appetibili per gli investitori tradizionali. E cercherà di mettere in circolazione quanti più soldi potrà per vedere di smuovere un po’ l’economia. Cosa che non avverrà. Con i suoi interventi Draghi sta solo, come si dice, “comprando tempo”, tiene in piedi la baracca. Ma per svoltare davvero sono i vari Stati che devono fare le riforme ormai non più rinviabili. Insomma, Junker dice a noi di fare le riforme se vogliamo a marzo l’approvazione definitiva di Bruxelles. Ma anche lui ha esattamente lo stesso problema. E quindi non poteva bocciare noi, visto che potrebbe essere bocciato lui insieme a tutta la sua commissione.