Venezia, affitta a 20mila a settimana, dichiara 70mila l’anno

di Lucio Fero
Pubblicato il 22 Agosto 2016 - 11:34 OLTRE 6 MESI FA
Venezia, affitta a 20mila a settimana, dichiara 70mila l'anno

Venezia, affitta a 20mila a settimana, dichiara 70mila l’anno

ROMA – Venezia è il palcoscenico di una mini (ma neanche tanto mini) tipica storia italiana. La storia di una coppia che affitta una delle sue prestigiose residenze (ne posseggono altre beati loro) a 20mila euro a settimana e dichiara al fisco un reddito di 70mila euro l’anno. E fin qui saremmo, diciamo così, alla normalità della improbabilissima fedeltà fiscale. Ma il bello viene dall’assoluta certezza della coppia di essere molestati dalla Guardia di Finanza, di essere nel giusto, nel loro pieno diritto a fare marameo alle tasse. E il bellissimo, l’incomparabile, viene dalla assoluta, stolida e virtuosissima al tempo stesso, capacità da parte di entrambi di negare l’evidenza.

La storia la racconta Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera. Per prima Stella colloquia con Ilaria Miani “interior designer coccolata dalle riviste di restauro e arredamento che non riesce a capacitarsi”. La Guardia di Finanza che scova e denuncia una magnifica residenza a Venezia affittata al prezzo variabile tra 13 e 25mila euro a settimana ma “sconosciuta a fisco e Comune”.

“Innanzitutto non è una struttura ma è casa mia e di mio marito…c’è un libro sui questa casa…abbiamo fatto un lavoro splendido…”. La signora Miani li tira in lungo sul suo prestigio e sul sul suo lavoro, finalmente: “Gli affitti finiscono sui nostri conti correnti, vadano a vedere la mia denuncia dei redditi”.

“Vada la Finanza sui conti correnti a verificare…Mi si spezza il cuore quando vedo che mi si rovina intorno l’ambiente…C’è tanta gente che mi ama. Sono considerata un mito, soprattutto all’estero…Sono una privata, affitto casa privata, molti non sono clienti ma amici…Ho amici che hanno detto: vogliamo pagare…C’è un libro, sto andando a New York a presentarlo…”.

“Ho anche ville che appartengono alla nostra famiglia e a tutti noi, come qualsiasi disgraziato che oggi deve far quadrare i bilanci, le affitto…”.

Dunque la signora Miani compara se stessa e la sua attività, almeno dal punto di vista economico, a quella di “poveri disgraziati che per far quadrare i bilanci affittano…”. Ne ha di ardire la signora Miani. E proprio non riesce a concepire ad afferrare ciò che il giornalista le chiede a lungo: perché il vostro palazzo in affitto a Venezia è su tutti i siti internazionali di case e manieri in affitto e voi continuate a dire che affittate qua e là qualche stanza di casa vostra? Perché Comune e Fisco non hanno ricevuto alcun riscontro di questa attività?

La signora Miani queste domande la soffocano…”le passo mio marito Giorgio”. “Il comunicato della Finanza al 90% è una balla” è l’esordio di Giorgio. Che attesta e ripete: “Gli affitti vengono regolarmente versati sui nostri conti correnti, noi facciamo affitti occasionali. La tassa di soggiorno non sapevo ci fosse…”.

Poi Giorgio dice la frase chiave di tutta la vicenda: “Nel 2014 ho denunciato al fisco un reddito da 70 mila euro, le pare poco?”. E’ la frase con cui il signor Giorgio intende smontare l tesi della Guardia di Finanza di un “reddito esiguo” a fronte di attività e proprietà della coppia.

Settantamila euro l’anno, le pare poco? A Stella pare, quel che pare a Stella lo scrive: “tre settimane d’affitto a 20 mila fanno settantamila euro denunciati al fisco. Settantamila lordi l’anno con palazzo, ville e case come da parole della signora Miani? Settantamila lordi l’anno con “abbiamo speso 4 milioni per il restauro” come dice il signor Giorgio. Chi ci vuol credere ci creda.

Ma il cuore della italica tipicità della storia veneziana è nelle parole conclusive del signor Giorgio: “Pare sia un delitto fare l’imprenditore, investire, rischiare. Uno si ritrova addosso non solo il fisco ma anche i giornalisti, non capisco questa insistenza…”.

Il signor Giorgio e la signora Ilaria non capiscono. Perché sono fermamente convinti che pagare le tasse sia subire una rapina. Perché sono sicuri che chi muove soldi dovrebbe godere di una sorta di immunità/impunità. Perché dichiarare di vivere con 3000/3500 euro netti al mese tra palazzo in campo San Piero, casa a Roma e altre ville è per loro già una graziosa concessione: milioni di italiani con villa (magari una sola) dichiarano al fisco al massimo 1.500 al mese.