Elezioni risultati: non vince nessuno, governi di latta, Camere da rissa

di Lucio Fero
Pubblicato il 27 Gennaio 2017 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni risultati: non vince nessuno, governi di latta, Camere da rissa

Elezioni risultati: non vince nessuno, governi di latta, Camere da rissa

ROMA – Elezioni, quelle che ci saranno, quelle prossime, tra quattro, cinque, otto mesi o al massimo nella primavera 2018. Elezioni di cui si può già dare da oggi, sì da oggi, il succo, l’essenziale, la sostanza del risultato. Certo già da oggi nessuno può dire proprio quanti seggi in Parlamento a questo o quello e nessuno può indovinare le percentuali di voti che ciascuno raccoglierà. Però il risultato dei risultati lo si può vedere già oggi ed è netto e chiaro.

Dopo le prossime elezioni, quando l’elettorato italiano avrà votato secondo convinzione, sentimento e umore e in piena libertà, dopo la conta dei voti espressi si vedrà che non avrà vinto nessuno, i governi possibili avranno la consistenza della latta (così come le coalizioni necessarie a formarli) e che le Camere saranno luoghi di teatro e rissa per la loro stessa composizione.

E’ l’effetto, è il risultato dell’applicazione qui e oggi, nell’Italia politica e sociale contemporanea, del sistema elettorale proporzionale. Scrivevamo ieri della legge elettorale peggiore, peggiore in queste condizioni, peggiore non in astratto ma se applicata appunto qui e ora. Il come volevasi dimostrare è arrivato a stretto giro. Una simulazione sul Corriere della Sera, la somma ragionata e l’effetto combinato del sistema proporzionale più ultimi sondaggi.

Ecco i risultati della simulazione: il Pd alla Camera 195 seggi, Forza Italia 80 seggi, Popolari 21 seggi, Autonomie ed eletti all’estero 9 seggi. Fa 305 seggi, tenete a mente questa cifra e questa somma anche se appare, a prima vista, come somma politicamente impropria.

Ancora risultati: M5S alla Camera 196 seggi, Lega Nord 80 seggi, Fratelli d’Italia 30 seggi, Sinistra italiana 19 seggi. Fa 325 e anche questa è somma politicamente impropria, anzi più impropria della prima perché un governo con dentro Sinistra Italiana, Lega e Fratelli d’Italia non è immaginabile. Però 325 su 630 è la somma delle forze e domani dei deputati anti-sistema. Quindi, ineluttabilmente, Camera e Parlamento intenti alla funzione primaria del teatro, rissa e boicottaggio del governo quale che sia come missione.

Già, governo, quale governo? Quello da ipotizzabile (ma tutt’altro che serena e naturale ) alleanza tra Pd, Forza Italia, Popolari e centristi vari fa abbiamo visto 305 seggi, dieci in meno della maggioranza richiesta. Certo si può ipotizzare che alle elezioni ci sarà una lista di sinistra che però non ha come missione demolire il Pd e che non trova disgustoso allearsi in un governo o in qualche modo sostenerlo (modello Pisapia). Insomma qualcuno dei 19 oggi attribuito a Sinistra Italiana potrebbe risultare in altro schieramento e avvicinare il governo di cui sopra a quota 315. Questo però allargherebbe la coalizione da Berlusconi a Pisapia appunto, te la raccomando la coesione, l’unione, l’efficacia di una roba con dentro da Brunetta a Bersani.

Altri governi possibili? Loro dicono di no, mai alleati. In effetti non pare possa servire allearsi a Grillo e Salvini. Serviva se c’era il maggioritario e M5S arrivava più in sopra con i seggi. Ora M5S più Lega fa 276 seggi e anche a metterci dentro l’impossibile, cioè allearsi anche con la Meloni, fa ancora troppo poco: 306.

Allora Pd più M5S insieme al governo, il sogno di Bersani? Fa 391 seggi. Ma è un sogno allucinato.

Allora Forza Italia più Lega più Fratelli d’Italia? Fa 190 seggi, una miseria.

Allora, allora…Allora non se ne esce il proporzionale qui e adesso è la legge peggiore che dà risultati come si è visto pessimi. Nessuno arriverà al 40 per cento e avrà quindi il premio in seggi. Alla fine certo il numero preciso dei seggi non sarà quello della simulazione e qualcuno finirà per aver “vinto” o “perso” un po’ di meno o di più del previsto. E ci saranno lunghe e complesse trattative per formare un governo che ad ogni nervosismo di un qualche componente della sua coalizione tremerà come gelatina. Ma saremo tutti egregiamente rappresentati in Parlamento, in rigorosa proporzione. E non sarà una consolazione.