Prostitute Arcore? Sì. Telefonate Questura pro Ruby? Sì. Reati? No. Ma nausea sì

di Lucio Fero
Pubblicato il 17 Ottobre 2014 - 14:50 OLTRE 6 MESI FA
Prostitute Arcore? Sì. Telefonate Questura pro Ruby? Sì. Reati? No. Ma nausea sì

Ruby Rubacuori

ROMA – Dunque, riepiloghiamo perché la storia è vecchia e qualche passaggio può sfuggire.

Punto uno: ad Arcore, villa di Silvio Berlusconi presidente del Consiglio in carica c’era e si teneva “prostituzione”. Ed era cosa notoria e pubblica, infatti vi partecipavano, organizzavano e curavano la cosa in molti. Parole e concetti, frasi e argomenti della sentenza di appello che assolve Silvio Berlusconi dal reato di prostituzione minorile. Assolto perché non c’è prova sapesse che Ruby era minorenne. E’ la sentenza che assolve che attesta che ad Arcore c’erano prostituzione e prostitute. Mentre il padrone di casa faceva il capo del governo.

Punto due: telefonate di Silvio Berlusconi alla Questura di Milano ci furono e furono pro Ruby, per farla uscire dalla Questura in fretta e senza che in Questura stessero a far troppe domande. Ad attestarlo è la sentenza di appello che assolve Silvio Berlusconi dall’accusa di aver costretto il funzionario di polizia Ostuni a far uscire la ragazza senza troppi accertamenti. Berlusconi è assolto, reato non c’è perché il funzionario di polizia, dice la sentenza nelle sue motivazioni, fece tutto di sua spontanea volontà. Zelante, zelantissimo, appena avuto il capo del governo al telefono…bastò sentire la voce perché si mettesse come usa dire “a disposizione”. Berlusconi non obbligò nessuno, il funzionario in capo si convinse da solo e in fretta che quella ragazza era meglio metterla fuori.

Sì, quel mattacchione del capo del governo gli aveva raccontato la storiella della nipote di Mubarak, Ostuni non ci credette tanto ma tanto per lui era indifferente, nipote o nonna era segnalata dall’alto e quindi andava liberata dal fastidio di restare in Questura. Anche questo lo dice la sentenza che assolve. Come pure dice la stessa sentenza che Berlusconi telefonò perché temeva Ruby raccontasse quel che succedeva ad Arcore, quel che lei stessa era andata a fare ad Arcore.

Dunque, riepiloghiamo alla luce della sentenza che assolve, motivazioni della sentenza alla mano. Ad Arcore il capo del governo usufruiva della prostituzione che altri si incaricavano di organizzare per lui e la cosa era pubblica, fatta in pubblico. Saputo che Ruby è in Questura (avvisato da una prostituta brasiliana che aveva il numero del suo cellulare) Berlusconi telefona alla Questura di Milano per accelerare l’uscita della ragazza. Lo fa perché teme che racconti, lo fa inventando la balla della nipote di Mubarak.

Non c’è reato perchè Berlusconi non sapeva che Ruby era minorenne e non c’è reato perché Ostuni non è stato né costretto né indotto con minacce o lusinghe a fare quel che al capo del governo. Lo fa da solo, senza “spinte”.

Riepilogando il tutto: reato non c’è ma nausea sì.