Dall’Imu i 4 mld a Mps? Sì, se lo Stato ti pagasse interessi al 9% sulla tua Imu

di Lucio Fero
Pubblicato il 25 Gennaio 2013 - 15:19| Aggiornato il 6 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Che ne diresti contribuente, cittadino e elettore italiano se lo Stato ti pagasse ogni anno il 9 per cento di interessi sull’importo dell’Imu che hai appena finito di pagare a dicembre? Sì, la tua Imu, proprio la tua. Hai pagato mille euro? E allora che ne diresti se a dicembre 2013 lo Stato ti pagasse 90 euro di interessi e poi via così per dieci anni? E se poi alla fine lo Stato, passati dieci anni e versato nelle tue tasche 900 euro di interessi (novanta per dieci), ti restituisse inoltre al cento per cento i mille euro di Imu da te pagati dieci anni prima, che ne diresti? Diresti che magari, diresti che chi se lo sogna oggi uno Stato che gli presti mille euro, te li restituisce tutti tra dieci anni e ti paga ogni anno di quei dieci il 9 per cento degli interessi. Ecco, se l’Imu fosse fatta così, solo se funzionasse così si potrebbe dire che i soldi dell’Imu lo Stato li gira a Mps per coprire le sue magagne.

Ma non funziona così purtroppo l’Imu e la storia che il gettito dell’Imu sulla prima casa serve a salvare la banca cattiva, la storia del mi tolgono l’Imu dalle tasche per ingrassare la banca nemmeno quella funziona così. Anzi, raccontarla così è una bugia, doppia bugia. Perché bugia? Primo perché quello dello Stato a Monte dei Paschi di Siena è un prestito. Un prestito, non una donazione o un trasferimento di denaro pubblico a fondo perduto. Un prestito appunto a interesse annuo del nove per cento. Un prestito pesante per chi lo contrae, non per chi lo concede. Tanto per dare un’idea, ricorderete che quando era lo Stato a dover pagare interessi del 7 per cento sui debiti che contraeva, sui prestiti che gli davano, allora quel 7% si diceva fosse pesantissimo, alla lunga insostenibile. Quasi quattro miliardi di denaro pubblico, 3,9 per l’esattezza, prestati a Mps con quel tasso di interesse da pagare non sono un grande affare per la banca. Casomai è lo Stato che fa un affare, almeno in termini contabili.

Secondo: quel prestito ancora nessuno l’ha concesso, Mps è in assemblea generale proprio per decidere se lo può chiedere e sostenere e comunque il prestito verrà concesso e materialmente pagato solo dopo che Bankitalia avrà accertato che Mps può pagare le rate degli interessi, proprio come fa la tua banca quando le vai a chiedere mutuo o finanziamento.

Eccole quindi le due bugie: non è vero che siano soldi pubblici a fondo perduto, è un prestito. E non è vero che sono i soldi dell’Imu, l’Imu non c’entra nulla. Sono i soldi, relativamente pochi, che il governo italiano sta per prestare alla terza banca italiana perché se questa salta non è come dice Grillo che “la si nazionalizza e si trovano i soldi da qualche parte”. Non è che entri con i carabinieri, apri cassetti e forzieri e dentro trovi le banconote. Ma come fa Grillo a pensare, anzi a raccontare in giro che una banca è come il cassetto di nonna, lo forzi se quella non ci sta con la testa e dentro trovi i soldi. Grillo lo sa che se tutti i titoli di credito e debito del pianeta li si volesse trasformare in carta moneta la cosa sarebbe materialmente e economicamente impossibile?

Soldi pubblici, relativamente pochi, destinati alle banche italiane. Quelli che oggi da destra e sinistra, dal parlamento e dal Movimento si indignano perché lo “Stato salva le banche” hanno una vaga idea di quanto Obama, il governo belga, quello francese, quello tedesco, quello britannico, quello irlandese e via governando…, di quanto denaro pubblico ogni governo e Stato ha impegnato per salvare le sue banche? E perché lo hanno fatto? Perché se saltano le banche saltano loro i governo. E loro saltano con le banche saltate perché se salta la banca salti anche tu che stai leggendo, salta la tua azienda o bottega o pensione o conto corrente o risparmio o patrimonio o salario o stipendio. Quindi per fortuna di tutti e per sicurezza nostra le banche i governi, tutti i governi, se possono le salvano.

Anche quelle che hanno imbrogliato i conti, rischiato troppo, perpetrato schifezze varie? Sì, anche quelle vanno salvate perché nelle banche oltre le speculazioni ci sono i soldi dei risparmiatori. Le banche vanno salvate, anche con i soldi pubblici. Slavate e non nazionalizzate che altrimenti diventano la peggior cosa: la banca politica e di partito. Magari sarebbe ottima e necessaria idea non salvare i banchieri mentre salvi la banca. magari sarebbe splendida idea impedire per legge alle banche di fare un certo tipo di finanza con i soldi dei correntisti e accompagnare l’idea magari con un po’ di galera per chi quella legge violasse. Magari sarebbe cosa meravigliosa da imporre che “le banche fanno le banche” come dice Bersani e come invece non è. Le banche, alcune più di altre, fanno troppa politica nel senso che sono troppo legate a partiti, sindacati, “territori”. Il guaio e lo scandalo Montepaschi nascono proprio dal fatto che Mps non faceva proprio e fino in fondo la banca.

Eppure, anche se è una doppia bugia, questa storia della banca a cui si regalano i soldi dell’Imu è già diventata un cavallo elettorale che galoppa. Piace, seduce, affascina. Piace al mio coinquilino con cui prendo spesso il caffè al bar, piace anche al portiere del comune palazzo e piace anche alla signora in fila alla cassa e alla cassiera del supermarket. A loro piace e si può capire, non sono tenuti a sapere che quei 3,9 miliardi sono un prestito a interessi del nove per cento, prestito non ancora erogato. Se glielo dici dubitano, diffidano tu stia dicendo il vero. Poi, siccome è gente normale e non in malafede, ammettono che: “se è vero che è un prestito, allora è un’altra cosa…”. Comunque tengono il punto: “comunque le banche non meritano niente”. Così la gente normale, quella che caso mai imbroglia se stessa ma non fa di professione il mestiere di imbrogliare gli altri.

Invece la storia dei soldi dell’Imu regalati alla banca seduce gli Alfano e i Grillo. Loro lo sanno che è un prestito e non un regalo. Loro spacciano a piene mani la doppia bugia. Forse i Grillo hanno l’attenuante di non sapere con esattezza di cosa parla. Gli Alfano invece sono senza alibi: sanno, capiscono, mentono sapendo di mentire. O forse l’attenuante va rovesciata, attribuita agli Alfano che hanno governato e comandato non sapendo e non capendo un tubo e tolta e ritirata ai Grillo che, meno ignoranti degli Alfano, fanno però finta di non sapere, fanno “gli scemi per non andare in guerra”. Vai a sapere…Sia consentito però un leggere ed epidermico fastidio, vogliamo dire con grossa parola “morale”, per la disonestà intellettuale civile di chi sa di cosa parla a va in giro a cantare la canzone dei “soldi dell’Imu alla banca”.