Roma, sabato 25 incombe il teppismo anti Europa

di Lucio Fero
Pubblicato il 18 Marzo 2017 - 08:33 OLTRE 6 MESI FA
Roma, sabato 25 incombe il teppismo anti Europa

Roma, sabato 25 incombe il teppismo anti Europa

ROMA- Roma, sabato 25 marzo. Capi di Stato e di governo in città, incontri e celebrazioni ufficiali per i 60 anni dell’Unione Europea. E la città diventa un target, un bersaglio del teppismo anti Europa.

Cortei, legittimi. Presidi, legittimi. Proteste e manifestazioni anti Ue, legittime. Non è questo che incombe. E neanche il disagio di una città che al suo centro sarà semi bloccata negli spostamenti. Succede, inutile esagerare nel lamento mediatico e nella retorica della città paralizzata.

Zone in cui non si potrà accedere se non dietro controllo e zone dove non sarà possibile accedere. Nessun problema, questione di sicurezza e onere per essere una capitale. E, nonostante qualcuno, molti non sappiano e non si rendano conto, si festeggiano i primi sessanta anni di pace filata in un paio di millenni di storia del continente. Qualunque disagio, ne vale la pena.

Quel che incombe però è altro, non la protesta o il blocco. Incombe il teppismo anti Europa. Il sentirsi in missione sfasciando un bancomat o una vetrina. Incendiando una macchina, rovesciando motorini. Minacciando poliziotti, innescando bombe carta, facendole sempre più grosse perché possano ferire. E lanciarle in un’estasi di “antagonismo”.

Questo incombe e poco si può fare per fermarlo. Certo, qualche black block  può e deve essere fermato alla frontiera. Certo nelle piazze e nelle strade le forze dell’ordine devono fare prevenzione, barriera e repressione. Certo non è accettabile lasciare pezzi di città al teppismo organizzato. Ma inutile illudersi: se vorranno i teppisti anti Europa sfasceranno e faranno danno e paura. Anche il miglior sistema di ordine pubblico non può evitare gli scontri, il fuoco e rendere la città invulnerabile alla violenza.

Una cosa però si potrebbe fare, piccola ma non insignificante. E tutt’altro che inutile. Si potrebbe evitare di confondere, appiattire, contrabbandare il teppismo anti Europa con la protesta anti Europa. Si potrebbe evitare di rendere ai teppisti il grande favore di spiegarli con una posizione politica, un disagio sociale. Si potrebbe essere meno pigri nel raccontare ed evitare di raccontare di manifestanti anti Ue.

Quelli, i manifestanti anti Ue ci saranno e saranno in piazza e in corteo con pieno diritto. Ma il teppismo anti Europa non ha diritto di piazza, tanto meno di rispetto e considerazione. E non ha per nulla diritto di essere raccontata come contro parte politica da cronache corrive senza neanche rendersi conto di esserlo.