Argentina, grande nazione bianca, in default. Contro Usa, appello a Corte Aja

Licinio Germini
Pubblicato il 1 Agosto 2014 - 15:03 OLTRE 6 MESI FA
La Corte Internazionale dell'Aja

La Corte Internazionale dell’Aja

ARGENTINA, BUENOS AIRES –  L’Argentina in default punta il dito contro gli Stati Uniti, i veri ‘responsabili’ di una ‘situazione senza precedenti’. Buenos Aires, che ritiene il default una – afferma il ministro dell’Economia, Axel Kicillof – ”cavolata atomica”, non usa mezzi termini e accusa il giudice americano Thomas Griesa, sul quale ricade la responsabilita’ del mancato pagamento dei titolari di bond, e il mediatore Daniel Pollack, schierato con gli hedge fund.

E mentre il governo valuta le strade legali a disposizione, incluso l’appello alla corte internazionale dell’Aia, proprio Griesa convoca di nuovo l’Argentina e gli hedge fund in tribunale: l’appuntamento e’ per venerdi.

I titolari di tango bond, inclusi gli italiani, attendono di capire cosa succedera’. Intanto un primo risultato tangibile, per l’Italia, potrebbero essere le difficolta’ di Telecom Italia a vendere la propria partecipazione in Telecom Argentina. Il rischio e’ quello di un rinvio o di dover rinegoziare i termini dell’operazione. Secondo indiscrezioni, si continua comunque a lavorare dietro le quinte per rendere il default breve e indolore: alcune banche americane, inclusa JPMorgan, starebbero trattando per acquistare i bond dai fondi speculativi per 1,4 miliardi di dollari.

Il confronto e’ in corso e sembra fluido. Ma anche quello di giovedi fra le banche argentine e i fondi lo sembrava prima della rottura. L’attenzione e’ ora sulla nuova udienza di sabato, che vede ancora una volta Griesa protagonista. Il giudice e’ abituato a essere sotto i riflettori, lo e’ stato in passato inimicandosi altri poteri forti, quali il sindaco di New York Ed Kock e il presidente americano Ronald Reagan. Griesa e’ infatti il giudice che ha bloccato l’ambizioso e folle progetto e folle ‘Westway’, con il quale si voleva ‘chiudere’, riempiendolo, parte dell’Hudson River a Manhattan per farlo diventare uno snodo di tunnel per facilitare i trasporti.

E’ sempre su Griesa che ora pesa il futuro dell’Argentina, alle prese con il secondo default in 13 anni, dopo il mancato accordo con gli hedge fund. Dopo anni in cui sembrava essersi schierato con Buenos Aires, Griesa nel 2012 ha sorpreso tutti esprimendosi a favore degli hedge fund nella battaglia legale. La sua sentenza e’ stata confermata dalla Corte Suprema: l’Argentina per pagare i titolari di bond che hanno aderito al concambio doveva pagare per intero anche gli hedge fund che non avevano accettato lo swap. Buenos Aires da subito ha detto di non poter rispettare la sentenza, che avrebbe fatto scattare la clausola ‘Rufo’ (Rights upon futures option), consentendo a chi e’ in possesso di bond ristrutturati di chiedere rimborsi piu’ alti se l’Argentina paga di piu’ chi ha rifiutato il concambio.

Una clausola che scade in dicembre e che Buenos Aires avrebbe voluto aggirare, ma il suo tentativo e’ caduto nel vuoto con Griesa che ha respinto la richiesta di sospensione della sentenza. Per evitare il default, le autorita’ argentine hanno depositato presso le banche i fondi necessari per il pagamento degli interessi dei bond. Griesa ha vietato alle banche di trasferirli. Ed e’ su questo punto che si gioca il confronto: l’Argentina ritiene di non poter essere in default perche’ default e’ chi non paga e Buenos Aires ha depositato i soldi per far fronte ai suoi impegni. Fondi che sono pero’ depositati senza essere finiti ai titolari di bond. Il mancato pagamento innesca una raffica di downgrade, con Fitch e Drbs che tagliano il rating.