Ferguson. L’America insorge, sdegno davanti alla Casa Bianca

Licinio Germini
Pubblicato il 25 Novembre 2014 - 19:04 OLTRE 6 MESI FA
Disordinii a Ferguson

Disordini a Ferguson

USA, NEW YORK – Non solo i tafferugli che hanno incendiato la notte di Ferguson. L’onda di protesta per la decisione di non incriminare l’agente che ha ucciso il giovane di colore Michael Brown si e’ estesa dalla piccola cittadina del Missouri a tutti gli Stati Uniti, dove decine di migliaia di persone – afroamericani, ispanici, asiatici, ma anche moltissimi bianchi – hanno manifestato per tutta la notte la loro rabbia e la loro indignazione.

Da New York a Washington, dal piazzale della Casa Bianca a Times Square, in tanti si sono radunati in attesa della decisione del Grand Giuri’, o si si sono riversati in strada appena giunta la notizia che tutti temevano e che si e’ diffusa tra la folla con le breaking news rilanciate sugli smartphone e con il passaparola: nessun processo per l’agente Darren Wilson.

E’ stata la miccia che ha fatto scattare la contestazione. Davanti alla Casa Bianca, mentre il presidente Barack Obama lanciava in diretta tv l’ennesimo appello alla calma, almeno 500 persone hanno manifestato urlando slogan come “Hands Up, Don’t Shoot”, mani alzate non sparate: secondo alcune testimonianze, infatti, quando l’agente Darren Wilson sparo’ a Michael Brown, il diciottenne afroamericano aveva le mani alzate.

Grande la delusione per la vicenda che viene vissuta come l’ennesimo smacco alla comunita’ dei neri d’America, per giunta nell’era del primo presidente afroamericano della storia Usa. Le proteste piu’ clamorose, anche se non si registrano particolari incidenti, si sono verificate a New York, dove almeno mille persone si sono prima raccolte a Union Square e poi hanno marciato verso il cuore di Manhattan, fino ad occupare Times Square. Proprio come avvenne mesi fa per protestare contro l’uccisione in Florida di un altro teenager disarmato, Trayvon Martin.

Momenti di tensione si sono verificati all’arrivo nella piazza simbolo della Grande Mela del capo della polizia di New York, Bill Bratton. Quest’ultimo, anche lui al centro di feroci polemiche per la recente uccisione da parte degli agenti di due giovani di colore disarmati, e’ stato improvvisamente aggredito da un manifestante che gli ha lanciato della vernice rosso sangue, imbrattandolo sul viso e sul resto del corpo. L’uomo, un ispanico di 26 anni, e’ stato arrestato.

Dietro le sbarre e’ finito anche un uomo di 30 anni che ha partecipato al blocco del Triborough Bridge, l’insieme di tre ponti che uniscono Manhattan, Queens e Bronx. Al grido di “No Justice, No Peace” si e’ manifestato anche per le strade di Los Angeles, Chicago, Detroit, Boston, Denver, Oakland, Seattle, Pittsburgh e Atlanta.

Il timore delle autorità e’ che in migliaia tornino a manifestare in tutto il Paese nei prossimi giorni, durante il lungo weekend del Thanksgiving, la Festa del Ringraziamento che cade l’ultimo giovedi del mese di novembre.