Cia ci spia, fosse vero…E che deve fare, aspettare una telefonata?

di Lucio Fero
Pubblicato il 8 Marzo 2017 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA
Cia ci spia, fosse vero...E che deve fare, aspettare una telefonata?

Cia ci spia, fosse vero…E che deve fare, aspettare una telefonata?

ROMA – Cia ci spia, orrore e stupore, grande denuncia e grande sgomento. Cia ci spia, ce lo svela niente meno che Wikileaks. E tutta l’informazione fa mostra di grande sorpresa rispetto a notizia che più ovvia e scontata è difficile ci sia. Cia ci spia, forse anche dallo smartphone e dal televisore, perché usano le tecnologie più sofisticate. Ma dai…Neanche fossero quelli della Central Intelligence Agency un servizio di sicurezza, un’Agenzia di spionaggio e sorveglianza interna ed esterna agli Usa.

Ma l’ovvio è senza sale e al cittadino Rossi o De Sanctis fa piacere provare il gusto del doppio brividino: che la Cia sia nel suo telefonino, ha visto mai? E il brividino dell’indignazione contro gli spioni che violano…Cosa violino esattamente non è detto, ma, insomma, violano. Addirittura spiano, attività riprovevole in quanto tale come ognun sa fin dai banchi delle elementari.

Ci si fa imboccare volentieri, volentieri si abbocca alla suggestione Wikileaks o chi per loro. Cia spia. E che dovrebbe fare di grazia? Denunciare, rivelare niente meno che possano essere usati come veicolo di controllo uno smartphone o un televisore, informare il mondo che lo spionaggio si avvale della tecnologia è come denunciare e rivelare che i chirurghi in sala operatoria, orrore e repulsione, tagliano niente meno che la carne umana con il bisturi.

I cittadini Rossi e De Sanctis ovviamente possono stare tranquilli o delusi: sul tv di casa loro e nel loro telefonino la Cia non c’è. Purtroppo o per fortuna la Cia di loro se ne frega come è ovvio. L’attività di spionaggio di qualunque servizio di sicurezza (servizio segreto se preferite la terminologia) è rivolta su target che, ancora una volta ovviamente, non sono la generalità della popolazione e neanche la maggioranza della gente e neanche la cosiddetta gente in generale. Possono essere spiati diplomatici, politici, imprenditori, militari, altre spie, trafficanti, terroristi, predicatori, capi setta…Non il ragionier Colombo e il prof Lo Turco.

Ma, spento il brividino di avere l’occhio e l’orecchio segreto in casa quando guardi la partita in tv, spiare è cosa brutta e cattiva? Che devono fare la Cia e le altre Agenzie o Servizi di sicurezza di qualunque paese? Aspettare che qualcuno faccia loro una gentile telefonata con le informazioni su questo o quello? Chiedere le informazioni per lettera raccomandata?

Una poltiglia di mezzi concetti mal masticati ha prodotto una macedonia informe di sminuzzati semi pensieri. Non è cosa cattiva e brutta che la Cia e gli altri facciano spionaggio. E’ il loro mestiere. Anzi, non solo mestiere. E’ la loro funzione. Quella funzione che loro conferiamo. Democraticamente loro conferiamo la funzione e il compito della sicurezza. Chiediamo, pretendiamo  che facciano spionaggio, salvo poi come demi-vierges abboccare a Wikileaks.

La democrazia sì o no, la correttezza sì o no, i diritti e le garanzie sì o no dipendono dall’uso che i Servizi di Sicurezza fanno delle informazioni raccolte. Non dal fatto che le raccolgano. Ma anche questa ovvietà appare troppo complessa di fronte al fascino immediato dell’anti potere sempre e comunque, a prescindere. La Cia o i Servizi di Sicurezza italiani ad esempio, se stanno alle leggi e alle regole, sono o no i “nostri”? Oppure sono i “nemici”, comunque nemici perché spiano? Cia spia, fosse vero, è minaccia o garanzia?