Precari scuola: quando, quanti, quali assumere. A nessuno frega niente perché

di Lucio Fero
Pubblicato il 5 Marzo 2015 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA
Precari scuola: quando, quanti, quali assumere. A nessuno frega niente perché

Precari scuola: quando, quanti, quali assumere. A nessuno frega niente perché

ROMA – Si farà a tempo ad assumerli entro settembre 2015, a metterli in cattedra per il prossimo anno scolastico? C’è chi ne dubita, chi si allarma, chi calendario alla mano deduce che non ce la si farà. E tutti comprensibilmente si preoccupano. Si preoccupano i precari della scuola, si preoccupano i giornalisti e i politici e i sindacati. Ci si preoccupa e ci si allarma di fronte alla possibilità che non si faccia in tempo ad assumere per settembre non 140 mila precari come promesso ma forse neanche centomila, magari solo cinquantamila…E gli altri? Sedotti e abbandonati. Lasciati ancora e ancora in lista d’attesa. Nel mondo delle scuola, della politica, del sindacato e dell’informazione ampie e dovute tracce di questo allarme e preoccupazione.

Ci si preoccupa e ci si occupa del perché e del per come dell’eventuale, probabile ritardo nelle assunzioni. Colpa di Renzi che non ha fatto un decreto legge sulla scuola tutta e quindi sulle assunzioni, colpa del suo metodo dell’annuncio poi spesso vuoto? O colpa dei partiti di opposizione, ma anche della minoranza Pd, che tutti gli danno i giorni pari e dispari del dittatore perché fa troppi decreti legge? Colpa di Renzi che ha in mano carte truccate e non h i soldi per assumerne davvero 150 mila e quindi butta la palla in tribuna o colpa di chi altro obiettivo non ha in parlamento che boicottare e che, fosse stato decreto, avrebbe fatto ostruzionismo in nome della democrazia violata?

Ci si preoccupa e ci si occupa del come andrà a finire: davvero il governo darà, sarà capace di dare quaranta giorni al Parlamento per decidere sul disegno di legge per la scuola e, svaniti i quaranta giorni senza legge, dirà allora al paese: lo vedete che il Parlamento in realtà una legge non la vuole e allora ci vuole per forza il decreto? Oppure il Parlamento il disegno di legge del governo sulla scuola lo esaminerà, lo cambierà, lo approverà davvero in quaranta giorni? Oppure il Parlamento lo farà diventare una sorta di “Milleproroghe delle scuola” infarcendolo di mance e favori a questo e a questo altro gruppetto di mini interessi?

Ci si occupa e ci si preoccupa se alla fine i precari della scuola assunti saranno davvero 150 mila o giù di là, della data reale in cui cominceranno le assunzioni e anche di chi saranno i precari assunti. Quelli della graduatorie o quelli degli incarichi? Di precari della scuola ne esistono di varie categorie e tipologie, ciascuna ovviamente rivendica a se stessa la piena legittimità all’assunzione. E il conseguente diritto ad arrivare primi all’ingresso. Con l’ovvio rischio ressa, che ordine di ingresso darà il governo tramite decreto o disegno di legge e che farà il Parlamento al riguardo? E quanto durerà la suspence che per migliaia di insegnanti è ansia, pura ansia esistenziale?

Ci si sofferma sul possibile caos delle cattedre a settembre e nei mesi seguenti, si narra e si raccoglie la disillusione irata di chi credeva  fosse giunta, almeno per lui, la volta buona…Tutto giusto, comprensibile, ovvio.

Ma non c’è un cane che è uno nella politica, nel sindacato, nella scuola e sui giornali che si occupi e si preoccupi del perché si assumono questi precari della scuola. A che servono e cosa andranno a fare, se e dove servono, quali servono e a che cosa, che effetto avranno una volta in cattedra sulla qualità della scuola…queste e altre questioni sono importune e neglette e quindi neglette e importune. Sarà assunta gente abilitata e competente nell’insegnamento di quali materie?. Saranno assunti insegnanti che hanno magari il titolo ma non più, se mai l’hanno avuta, esperienza di docenza? A quale altro titolo saranno assunti, ce n’è un altro davvero oltre a quello di essere precari?

No, altro titolo vero per essere assunti non c’è. Valgono come titoli i vari attestati di attesa nel mondo della precarietà. Vale chi sta in lista d’attesa da più lungo tempo e con maggiore costanza. Sono lavoratori precari della scuola che meritano l’assunzione per essere stati lavoratori precari della scuola. Così un paese sana il suo debito verso centinaia di migliaia di lavoratori precari, risponde ad aspettative umane e professionali, organizza o tenta di farlo un legittimo interesse di un vasto gruppo sociale. E così un paese decide contemporaneamente che la qualità della scuola per i suoi figli è questione accessoria, marginale, trascurabile. Insomma chi se ne frega.