Avvocati ammanettati, sindaci sfasciati: l’Italia che resiste a tirarci a fondo

di Lucio Fero
Pubblicato il 16 Settembre 2013 - 17:52 OLTRE 6 MESI FA
Avvocati ammanettati, sindaci sfasciati: l'Italia che resiste a tirarci a fondo

Avvocati ammanettati, sindaci sfasciati: l’Italia che resiste a tirarci a fondo

ROMA – “Sdraiati in strada, schierati come scudi umani davanti ai palazzi, abbassano le saracinesche delle loro attività, consegnano certificati elettorali, occupano municipi, bloccano binari e caselli autostradali, salgono sui tetti delle chiese e sui cornicioni dei dei palazzi…”: dalle cronache de La Repubblica di domenica 15 settembre. L’inviato di guerra Alessandra Ziniti prosegue l’angosciante e angosciato reportage: “con le toghe sulle spalle, con le fasce tricolori, persino con le tonache, avvocati, sindaci, amministratori locali, preti, uomini, donne, bambini, intere comunità…”. Cronache da Damasco che invoca la fine della guerra civile e della mattanza religiosa ed etnica? Acqua, non è cronaca da Damasco.

Allora cronaca postuma, rievocazione del golpe di Pinochet in Cile giusto quaranta anni fa? Deve essere quello: i preti, i bambini, gli scudi umani…Acqua, non è la rievocazione delle democrazia bombardata con dentro Allende. Allora cronaca di una repressione alla turca, di una piazza laica messa a tacere da un governo tosto e pure un po’ islamico? Acqua, acqua, ancora acqua! Cronaca di quel che accadeva all’est europeo quando c’erano i comunisti e di qualcosa che forse sta accadendo ancora in qualche repubblica simil-kazaka? Acqua. Ecco, ecco: cronaca della Cina moderna che si ribella in nome dei diritti civili ed economici. Macché, acqua, ancora e solo acqua.

E allora cronaca di che? Dove e per che cosa ci si sdraia in strada, ci si schiera come scudi umani, si chiudono i negozi e gli studi professionali, si riconsegnano i certificati elettorali, si occupano i municipi, di bloccano treni e autostrade, si sale sui tetti delle chiese e delle case, tutti insieme avvocati, preti, sindaci, uomini, donne e bambini? Cominciamo a rispondere alla domanda per che cosa tutto questo. Per la televisione è la risposta. Infatti ci si ammanetta e incatena. ma per finta, solo per la durata della ripresa televisiva. Sempre per la tv si fa anche la “mossa” di darsi fuoco. Appena la “mossa”, sicuri che tv e giornali diranno “tenta di darsi fuoco”. La notizia sarebbe “mima” di darsi fuoco. ma nessuno la dà così come è la notizia, troppa fatica e forse pure fastidi. Quindi tutto quanto racconta la sincopata e sussultante cronaca de La Repubblica avviene certo, avviene, succede, accade per la televisione e per i giornali. Vi sta venendo un dubbio, un’idea, un sospetto, qualcosa che possa far dire dove tale eversiva sommossa va in scena col permesso delle autorità infami e in favore di inquadratura e titolazione? Pensate a un luogo vicino? Fuochino!

Ma dove avviene allora la rivolta di popolo oppresso, rivolta senza farsi un graffio? Ma che domande, in Italia. E’ la rivolta degli avvocati contro l’orrore della chiusura di una trentina di Tribunali. La pianta dei Tribunali italiani fu disegnata quando non c’erano le automobili e quindi trenta/quaranta chilometri erano viaggio e avventura. Ora gli avvocati difendono quella pianta e dicono che se si tocca un solo Tribunale casca la legge, la giustizia e la democrazia. Boom! Però nessuno fa boom e fa una risata rispetto alla sceneggiata degli avvocati. Anzi, il contrario: fanno da sponda agli avvocati finti incatenati i sindaci s-fasciati, che si levano la fascia tricolore per cotanto sdegno da cotanto oltraggio come quello di chiudergli il, Tribunale di casa. Fanno da sponda, se ci sono, se le cronache sono fedeli, preti che di molto e diverso altro dovrebbero occuparsi. Fanno da sponda, corteo e complici “intere comunità” come narrano le cronache.

E sia: “intere comunità” a difendere, mimando la rivolta e l’oppressione, la loro abitudine e comodità. Anche piccola, anche misera abitudine e comodità. Ma, siccome è mia abitudine e comodità, è per questo enorme e intangibile. La proporzione delle cose si modifica e muta in maniera inversamente proporzionale all’avvicinarsi delle cose a un palmo dal mio sedere. Più vicina al mio sedere è, più la cosa diventa principio invalicabile, e irrinunciabile presidio e cardine della…di quello che vi pare comunque cardine. Più lontana è la cosa dal palmo del mio sedere e più se ne può eventualmente discutere. Infatti nessuna  “comunità” in sceneggiata di rivolta nega che della chiusura del Tribunale altrui si possa discutere, di quello altrui. beninteso, perché il mio è “presidio di…”. A un palmo dal mio sedere è la religione civile di “intere comunità”, avvocati in testa, sindaci e preti compresi.

E’ un pezzo, Repubblica la chiama di “piccola Italia” ma così le fa torto. E’ un pezzo di vera e centrale Italia. Un pezzo di Italia che resiste. Resiste nel trascinare a fondo se stessa e l’Italia tutta. Dal 2011, solo dal 2o11 per non prenderla troppo da lontano, l’Italia non ha fatto nulla di nulla e non ha voluto fare nulla di nulla per aumentare la sua produttività, cioè la sua capacità di produrre ricchezza. Ricchezza da arraffare o distribuire che sia, l’Italia se ne frega di produrne poco e male. Produttività, cioè il Pil diviso le unità produttive, la gente che lavora. Produttività bassa da quasi due decenni. Colpa degli imprenditori che innovano poco e non ci mettono soldi loro o dei sindacati che impediscono innovazione e ristrutturazione e impongono alti costi e inefficienze, oppure  anche di porti e strade che non ci sono, di banda larga che scarseggia, di Tribunali che non fanno sentenze, di giustizia dai tempi eterni, di scuola e università che non qualificano, di tasse troppo alte per mantenere una spesa senza fondo  e senza senso…

Colpa di chiunque sia, “l’Italia che resiste” non se ne occupa, anzi se ne frega. E dal 2011 ha ottenuto nulla si facesse per la produttività. E nulla si facesse in materia di spesa pubblica. Magari più tasse ma lo “Stato bancomat” non si tocca e “intere comunità” sceneggiano la rivolta se si tocca il loro piccolo bancomat, quello sotto casa. Sceneggiata perché nessuno viene licenziato, nessuno perde il lavoro e neanche i clienti. Sceneggiata dele migliori, con i migliori effetti speciali. Sceneggiato della…peggio Italia.