Petra finta pentita. Se non la scoprivano, col cavolo!

di Lucio Fero
Pubblicato il 14 Settembre 2015 - 14:23 OLTRE 6 MESI FA
Petra finta pentita. Se non la scoprivano, col cavolo!

Petra finta pentita. Se non la scoprivano, col cavolo!

ROMA – Petra Laszlo, la Orban reporter (prima la fede, poi la professione) ha cercato di far sapere in giro che era un po’ pentita di aver sgambettato e preso a calci profughi alla frontiera ungherese. Ha balbettato l’improbabile tesi di aver temuto l’essere aggredita, ha lasciato intendere che “qualcosa da dentro” (istinto?) le aveva tolto lucidità in quei momenti. Ha perfino pietisticamente lamentato che ora che ne sarà dei suoi figli con madre che ha perso il lavoro? Patetico arrangiarsi, arrampicarsi sugli specchi. Finzione, finzione di pentimento mal riuscita.

Petra Laszlo lavorava alla tv della destra ungherese alla destra del premier Victor Orban. Per capirci, come da noi ad esempio la tv di Casapound. Difficile credere che quegli sgambetti e calci non fossero legati a un pensiero, a un sentimento profondo di ostilità verso il profugo straniero. Petra Laszlo è stata licenziata perché quella tv non poteva far altro di fronte alla opinione pubblica mondiale. Se sgambetti un poveraccio in fuga con bambino in braccio e tutto il mondo ti vede…

Ecco, ti vede. Questo è il punto. Il vero guaio di Petra è stato l’altro e non ungherese giornalista (maledetti inglesi!) che ha inquadrato e ripreso la guerra personale di Petra contro gli invasori. Non fosse stata inquadrata, scoperta, col cavolo che Petra si sarebbe vestita, malamente travestita da pentita. Prima o poi in Ungheria la riassumeranno mamma Petra. Dalle parti di Budapest tira aria buona per i kapo 2.0. A noi il suo finto pentimento appare corollario disdicevole e miserello del gesto di ferocia civile e umana con cui sgambettava e scalciava. Pessima Petra, coerentemente pessima. Durante, dopo e, c’è sa supporre, anche prima.

Meglio di Petra perfino il nostrano Don Angelo (angelo di nome e per niente di fatto). Don Angelo Chizzolini, parroco di Onzo, Vendone e Arnasco, parroco da tricorno (il cappello del clero più tradizionalista) fa sapere: “Piuttosto che dare la canonica ai migranti la brucio”. Chiaro, netto, preciso. Lui ci mette la faccia al suo sgambetto e calcio al sedere ai profughi. E non si pente, non nasconde la mano dopo aver gettato il sasso: “Mai casa a un migrante, so come lasciano le strutture che li ospitano”.

Come attesta il caso di Don Angelo (e come confermano le migliaia e migliaia di esempi forniti dalla storia) si è prima uomini che preti. Preti si sono schierati con ogni esercito, ideologia, Stato. Preti oggi sono quelli che dicono che respingendo, affogando profughi l’Europa si perderà, preti oggi sono quelli che dicono che accogliendo stranieri (magari islamici) l’Europa si perderà. Petra e Don Angelo: una tonaca o un tesserino giornalistico sono ben poca corazza e antidoto agli istinti più scuri e alle idee più nere degli umani.