Assange uomo d’onore: “mi consegno se…” l’ultima bugia

di Lucio Fero
Pubblicato il 19 Gennaio 2017 - 10:40 OLTRE 6 MESI FA
Assange uomo d'onore: "mi consegno se..." l'ultima bugia

Assange uomo d’onore: “mi consegno se…” l’ultima bugia

ROMA – Assange, Julian Assange davvero quel che si dice un uomo d’onore. Aveva comunicato su scala planetaria la sua generosa e nobile offerta: “Grazia a Manning e io mi costituisco alla giustizia Usa”. Il nobile e altruista gesto era stato lanciato come un guanto di sfida all’odiato e odioso presidente ancora in carica per qualche giorno, quell’Obama cui Assange preferisce di gran lunga Trump. La sfida di Assange a Obama: vediamo se riesci almeno a fine mandato a fare una cosa onesta e giusta: graziare Manning. In cambio, solenne promessa di Assange, mi rimetterò alla giustizia del mio paese.

Pochi giorni dopo Obama annuncia la grazia per Manning, ora diventata Chelsea Manning, che ai tempi in cui era un soldato aveva raccolto i materiali per diventare la prima fonte di Assange, materiali e informazioni segreti. Manning aveva spiato e sottratto e quindi Assange aveva rivelato al mondo. Il mondo ne era stato stupito, più o meno tutto. Una parte del mondo, soprattutto la Russia, aveva gioito e plaudito. Una parte, gli Usa, ne avevano tratto danno. Di qui la fuga e la permanenza all’estero di Assange e l’arresto e condanna di Manning.

Ma ora era grazia per Manning che in carcere dà segni di squilibrio e di cui si teme il suicidio. Grazia per Manning e Assange che si costituisce…Sì, marameo! Assange fa sapere che, bontà sua, la grazia a Manning va bene. Ma che lui negli Usa non ci torna. La impacchettata e imbastita dichiarazione di un avvocato di Assange dice che Obama non ha fatto tutto quello che doveva, che Manning doveva essere scarcerato subito e non a maggio, che insomma la grazia non basta e che Assange ci ha ripensato.

Ripensato? Più probabile che a consegnarsi alla giustizia Assange non ci abbia mai pensato davvero. Convinto, certo dalla sua stessa retorica di essere il “bene e la verità” contro il “male e la menzogna” chi può criticare il bene se inganna e molla una fregatura al male? Questa la base “etica” dell’Assange pensiero.

Poi c’è la mini storia dei suoi comportamenti negli ultimi anni. Anni in cui il fulgido eroe della verità rivelata spesso e volentieri si è dovuto (?) abbassare a meschinità quali spargere bugie, mettere nei guai chi lo aiutava, mettere in giro le “notizie” che danneggiavano gli avversari e tenere per sé quelle che potevano danneggiare gli amici, insomma una gestione un po’ mafiosetta della verità rivelata.

Infine, coerente e prevedibile, l’ultima solenne uscita, l’impegno d’onore: grazia a Manning e io mi costituisco. Si è visto come, uomo di chiacchiera, molta, onore pochino assai.