Esami. Tasse. Pandemia. Grillo. Banche. Colf. Afghanistan: le magnifiche sette bugie

di Lucio Fero
Pubblicato il 14 Luglio 2009 - 15:14| Aggiornato il 13 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Quante bugie ci raccontiamo. Bugie di massa e di successo. Bugie in pompa magna, bugie stampate e trasmesse di bocca in bocca. Bugie ufficiali eppur domestiche. Ce le raccontiamo per pigrizia, calcolo, abitudine, convenienza, ignoranza. Il tutto mischiato e fuso insieme. E ci crediamo pure, quanto ci piace crederci alle bugie. Ogni giorno, tutti i giorni. E di un solo giorno ne presentiamo sette di bugie che corrono libere e belle. Sulla scuola, sulle tasse, sull’influenza, su Grillo e il Pd, sulle banche, sulla sanatoria per colf e badanti.

La prima bugia è quella dell’ecatombe di bocciati all’esame di maturità. Scrive Repubblica: «Bocciatura di massa…selezione colpo di scure… motivate da input politici e non da pandemia di ignoranza…». Repubblica scrive e genitori e insegnati annuiscono. Ma di che stanno parlando? L’esame di maturità è stato quest’anno superato dal 97 per cento dei candidati. Cioè quasi tutti. Solo una pigrizia ideologica e culturale può far scrivere e pensare che ci sia stata “strage”. Repubblica difende la promozione garantita per tutti e il peggio è che neanche si accorge di farlo. Il Corriere della Sera quasi comicamente svela la bugia, scrive: «Record di promossi in Francia, quasi nove su dieci». Meno che in Italia, ma quel che in Francia è record di promossi in Italia diventa record di bocciati.

Seconda bugia: le tasse dichiarate. Otto italiani su dieci che nel 2008 hanno guadagnato meno di duemila euro lordi al mese, uno su due meno di 15mila all’anno, 419mila società che lavorano in perdita, la metà di quelle esistenti. Decine di milioni di italiani che mentono. Lo fanno da sempre, convinti e sicuri che mentire al fisco non è mentire. Il peggio è che il legislatore, di destra o di sinistra, quando legifera su tasse ed esenzioni a questa mappa bugiarda della ricchezza e del reddito ci crede o fa finta di crederci. La bugia fiscale la racconta la gente e lo Stato da sempre l’aiuta e incoraggia. L’ultimo incitamento e premio alla menzogna si chiama scudo fiscale. Cosa sia lo scudo ve lo racconto così: nel 2004 un reddito di 5mila euro è stato pagato da un’azienda a un suo dipendente. Ma non era stipendio, erano collaborazioni. E l’azienda, sbagliando, ha inserito quel reddito nella no tax area, insomma non ha versato al fisco l’aliquota. Cinque anni dopo il fisco ha voluto 3mila euro dal dipendente per tasse e sanzioni: aliquota di fatto del 60 per cento. Se il dipendente avesse portato quei soldi all’estero, evadendo il fisco per scelta e non per caso, con lo scudo pagherebbe il 5 per cento di aliquota.

Terza bugia, sull’influenza. Non c’è giornale che non riporti questa frasetta: «In autunno 15 milioni di malati in Italia…». Ma sanno che vuol dire, hanno un’idea di un italiano su quattro colpito? È una cifra da pestilenza che si mangia una società, eppure è una cifra buttata lì tra le righe, tanto domani si cambia e chi se ne ricorda più.

Quarta bugia, qui il bugiardo è Beppe Grillo. Si iscrive al Pd e mentre lo fa dice ridendo: «Ho pagato la tangente, la quota per la tessera». Uno che chiama tangente il costo della tessera è un bugiardo, non vuole iscriversi né fare il segretario, vuole fare teatro. Bugiardo però è anche il Pd: lo faccia iscrivere e correre quel bugiardo e faccia in modo che i bugiardi si contino, li batta con i numeri dei veri militanti e iscritti. Non abbia paura il Pd di Grillo e della bugia per cui la sua sarebbe politica e politica di opposizione. Il Pd si è inventato la follia del segretario eletto non dalla sua gente ma dalla “gente”. Bene, anzi male. Ma ora il Pd non abbia paura di se stesso. Il Grillo bugiardo non a caso non prova a iscriversi a Forza Italia, lì non prova neanche a dar fastidio. Smonti dunque il Pd la bugia di Grillo, basta un po’ di verità.

Quinta bugia, sulle banche. Controlli e trasparenza su quel che vendono al risparmiatore. Controlli invocati e promessi, da Tremonti, dalla Consob, dalla montagna di carta che ti fanno firmare. Poi entri in una banca, una banca qualsiasi, e ti vendono un’obbligazione della stessa banca che, un secondo dopo che l’hai comprata, non ha quotazione in nessun mercato, non la puoi rivendere, non sai quanto vale e, se ci provi, ci rimetti il sei/sette per cento. È la regola, l’unica regola che le banche rispettano.

Sesta bugia, sulle colf e badanti. La nuova legge sulla sicurezza ne aveva messo fuori legge a centinaia di migliaia. Fa niente, nessuna sanatoria aveva detto la Lega in nome di una ritrovata “cattiveria” verso l’immigrazione clandestina. Infatti a settembre con 500 euro e una dichiarazione che nessuno controllerà il permesso di soggiorno lo avranno colf e badanti finora irregolari. Tutte, come è giusto. Ma non solo loro. Già fiorisce il mercato inter etnico: tu italiano mi fai una dichiarazione che lavoro a casa tua, i 500 euro li metto io straniero irregolare, anzi ci aggiungo sopra qualcosa, quanto vuoi? Tanto non rischi, dopo tre mesi mi licenzio il permesso ce l’ho. È tutto falso ma ci guadagniamo tutti. Lo possono fare tutti i clandestini, tranne quelli che hanno già fatto domanda per diventare regolari. Che bella legge… È la bugia della sicurezza per legge.

E l’ultima bugia, la settima delle magnifiche bugie di giornata? La stanno recitando insieme istituzioni e pubblica opinione. Quel ragazzo italiano morto in divisa in Afghanistan è morto in guerra. Una guerra giusta da combattere. Una guerra dove, come in ogni guerra, si muore. Ma ci piace raccontarci la bugia che non è guerra, che quella guerra non serve, che dalla guerra in Afghanistan possiamo chiamarci fuori. È la bugia più popolare e insieme crudele: offende il soldato, il caduto, l’uomo mentre si fa mostra di rendergli omaggio.