Grillo: “niente inciuci”, solo assedio. E Città Italia cadrà, anche in miseria!

di Lucio Fero
Pubblicato il 26 Febbraio 2013 - 14:15| Aggiornato il 8 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Beppe Grillo è chiaro, lucido, nitido: non farà sponda e patti con nessuno. Né faranno “inciuci”, così li chiamano dal capo fino all’ultimo eletto, i deputati e i senatori di M5S. Cingeranno d’assedio, da dentro e fuori le mura di Montecitorio e Palazzo Madama, il sistema e il paese entrambi destinati a cader loro in braccio. Presto, anche se non proprio subito: tra un anno, massimo due. E’ questa la previsione non nascosta ed è questa la strategia non dissimulata del vertice, del corpo e dell’anima di M5s. Su questo sono unanimi, determinati, sicuri.

Non si lasceranno attrarre, e quale sarebbe poi mai l’attrazione, dal mendicar del Pd che già va pigolando: facciamo l’acqua pubblica, il reddito di cittadinanza, sterminiamo gli F35. E neanche si faranno sedurre da Nichi Vendola e da tutto il gauchismo residuo che ora riscoprono M5S e Grillo e i “grillini” come “compagni inconsapevoli”. No, non sarà Grillo e non sarà M5s a portare i loro milioni di voti a soccorso della sinistra italiana. Forse, probabilmente un governo Bersani di minoranza, un governo targato Pd senza maggioranza M5s e Grillo lo faranno anche formare ed esistere se questa sarà la finestra da cui Bersani sceglierà di gettarsi. Lo faranno formarsi ed esistere un governo così perché possa essere l’ultimo corto miglio della autodissoluzione della sinistra Bersani/Vendola.

Quel che davvero sognano Grillo e M5S è un governo Pd-Pdl da far durare 12 mesi al massimo. Qualcosa di impresentabile cui inchiodare la destra e la sinistra, Berlusconi e Bersani e anche Maroni e Vendola. Anzi Maroni e Vendola si staccherebbero per andare…Ma dove? Grillo si è già mangiato entrambi, li ha ridotti entrambi sotto il 4 per cento. Un governo Pd-Pdl cui mettere in carico l’ovvio e l’inevitabile. Ma proprio quell’ovvio e inevitabile che l’elettorato italiano a gran voce rifiuta e rimuove. Non sparirà l’Imu nel 2013, non caleranno le tasse, le pensioni resteranno bloccate, il denaro costerà qualcosa di più, le banche daranno meno prestiti, ripagare i debiti sarà più oneroso, continuerà il calo dei posti di lavoro. Come prima, anzi peggio di prima anche grazie a come gli italiani hanno votato. E a chi meglio mettere in conto tutto questo se non a un governo Pd-Pdl?

E se non sarà governo Pd-Pdl, allora governo di minoranza del Pd o qualunque altra cosa si possa mettere in carico agli “assediati” mente Grillo e M5S giocheranno la parte degli assedianti, ogni giorno, ogni settimana o mese che passa sempre più pronti ad entrare, a prendere la città. Città Italia che già ora non teme e da domani, ogni, giorno, settimana e mese di più invocherà gli assedianti, il loro arrivo, il loro ingresso. Invocazione che crescerà man mano che nulla, proprio nulla, di quanto si era creduto dovesse arrivare con il voto di febbraio arriverà davvero. Non più posti di lavoro, non più denaro pubblico da distribuire, non più aiuti e sostegni delle banche ad aziende e imprese…

Non arriverà nel 2013 meno crisi, tanto meno sarà realtà il gridato Basta Crisi! Sarà “più” crisi nel 2013: sistema finanziario e del credito gravato da spread più alti, governi senza risorse causa un Pil che non cresce, diffidenza se non abbandono da parte degli investitori internazionali…Insomma in Italia, in un’Italia così nessuno vorrà, già vuole, metterci un euro. Proprio dopo quel voto cui la gran maggioranza degli italiani ha assegnato il compito, la convinzione di rimettere in circolo gli euro spariti. Città Italia cadrà, proprio come ha lucidamente previsto, programmato e già in parte realizzato Beppe Grillo insieme a migliaia, decine di migliaia di militanti di M5s. Città Italia cadrà nelle mani giovani, nuove, pulite di M5S con la benedizione di milioni e milioni di elettori di ogni età e ceto sociale. Peccato, un vero peccato che Città Italia cadrà contemporaneamente anche in miseria.

C’è in Italia una singolare consuetudine, singolare nel senso che è un’usanza, un costume solo nostrano: ai funerali si applaude. E non si capisce tanto bene perché, che senso abbia applaudire ad un funerale. Incitamento al defunto? Incitamento a che? Manifestazione di consenso? Consenso alla morte? Scongiuro rumoroso per far rumore appunto e testimoniare che non è toccata a chi applaude? Mah, non si sa. Però guardando al 2013 italiano si capisce che applaudire al funerale è proprio diventato un modo italico di stare al mondo, ormai esteso fino all’applauso al proprio di funerale. L’Italia elettorale di febbraio 2013 è una “gioiosa macchina da funerale”, il proprio appunto. A dicembre sarà più povera di prima. E in questo festoso danneggiarsi, in questo gioioso farsi del male Grillo ed M5S c’entrano, sono responsabili solo al 25%. Che non è poco ma non è tutto, il resto, il più ce lo mettono gli italiani tutti, a grandissima maggioranza.