Berlusconi, Veronica & Noemi. Silvio come Ronald Reagan: “The teflon president”

di Licinio Germini
Pubblicato il 13 Maggio 2009 - 17:37| Aggiornato il 17 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Certe persone non imparano mai. E nemmeno certi partiti. Prendiamo il Pd, per esempio, che anche dopo le batoste elettorali che l’hanno ridotto al lumicino, e dopo le esternazioni di opinionisti di varia estrazione secondo i quali le elezioni non si vincono con l’anti-berlusconismo viscerale, come puntualmente è stato dimostrato, continua imperterrito ad attaccare il premier qualunque cosa faccia.

Ora, che Berlusconi presti il fianco alle critiche – ne riceve  perfino nella lontana Finlandia – è cosa nota. Le sue gaffe sono leggendarie, le sue battute nel migliore dei casi estemporanee, le sue promesse (vedi il caso dell’Abruzzo) non sempre attendibili. E va bene. Quello però che i lancieri dell’anti-berlusconismo purchessia non sembrano afferrare è che il premier possiede come lo scomparso presidente Usa Ronald Reagan le qualità del teflon, un materiale su cui scivola tutto.

Il gioviale ex-presidente degli Stati Uniti di battute storte e di gaffe impressionanti ne faceva a bizzeffe. Ma non lo toccavano più di tanto. Lo chiamavano, appunto, ”the teflon president”, e quando ha lasciato la Casa Bianca dopo un duplice mandato era più popolare che mai.

Così è – o almeno è stato finora – anche per Berlusconi. Lo dice non chi scrive ma la (grande) maggioranza degli italiani che l’hanno votato, lo votano e probabilmente continueranno a votarlo, anche se si vanta di aver fatto il playboy con la presidentessa finlandese, o fa le corna dietro un dignitario ad una riunione internazionale, o fa cucù alla cancelliera tedesca Angela Merkel e via discorrendo.

Avere un rivestimento di teflon lo ha aiutato anche con la straordinaria storia della festa di compleanno della ormai celeberrima Noemi Letizia, con tanto di regalino (un ciondolo in oro e diamanti) da 6 mila euro. Versioni contrastanti sull’evento, bugie, ritrattazioni, rivelazioni dei giornali che sono andati a scavare per conoscere come dove e quando il premier ha conosciuto la ragazza e il padre.

Sembra che questa vicenda abbia più stuzzicato la curiosità degli italiani che suscitato la loro riprovazione, e non pare che tanto can-can lo abbia colpito con particolare virulenza: secondo l’ultimo sondaggio di Repubblica a maggio la sua popolarità ha perso 3 – dico 3 – punti percentuali, attestandosi al 53 per cento, che non è poco. Anzi.

Probabilmente questo calo è dovuto prevalentemente a compassione per la povera (si fa per dire) Veronica Lario, che delle scappatelle del marito ne ha avuto abbastanza ed ha chiesto il divorzio. E probabilmente a far scemare leggermente la popolarità del premier sono state le donne molto più degli uomini.

La conferma di questa tesi si chiama Bill Clinton, che quando fu beccato ad amoreggiare, e non solo, con Monica Lewinsky nell’ufficio ovale della Casa Bianca vide la sua popolarità aumentare invece che decrescere. Allora? Quello che la sinistra si ostina a non capire è che Berlusconi piace alla gente così com’è fatto, a torto o a ragione.

E secondo il mio modesto parere, quando un esponente del Pd, il giorno stesso della notizia in cui Veronica chiedeva il divorzio, ha dichiarato che si trattava di ”un caso politico” e che il suo partito avrebbe dovuto sfruttarlo a fini elettorali, beh, ha detto una grande bischerata che probabilmente in molti hanno trovato sconcertante.

Una conclusione, ovvia quanto volete, ma inattaccabile, e una premessa. La premessa: quando certi consiglieri di Reagan lo convinsero ad essere meno giocherellone e più consono al suo ruolo di presidente, i sondaggi cominciarono ad indicare un calo della sua popolarità. Altri consiglieri, più astuti, insorsero e cominciarono ad andare in giro dicendo «lasciate che Reagan sia Reagan».

Il vecchio Ronnie, che era tutt’altro che scemo, li ascoltò e la sua popolarità risalì. La conclusione: Berlusconi continuerà ad essere Berlusconi e, a meno di repentini mutamenti nell’opinione pubblica, lo sarà ancora per parecchio tempo. Piaccia o non piaccia a chi non apprezza le sue gaffe, le sue battute, le sue veline e quant’altro.