Chi campa sulle spalle altrui. L’elenco delle due metà d’Italia

di Lucio Fero
Pubblicato il 12 Agosto 2013 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA

italiaROMA – Mezza Italia campa sulle spalle dell’altra metà: non è solo un modo dire, è un sistema economico e sociale. Qual è la mezza Italia che campa sulle spalle altrui? L’elenco è lungo e pubblico, basta sfogliare per un paio di giorni due o tre giornali. Magari sorprendente e difficile da digerire è che nell’elenco compaiano oltre ai cattivi, ai pessimi, ai pigri anche i buoni, gli innocenti e i normali. Dura da digerire ma, se così non fosse, non sarebbe mezza Italia e forse più a campare sulle spalle degli altri, sarebbe meno, molto meno e noi tutti non staremmo qui a dirci ce in fondo e alla fine della fiera non c’è niente da fare.

Ecco i cattivi, li trovi a pagina due del Corriere della Sera di domenica 11 agosto, articolo firmato da Marco Galluzzo. Sui apprende che le società “partecipate dalle pubbliche amministrazioni”, cioè quelle in cui il padrone e imprenditore sono lo Stato,le Regioni, i Comuni, le Province e vi amministrando sono al censimento 7.287. Censimento ufficialmente incompleto perché molti pezzi di Stato soprattutto locale tengono l’acqua in bocca sui loro affari. Quindi almeno diecimila società “partecipate”.  Una ogni sei/settemila abitanti. eccolo qui un pezzo dell’Italia che vive alle spalle degli altri: la gran parte degli amministratori di queste società quasi sempre in perdita, quasi sempre titolari di inefficienti servizi. E buona parte di coloro che vi lavorano dentro queste società, giustamente titolari di un lavoro appunto ma non di un lavoro per definizione inefficiente e sovraccaricato di costi. Ecco i cattivi: la politica soprattutto locale che moltiplica sprechi, occupa, inventa e distribuisce aziende, sforna pessimi servizi. Ma quanti buoni cittadini e lavoratori stanno comodi in queste case dei cattivi…

Tra la mezza Italia che campa, stavolta suo malgrado, sulle spalle degli altri ci sono anche i buoni. Buoni sono senz’altro i lavoratori che a centinaia di migliaia perdono il posto di lavoro e finiscono in cassa integrazione. ma ormai si viaggia al ritmo di quasi 20 miliardi annui per pagare la cassa integrazione, cioè un reddito di sopravvivenza minima a chi ha perso il lavoro. Venti miliardi per tenerli agganciati al fantasma di un poto di lavoro ormai morto. E niente, non un euro per provare a dare loro un posto di lavoro vivo. Buoni sono poi senz’altro gli esodati, quelli riamasti senza lavoro e senza pensione. I primi erano buonissimi e autentici. E anche i secondi. Adesso però i sindacati conteggiano come esodati anche i terzi, i quarti, i quinti…Duecentocinquantamila fino al 2019. Fini al 2019?. Senza stipendio e pensione sette anni dopo la riforma Fornero? Si dica allora chiaramente che sono tutti “esodati” tutti quelli che volevano andare in pensione con l’anzianità prevista prima della riforma, si abbatta la riforma e si fa prima e si torni ad andare in pensione a 58/59 anni che questa era la media. E si mettano quindi i pensionati senza contributi pagati sulle spalle dell’altra mezza Italia. (I dati su cassintegrati ed esodati si trovano a pagina due de La Stampa di domenica 11 agosto a  firma Roberto Giovannini).

Tra la mezza Italia che campa sulle spalle degli altri ci sono gli innumerevoli pigri. Tribù sociale vastissima e potentissima. Una sotto tribù la vedi esibirsi nell’articolo di Riccardo Luna su La Repubblica di sabato 10 agosto, là dove si racconta come l’eliminazione del fax nella Pubblica Amministrazione sia sì decisione e provvedimento dello Stato, ma come lo Stato in carne e ossa cioè la burocrazia, il pubblico impiego  abbia subito prodotto antidoto all’innovazione “graduare l divieto di utilizzo del fax  decorrere dal gennaio 2015…” I pigri per scelta, cultura, lobby: li trovi ovunque. Spesso si vestono da pensosi custodi delle abitudini e garanzie, dei lavoratori e dei cittadini.  Campano sulle spalle degli altri.

Poi ci sono i pessimi: su La Stampa di sabato 10 agosto a firma Giuseppe Salvaggiulo si legge di come le “norme draconiane che recidevano doppi incarichi, poltronifici locali, metastati castali in miglia di enti pubblici hanno avuto vita breve”.  In quattro mesi l politica si è rimangiata e ha triturato la legge che impediva di essere controllore e controllato, di essere quello che cdà i soldi pubblici e quello che li incassa e spende insieme. Un attentato alla politica e alla società civile, quindi emendamenti opportuni in Parlamento per cancellare la bestemmia blasfema. Sì, questi sono i pessimi ce campano sulle spalle altrui, pessimi perché dilapidano i soldi degli altri e tengono cattedra nel paese su come dilapidarli, cattedra con molti scolari.

E poi ci sono i normali a campare sulle spalle altrui, quelli che gestiscono servizi dove il mercato libero costa all’utente più di quello protetto, vedi l’energia elettrica unico caso al mondo dove al concorrenza diventa un costo e tassa suppletiva. Quelli che “esternalizzano” la lettura dei contatori, la fatturazione delle bollette e i call center di modo che non ci sia praticamente più una sola bolletta che corrisponde al consumo reale. E’ quello dell’energia elettrica solo un esempio dei normali che campano sulle spalle altrui, vogliam parlare dei sussidi per decenni alle energie alternative, o meglio a chi ha fatto l’affare?

Sulle spalle altrui non proprio campano, ma sì in fondo campano sulle spalle altrui anche tutti coloro che fermamente si oppongono a…tutto. No Tav, No Muos, no discariche, inceneritori, centrali, tralicci, rigassificatori… Ora anche No Tap, cioè comitati e sindaci di Puglia che si oppongono al gasdotto. A quando i No-Man? In fondo anche gli esseri umani puzzano, inquinano, modificano il paesaggio, consumano il pianeta e lasciano scorie.

Sulle spalle altrui a prescindere vogliono camminare anche molti che son brava gente. E c’è tanti a pensare che sia ovvio e giusto che sia così: leggere parole e argomenti del pubblico impiego dopo la conferma del blocco degli stipendi per il settore. Si legge di migliaia e miglia di euro “persi”, “tagliati”. Tic linguistico: sono soldi in più che non arrivano, non soldi che c’erano tolti. Ma li si considera soldi acquisiti, a prescindere dagli anni in cui le retribuzioni pubbliche sono cresciute fino a raggiungere e sopravanzare quelle private e a prescindere dal dove e come trovare le risorse per quegli aumenti.

Interrompiamo l’elenco che pure è davvero più lungo. Mezza Italia e forse più, fatta di normali, pessimi, buoni, cattivi, pigri e di ogni specie campa sulle spalle dell’altra mezza Italia e forse meno.   A contarci precisi, quanti di qua e quanti di là ne verrebbero fuori sorprese. Tu in che metà stai? Quella che sgobba per gli altri di sicuro. Sicuro??!