Erdogan cerca lite, nessuno paga conto banche, la Berlinguer…

di Lucio Fero
Pubblicato il 3 Agosto 2016 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA
Erdogan cerca lite, nessuno paga conto banche, la Berlinguer...

Erdogan cerca lite, nessuno paga conto banche, la Berlinguer…

ROMA – Erdogan cerca la lite. La lite con tutti gli stranieri che capita. Con la Germania che non lo fa comiziare in diretta sulle piazze tedesche, con gli Usa che non gli consegnano la testa del nemico, con l’Unione Europea che non applaude alla sua grande pulizia di soldati, generali, professori, università, maestri, medici, funzionari pubblici, giornalisti, giudici…Circa settantamila gli epurati, i cancellati, i licenziati, i sospesi, gli incarcerati. Che efficienza Erdogan, aveva gli elenchi di decine di migliaia di complici già poche ore dopo il fallito golpe, neanche li avesse prima quegli elenchi…

Ma l’Europa non apprezza tanta efficienza ed Erdogan cerca la lite, intima i cittadini turchi possano girare in Europa senza visto sui passaporti, lo intima lui che di passaporti ai turchio ne han sequestrati a decine di migliaia e impedisce a tempo indeterminato ai dipendenti pubblici di andare all’estero. Cerca la lite Erdogan con l’Italia, ordina al governo Renzi di far cessare l’indagine in corso a Bologna su suo figlio, minaccia danni alle relazioni tra i due paesi in caso contrario.

Cerca la lite con tutti quelli delle “cosiddette democrazie” e qui si sente una eco inconfondibile e netta, quella della voce di tutti i fascismi. Cerca la lite con le democrazie occidentali Erdogan, come tutti i fascismi di ieri e di oggi.

Banche, le banche cercano chi paghi il conto. Un conto che nessuno può pagare. Il conto di prestiti e investimenti che non valono più nulla ed erano decine, centinaia, migliaia di miliardi su scala europea. Il conto italiano di soldi regalati al “territorio” come forma di controllo sociale e politico, il conto dell’aver innaffiato il paese di prestiti di favore. Fino a prima della crisi il 95% del sistema industriale, grande, media e piccola impresa comprese, era basato su finanziamenti bancari. A nessuno è lecito chiamarsi fuori, dire io non c’entro, mai avuto nulla…

Il conto di soldi usciti dalla banche in mille e discutibili modi con mille  mille e discutibilissimi indirizzi d’arrivo. Ora quel conto dovrebbero, vogliono molti compresi i nuovissimi M5S, pagarlo come ai vecchi tempi, come sempre, i contribuenti. Denaro pubblico alle banche per non farle saltare perché se saltano le banche salta tutto. Questo lo capiscono tutti o quasi, tranne qualche esaltato (più di qualche) che teorizza e predica: non si pagano tutti debiti, si azzerano. Già, così nessuno presterebbe più nulla a nessuno e anche i santoni del debito da rifiutare farebbero la fame.

Denaro pubblico alla banche perché non saltino, l’hanno fatto anche negli Usa subito dopo l’inizio della crisi ed è andata bene, le banche hanno restituito i soldi pubblici con gli interessi. Ma in Italia ance se sarebbero tutti d’accordo, da Berlusconi a Renzi a M5S  Salvini, non si può fare. Perché significa tasse, ancora tasse. E tasse da mascherare perché se dici che sono tasse pro banche ti linciano.

Allora il conto lo pagano quelli che nelle banche hanno investito e non di rado guadagnato? Quelli che hanno azioni ed obbligazioni delle banche? In Italia non si può neanche questo: se hai comprato azioni Fiat o di qualunque titolo industriale se hai investito in obbligazioni che non sino bancarie, se va bene incassi, se va male ci rimetti. Invece una demagogia di gran successo ha stabilito che sei hai investito in azioni e obbligazioni bancarie hai diritto a non rimetterci mai perché se c’è perdita tutti i perdenti sono stati truffati. Ora le banche specie di “territorio”, vedi Veneto Banca, hanno fatto carne di porco con i loro risparmiatori, ma “tutti truffati” è un tana libera tutti dai rischi dell’investire.

Questi no, quelli nemmeno, altri privati che paghino il conto entrando in banca per via di aumento di capitale non si vedono. L’intreccio, l’incesto tra umore popolare, consenso elettorale, crediti deteriorati, finanza clientelare impediscono che ci sia chi paga quel conto. Alla fine lo pagheremo tutti e più salato.

Infine, si parva licet, una singolare circostanza: a leggere le cronache infuriate e furiose della politica intorno alla Rai si apprende che Bianca Berlinguer è almeno per oggi e per qualche giorno ancora la Giovanna d’Arco di Forza Italia, della Lega, di tutta la destra italiana. La Giovanna d’Arco che il perfido Renzi manda al rogo mentre la pulzella dell’informazione difendeva la libertà. I toni sono questi, proprio questi. Per anni Bianca Berlinguer è stata per Forza Italia e Lega e destra italiana la strega cattiva e trinariciuta. Oggi è una martire virginale. Che tristezza, che spettacolo triste quello dei guitti della politica, che tristezza deve provare anche la Berlinguer ad essere cosparsa di tale urticante incenso.