Stipendi dimezzati, paga tasse in Inghilterra…è la notizia, falsa, bellezza

di Lucio Fero
Pubblicato il 30 Gennaio 2014 - 16:35 OLTRE 6 MESI FA
Stipendi dimezzati, paga tasse in Inghilterra...è la notizia, falsa, bellezza

La sede veneta dell’Electrolux (foto Lapresse)

ROMA – Non c’è nulla di più intollerabile e fuori luogo della predica impartita da presunto pulpito professionale. Se poi ci metti e ci aggiungi le inevitabile sensazione della pulce che fa la tosse…Però, fatte queste due doverose premesse, fatto atto di modestia sincera e soprattutto realistica, con il massimo e non affettato rispetto per tutti, o quasi tutti, chi può, chi ancora può, chi sa, chi ne ha la forza e la professionalità si dia e imponga una regolata. A che, una regolata a che? Al comandamento folle secondo il quale: è la notizia, falsa, bellezza…e non puoi farci niente, te la ciucci anche se è falsa.

Sia chiaro, dl giornalismo nessuno pretende la Verità, maiuscola o minuscola che sia. La verità, le verità sono materia e campo di altre attività, di altre discipline. Discipline che incorporano studi e tempi negati al giornalismo. Chi vuole l’esito di studi e verifiche compri e legga un libro, chi vuole l’onesto e forzatamente superficiale racconto di un giorno compri e legga un quotidiano e/o accenda la tv e/o vada sul web. Dal giornalismo non si deve pretendere la Verità così come dagli storici non si pretende l’immediatezza, dai filosofi la divulgazione, dai matematici la sintesi.

E neanche dal giornalismo va pretesa, al di là della mitologia accademica, la verifica. La verifica dell’accaduto. come sa ognun che ha fatto o fa del giornalismo vero, non è alla portata reale del singolo né delle redazioni, tanto meno del nuovo giornalismo via social network. Anche volendo, e sempre meno vogliono, verificare se, quanto e come è “fatto” ciò che arriva dalle fonti di informazione non è tecnicamente possibile nei tempi di produzione se non in casi di massima importanza dove la verifica diventa obbligatoria. Il erb poi ddella verifica se ne frega, la ignora, si sente auto verificante. La televisione la verifica la ignora o peggio la affida al montaggio delle immagini. Insomma se il giornalismo è ottimo vino novello come tale va apprezzato e non con il metro dei grandi rossi o dei millesimati champagne.

Sia ancora più chiaro: errori, scemenze, notizie poi risultate non corrispondenti alla realtà il giornalismo le ha sempre prodotte ovunque, ad ogni latitudine ed epoca. Sbaglia solo chi non pubblica. Ma qui ormai non si tratta più di errori. E neanche di notizie impossibili nei fatti da verificare. Tanto meno di iperboliche pretese di verità e completezza in pochi minuti, ore, talvolta perfino in pochi secondi. Qui ormai si tratta di altro, si tratta della regola vigente e ormai cogente secondo la quale si pubblica qualunque cosa basta che l’abbia detto qualcuno. Qualcuno chi? Non importa, basta che sia stato detto. Il giornalismo neanche domanda e si domanda più chi lo ha detto. Potrebbe essere, e talvolta è, un ubriaco a spasso. Oppure qualcuno che sa di cosa parla. Per il giornalista, soprattutto per il titolista, fa lo stesso e distinguere è diventato vezzo snob che fa perdere tempo.

Franco Siddi, che del sindacato dei giornalisti è segretario, ha avvertito e avvisato. Aveva visto una puntata della Vita in Diretta dove si domandava alla gente per strada se fosse disposta a perdere mezzo stipendio pur di conservare il lavoro. Avvertiva e avvisava: questo non è giornalismo, è spettacolo, recita, teatro. E’ però giornalismo quello che quasi unanime titola sul salario Electrolux che passa da 1700 euro a 800 euro mensili per volontà dell’azienda che poi si scopre che non era vero? Bel titolo, efficace, diretto. Ma non era vero. E, a pensarci un attimo, neanche plausibile. I padroni della Eloctrolux  vogliono sì far dimagrire assai la busta paga dei dipendenti. Ma dimezzare gli stipendi, lo “stipendio polacco” non è cosa di questo mondo, sta, ci sta solo nel mondo dei titoli e affini. E chi l’aveva detto che si andava da 1700  a 800 euro? L’aveva detto un sindacalista. Quale sindacalista? Uno, quello, quante cose stai a domandare…uno l’ha detto, noi titoliamo e pubblichiamo.

Stesso ore più o meno: valanga a Campo Imperatore, un morto e un disperso. Così informa la massima agenzia di stampa italiana. Poi la stessa agenzia informa che il morto non è morto e che la notizia della morte era stata data da uno dei soccorritori. Uno chi? Uno…quello. Uno lo ha detto e quel “detto” diviene “fatto”. (Giorni dopo un decesso purtroppo ci sarà davvero ma non è che l’agenzia di stampa potrà vantarsi di preveggenza).

Qualche giorno dopo, titolo in prima pagina de La Repubblica: “Fiat pagherà le tasse in Inghilterra”. Prime righe dell’articolo sottostante firmato da Luciano Gallino: “La nuova Fiat Chrysler Automobiles avrà sede fiscale nel Regno Unito, ma il gruppo continuerà a pagare le tasse nei paesi in cui gli utili saranno prodotti”. Non è vero, eppur qualcuno l’aveva detto quel “La Fiat pagherà le tasse all’estero”. Anzi l’avevano detto in molti ed è rimasto nelle orecchie e il giornalismo per regola pubblica ciò che orecchia. Fan tutti così, in nome del “è la notizia e anche se falsa non puoi e neanche devi farci niente”. Chi può e chi sa smonti questo falso dogma che si ammanta di quarti di nobiltà produttiva ed è invece solo figlio di plebea ignoranza.