Tar l’ultima impresa: ordine alla Galleria di Milano di tornare al peggio

di Lucio Fero
Pubblicato il 28 Agosto 2014 - 15:15 OLTRE 6 MESI FA
Tar l'ultima impresa: ordine alla Galleria di Milano di tornare al peggio

La galleria di Milano (foto Lapresse)

ROMA – Cosa sia la Galleria di Milano lo sanno tutti, perfino quei pochissimi che a Milano non sono mai stati l’hanno vista in tv o al cinema, fin dai tempi di Totò e Peppino (“noio, per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare?”). Che la Galleria sia in opportuno e doveroso restauro lo vedono da mesi i milanesi e i turisti. E quel che tocca vedere è il Tar che ordina alla Galleria di Milano di tornare al 2007, al peggio.

I soldi per i restauri in corso vengono soprattutto dalle conseguenze di una delibera del Comune. Comune che nel 2012 ha deciso che chi subentra nei contratti di affitto dei locali in Galleria paga il doppio di chi se ne va. Di qui accordi con Prada, Versace, Armani e altri. Di qui, oltre al raddoppio sacrosanto e utile del canone di affitto, anche accordi di sponsorizzazione dei lavori.

Ma il Tar ha detto altolà: sentenza che boccia delibera. Perché non ci sono state gare pubbliche ma solo accordi tra privati, non si è tutelata la concorrenza e perché mancano questo e quell’altro bollo tondo. Quindi per ordine del Tar si torna al 2007, alla situazione in Galleria che Gian Luigi Paracchini sul Corriere della Sera così riassume: “inghippi, ingiustizie e discutibili accomodamenti tra chi usciva e subentrava nei negozi della Galleria”.

Effetto Tar, a norma di legge per carità. Di spending in spending non si potrebbero di grazie abolire i Tar? Una volta lo accennò Matteo Renzi, tempo fa lo propose Eugenio Scalfari. In fondo è l’unica cosa su cui sono d’accordo e, per questo, questo e quest’altro motivo per dirla con Corrado Guzzanti, sarebbe davvero una grande riforma.