Banche, truffatori e truffati: una faccia, una razza…

di Lucio Fero
Pubblicato il 13 Novembre 2017 - 11:45 OLTRE 6 MESI FA
bankitalia-ansa

La sede della Banca d’Italia in una foto Ansa

ROMA – Banche, truffatori e truffati. A leggere un sincero articolo di Marcello Sorgi su La Stampa e a leggere sinceramente quanto accaduto per anni in molte banche italiane e a leggere davvero i fatti che son sinceri anche quando non piace, a truffatori e truffati purtroppo si addice quel detto di simiglianza e vicinanza che suona “una faccia, una razza”. Cioè stessi tratti somatici, stesso ceppo etnico. Tradotto per truffatori e truffati, stessa cultura incivile, stessa cultura dell’arraffo.

Banche, ecco i truffatori secondo il ritratto-cronaca di Sorgi: ” Gente che stava nei Consigli di Amministrazione per intestare alle mogli prestiti onerosi che non sarebbero stati restituiti o per riempirsi le borse di contanti da portare all’estero o per convincere i clienti a comperar azioni e obbligazioni in cambio di mutui senza garanzie destinati ad aziende in default…”.

Predatori, predatori del denaro delle loro stesse banche. Predatori del denaro di correntisti e risparmiatori. Predatori omaggiati dalla società intorno a loro, la società cosiddetta civile. Omaggiati perché spartivano parte della preda e perché il predare è attività che la società cosiddetta civile onora, almeno fino a che resta impunita. Predatori che hanno predato a man bassa e che restano sostanzialmente impuniti. Questa la storia sincera di molte banche che sono andate, come usa eufemisticamente dire, in crisi.

Banche, ma ecco i truffati, sempre secondo il racconto sincero di Sorgi: “Oggi nell’elenco dei risarciti, molti dei quali continuano a protestare perché rimborsati solo all’80 per cento come se un rischio, anche minimo, non fosse connesso a un investimento finanziario, figurano, insieme a quelli che avevano impiegato nei titolo spazzatura la liquidazione di una vita di lavoro, anche persone finte nulla tenenti per aggirare i termini di legge risarcite per acquisti di 200-300 mila euro presi chissà dove. Tanto che il numero dei risparmiatori traditi comincia a somigliare per lievitazione a quello degli esodati della legge Fornero di cui ancor oggi si è perso il conto…”.

Il conto degli esodati si è perso, ma in fondo è facile. Secondo la matematica in uso nei sindacati, partiti politici, giornali, tv, social e secondo costume mini predatorio della nostra società esodati sono tutti coloro che sono stati toccati dalla legge Fornero. E’ il nostro costume di applicazione di una legge: tutti coloro che ne sono toccati si dichiarano eccezione cui la legge non va applicata. Esodati dovevano essere coloro che all’entrata in vigore dei 65 anni come età per la pensione non avevano ancora pensione e non avevano più lavoro e contributi. Esodati nei fatti da mandare in pensione prima dei 65 anni sono diventati o pretendono di essere tutti coloro che all’atto della legge Fornero non avevano 65 anni e volevano andare in pensione con la legge e l’età pensionabile di prima.

Con identica idea, ideologia e cultura risparmiatori traditi e truffati sono diventati tutti quelli che facendo un investimento potevano rischiare o rimetterci qualcosa. In Italia vige di fatto l’incredibile teoria e pratica secondo la quale se compri azioni o obbligazioni devi guadagnarci per legge e diritto e se c’è perdita devi essere rimborsato coi soldi pubblici. Quindi traditi, truffati e da rimborsare, integralmente s’intende, anche chi ha fatto speculazione finanziaria con azioni e bond della banche.

Tutti risparmiatori, tutti truffati. Ma non è vero, in molti, se ne perde il conto, si sono tuffati nell’occasione. E si sono fatti, nel loro piccolo (talvolta neanche tanto piccolo) predatori dei rimborsi pubblici.

D’altra parte è un’attitudine nazionale: non sono forse piccoli ma sinceri predatori di risorse pubbliche quei 300 e passa genitori di Montevarchi a lungo morosi dei cinque euro per la mensa scolastica dei figli, morosi fino a che un sindaco ha scoperto il gioco e  morosi per indigenza sono passati da 300 e passa ad una decina? Ovviamente la cultura politica e si fa per dire civile (in questo e in altri casa gente e casta in perfetto accordo) hanno difeso i morosi spargendo lacrime fuori luogo sui bambini messi a pane e olio.

Predatori, è questa l’una faccia e l’una razza. E, a proposito, è somma ipocrisia il dibattito-scontro-propaganda-commissione inchiesta su chi abbia controllato e se i controlli siano stati efficaci sulle banche. Predatori e non c’è nessuna specie di predatori che vuole davvero controlli. Non c’è, non esiste una opinione pubblica che premia elettoralmente chi facesse luce davvero sincera su truffatori e truffati nelle banche.