“Gagliano non sapevo, anzi sì, però”. Direttore Mazzeo, metodo Schettino

di Lucio Fero
Pubblicato il 20 Dicembre 2013 - 15:59 OLTRE 6 MESI FA
Salvatore Mazzeo

Salvatore Mazzeo, l’intervista a Sky

ROMA – L’ho visto con i miei occhi e insieme con me l’hanno visto di sicuro milioni di persone: era mercoledì sera e in tv Salvatore Mazzeo, direttore del carcere di Marassi, argomentava sereno: “Io non sapevo fosse un serial killer, nel fascicolo non c’era”. L’abbiamo visto tutti dire al giornalista che l’intervistava, intervista non caotica e frenetica e rubata ma intervista con il direttore seduto alla scrivania di direttore e in pieno possesso della sua calma conscio di ciò che diceva, nulla di estorto, tutto raccolto…Lo abbiamo visto dire al giornalista: “Omicidi? Di Gagliano Bartolomeo me lo sta dicendo lei”.

L’ho sentito con le mie orecchie, e insieme con me lo avranno di scuro sentito decine di migliaia. Ho sentito Salvatore Mazzeo ancora direttore del carcere di Marassi venerdì mattina dire a Radio 24 : “Esattissimo, non è che io non sapessi chi era e cosa aveva fatto Bartolomeo Gagliano. Quando ho detto che non sapevo intendevo che era detenuto a Marassi per altri e minori reati, ma sapevo benissimo cosa aveva fatto prima”.

Nel frattempo, nel frattempo tra i due Mazzeo, abbiamo potuto leggere e sentire. Leggere che c’era una lettera ufficiale e protocollata del 19 luglio 1973 che informava di tutto su Gagliano il direttore del carcere, compresa la sua pericolosità. E abbiamo sentito il ministro cancellieri negare in Parlamento che Mazzeo potesse essere non informato di tutto. Questi due eventi nel frattempo spiegano la trasformazione, la metamorfosi di Mazzeo.  Osservazione e auscultazione della direzione del vento e pronto adeguarsi, insomma metterci una pezza a colore, insomma saltare giù dalla posizione, qualunque posizione che diventi scomoda.

E allora Mazzeo (non si azzardi ad offendersi ci sono i filmati di telegiornali e i nastri di giornali radio, c’è la pubblica documentazione del suo affermare e poi ritrattare) in questo suo saltar giù ci ha fatto venire in mente qualcosa, qualcuno…Ma cosa e chi? Qualcosa e qualcuno che fugge come la peste la responsabilità: prima dice io non sapevo che l’evaso fosse un cattivo per fuggire la responsabilità del permesso premio, poi, smentito dai fatti e dal ministro, fugge la responsabilità dell’evidenza e si ripara dietro un: burocraticamente non sapevo, le carte non mi autorizzavano a sapere, ma ovviamente sapevo. Chi, cosa fa venire in mente questo saltar giù dalle proprie responsabilità adottato come metodo?

Saltar giù…dopo qualche minuto ce l’ho fatta e ho riconosciuto il metodo, il metodo lingua biforcuta al servizio di cuore di coniglio. Un metodo caro, diffuso, studiato e applicato sovente in Italia dai responsabili di qualcosa. Il metodo della irresponsabilità come scudo e alibi, della non responsabilità come costume e valore. Un metodo, un nome: Francesco Schettino. Eccolo l’archetipo di tanti, troppi capitani e direttori d’Italia.