“Mentana, manteneteli voi profughi, non coi soldi nostri…”

di Lucio Fero
Pubblicato il 17 Marzo 2016 - 10:09 OLTRE 6 MESI FA
"Mentana, manteneteli voi profughi, non coi soldi nostri..."

“Mentana, manteneteli voi profughi, non coi soldi nostri…”

ROMA- Enrico Mentana sta conducendo il Tg de La7, ha appena finito di annunciare che la testata giornalistica e la rete televisiva lanciano una “iniziativa concreta” chiamata “Sos Grecia” con tanto di numero di telefono per convogliare offerte a Medici Senza Frontiere. Offerte in denaro che diventeranno coperte, medicine, cibo, vestiti per i 15 mila accampati nel fango del più grande campo profughi dell’Europa oggi, l’invivibile campo al confine tra la Grecia e la Macedonia. Stacco, notizie e poi riappare in video Mentana che legge uno dei primi messaggi arrivati in risposta: “Caro Mentana, perché non li mantenete voi i profughi, voi giornalisti con i soldi vostri e non con i nostri?”.

Mentana un po’ accusa il colpo (il colpo non è che ci sia chi la pensa così ma che ci sia e batta il colpo chi la pensa così tra la platea del Tg7), un po’ accetta la sfida. Replica: “Caro signore, stia tranquillo i suoi soldi nessuno li tocca, noi faremo il nostro”. Il “nostro”, intende Mentana, non di giornalisti ma di esseri umani e di cittadini civili.

Piccolo episodio quelli intercorso l’altra sera al Tg7, piccolo che però ha il gran merito di chiarire per chi voglia vedere e capire come stanno le cose. E’ un fatto che in Europa, paese più paese meno, uno su quattro se non uno su tre i profughi, i migranti, i rifugiati, chiamali come ti pare non solo non li vuole. Non li vuole perché li considera un danno, un nemico, un ramo della specie umana da tenere alla larga e da cui stare alla larga.

In Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e ancor più in Polonia, Ungheria, Croazia uno su quattro se non uno su tre i profughi, i migranti, i rifugiati li trova repellenti, li odia, li vuole cancellati dalla sua vista. Cancellati, comunque. Venticinque/trenta per cento degli europei…se muoiono in mare non è vero che si indigna, sgomenta o soffre. Venticinque/trenta per cento degli europei…se se ne restano a morire a casa loro sotto le bombe non è vero che se ne dispiace. Venticinque/trenta per cento degli europei…se affondano nel fango di un campo non un euro di tasca mia per una coperta per loro.

E’ un fatto, le cose stanno così e non altrimenti: un europeo su quattro (forse anche uno su tre) è su questa posizione e vota di conseguenza. E i governi di tutta Europa, quando non sono come in Ungheria più o meno diretta espressione di questo un quarto/un terzo degli europei, questo 25/30% lo teme. I governi hanno paura di questo 25/30% di europei che i profughi, immigrati, rifugiati…vadano pure all’inferno.

I governi hanno paura che questo 25/30 per cento diventi percentuale ancora maggiore o si coaguli in un partito vincente le elezioni e diventi governo. Se questa è la loro paura, sbagliano strategia. Il 25/30 per cento c’è già ed è inutile e controproducente dissimularlo. Inutile, risibile far finta che se spieghi a questo 25/30 per cento…Far finta che sia solo disorientamento e preoccupazione. No, è rigetto. Chiaro, netto, duro. Facendo finta che sgorghino lacrime da ogni palpebra e ogni gola abbia un groppo alla vista del calvario dei profughi si mente.

Si mente e si esaspera se possibile il rifiuto, non lo si lima blandendolo. Quindi questo 25/30 per cento degli europei che non una lacrima e non un euro per i rifugiati e profughi o lo si combatte in campo aperto o gli si dà ragione con chiare leggi e azioni. O i governi mostrano che 25/30 per cento è minoranza sfidando questa minoranza a contarsi attraverso leggi e azioni che esplicitamente aiutano i profughi e respingono i “valori” del 25/30 per cento dei loro elettorati.

Oppure si prende atto che quel 25/30 per cento è minoranza numerica ma è egemone rispetto al sentir comune della pubblica opinione. E quindi se ne adottano i “valori”, li si traducono in leggi e azioni e , appena con un po’ di decenza e con un po’ di umanità di ordinanza, i profughi, migranti e rifugiati che se ne vadano a casa loro o al diavolo.

O l’uno o l’altro, restare in mezzo è peggio. Peggio per tutti. Soprattutto per i governi d’Europa e per i valori civili, di civilizzazione d’Europa che non sono quelli di un quarto, un terzo dei suoi cittadini.