Sanità: più cure, medicine e vaccini gratis. Ma Cgil vecchia bisbetica

di Lucio Fero
Pubblicato il 16 Gennaio 2017 - 11:39 OLTRE 6 MESI FA
Sanità: più cure, medicine e vaccini gratis. Ma Cgil vecchia bisbetica

Sanità: più cure, medicine e vaccini gratis. Ma Cgil vecchia bisbetica

ROMA – Sanità: 110 nuove malattie rare ora curabili a carico dello Stato. Epidurale anche per le donne che partoriscono naturalmente. Accertamenti gratuiti per i celiaci. Scooter a quattro ruote per i disabili. Vaccinazioni gratuite per varicella, pneumococco, meningococco e papilloma virus anche per i maschietti di 12 anni. Vaccino contro herpes zoster, vaccino per i 65 enni che immunizza da polmoniti, vaccini contro tutte le forme di meningite. Fecondazione eterologa…

Insomma più cure, medicine e vaccini gratis dai nuovi “Lea”, livelli essenziali di assistenza, aggiornati dal governo dopo 15 anni. Una buona, anzi ottima notizia, per tutti gli affetti da malattie non comune e che finora non erano coperti nelle spese dalla Sanità pubblica, decine se non centinaia di migliaia di persone. (Soli i celiaci vengono stimati a duecentomila unità). Una buona, anzi ottima notizia, per l’immunizzazione di tutta la popolazione. Più vaccini e più vaccini gratis potrebbero interrompere, almeno contrastare, la spirale di ignoranza autolesionista del negare ai propri figli le vaccinazioni.

Buone, anzi ottime notizie una volta tanto. Ma c’è una malattia, una malata, un’afflizione dell’animo e dell’agire che pare proprio incurabile. Alla notizia dei nuovi Lea, cioè di più sanità pubblica e più cure, medicine e vaccini gratis, la Cgil ha risposto d’istinto con infastidito interrogativo/accusa: “E i soldi? Mancano i fondi…”. La reazione di una anziana signora purtroppo vinta e avvinta nei suoi umori inaciditi verso la vita, insomma la reazione di una vecchia bisbetica che mal sopporta le buone notizie. Proprio perché sono buone e quindi, migliorando la vita collettiva, vengono mal digerite, accolte con dispetto da chi dalla vita collettiva è fuori.

Ovviamente la Cgil non è una persona e quella della bisbetica stizzita è una metafora. Ma come giudicare un sindacato che si vuole di sinistra, certamente è per la spesa pubblica, di sicuro per il Welfare più ampio possibile e che all’annuncio di più sanità pubblica reagisce con sospetto e fastidio? A far regolarmente “bisbetica” la Cgil è ormai la missione politica che il sindacato della Camusso si è assegnata: contrastare, indebolire, abbattere il governo. Non proprio ogni governo, soprattutto questo governo e quello di prima. Insomma i governi di centro sinistra più o meno targati Renzi o comunque i governi che, Gentiloni o chicchessia, non inorridiscono alla parola riforme e riformismo.

La Cgil fa politica bisbetica. L’ultima: mette il lavoro saltuario nella sua riflessione e programma e quindi accetta che venga retribuito come tale, come lavoro saltuario. Ed è anche datore di lavoro saltuario e come tale lo paga. Poi però vuole addirittura via referendum abolizione totale dei voucher e quindi delle forme saltuarie di pagamento del lavoro saltuario. Perché i voucher li ha messi il governo inviso (in realtà c’erano già prima) così come i nuovi Lea. La Cgil appena sente passi e odor di governo chiude persiane e chiama i vigili. Come le anziane signore bisbetiche quando sentono ragazzini giocare a pallone o giovani ascoltare musica o il vicino di casa che guarda in film in tv. Non lo sopportano…che possa andare meglio.