Vitalizi, conduzioni, tavolini, sussidi…diritti acquisiti e/o diritti usurpati

di Lucio Fero
Pubblicato il 26 Settembre 2014 - 15:27 OLTRE 6 MESI FA
Vitalizi, conduzioni, tavolini, sussidi...diritti acquisiti e/o diritti usurpati

Vitalizi, conduzioni, tavolini, sussidi…diritti acquisiti e/o diritti usurpati

ROMA – Lotta per conto suo ed esiste insieme a noi perfino una associazione degli ex consiglieri regionali a difesa dei vitalizi acquisiti. Per vitalizio dei consiglieri regionali si intende quell’assegno fatto di soldi pubblici che ogni mese per tutta la vita incassa chi è stato consigliere regionale per una o anche mezza o anche meno di legislatura.

Una “pensione”, fa specie chiamarla così perché la pensione quella vera si suda, che l’ex consigliere si mette in tasca in una Regione già a 50 anni, in un’altra a 55. Mai devono aspettare i 66 anni come tocca ai lavoratori dipendenti e ora tocca, a 65 anni,  perfino ai membri del Parlamento. Un vitalizio così pensato e pagato è uno schifo e da un po’ ha cominciato a far schifo perfino alla “Casta”.

Quindi deliberazioni di consigli regionali per ridurlo, magari dalla prossima legislatura. O pagarlo solo da una decente età in poi. O farsi ridare indietro un po’ di soldi da chi il vitalizio lo ha intascato anticipato, sì è successo anche questo, per tutta la vita.

Contro questi “attentati” ed “espropri” al vitalizio e ai consiglieri regionali è nata, si è formata ed opera l’associazione che difende e tutela i “diritti acquisiti” della casta del territorio. Qualcuno ha detto trattarsi non di diritti acquisiti ma di diritti usurpati. Usurpati, cioè scippati dalla tasca altrui e blindati dentro la propria tasca. Nel caso dei consiglieri regionali e dei loro vitalizi quale la formula giusta: diritti acquisiti o usurpati? Qui è facile e piace vincere facile: diritto usurpato a stragrande maggioranza il vitalizio. Siamo tutti d’accordo tranne loro. Però non è detto, neanche qui, che si vinca facile: questi sono capaci di ottenere da qualche Tar o magistratura la rigorosa e gelosa tutela del diritto usurpato.

Proviamo un po’ meno facile: e il diritto alle conduzioni? Nelle tv italiane, soprattutto in Rai ma non solo, uno/a giornalista che ottiene la conduzione di un telegiornale, di un segmento di palinsesto, di una rubrica, insomma di qualcosa che sia qualcosa ritiene l’incarico a vita. Ritiene che l’incarico sia un diritto acquisito, a vita. Se provano ad avvicendarlo/a è attacco all’informazione, alla libertà e comunque ai suoi diritti contrattuali. Il bello è che la magistratura del lavoro quasi sempre, anzi sempre, dà ragione al conduttore/conduttrice offeso. Stabilendo una sorta di reintegro/indennizzo, insomma un mix tra i due che si riassume nella formula “incarico e mansione equivalente”.

Diritto acquisito o usurpato? Dai, siamo quasi tutti per il diritto usurpato. Ma mica tutti, a partire da quei magistrati del lavoro che equiparano il lavoro in redazione o nel canale tv a quello nei cantieri edili o in miniera o fosse anche in ufficio. E non d’accordo sono anche molti segmenti di professioni e corporazioni. E non d’accordo sono anche molti umori sindacali. Insomma, appena staccati dal diritto usurpato della Casta politica, al primo diritto usurpato da un pezzo di società civile, un bel pezzo di ceti dirigenti teorizza e pratica che le mansioni e le funzioni professionali in azienda li fa la magistratura e non l’imprenditore. Altrimenti è “discriminazione”. Anche se hai sessanta anni suonati alla conduzione, anche se hai venti anni di meno e la tua conduzione ha fatto flop e pure peggio.

Scendiamo ancora più, non nella gerarchia sociale ma in quella dei diritti. Il tavolino sul marciapiede o sulla piazza del ristoratore o del bar, il tavolino dove far sedere e pagare i clienti, il “tavolino selvaggio” perché mai da nessuno autorizzato ma autorizzato, si fa per dire, dallo stare lì da anni è diritto acquisito o usurpato? Il gestore del tavolino, insomma l’oste o il barista dice che acquisito è il reddito che il tavolino gli garantisce e che, se gli togli il reddito acquisito, lui licenzia e tu mano pubblica che gli togli il tavolino sei infame e autolesionista. Altri osservano che questa è la logica del rapimento con ostaggio: rapisco un pezzo di suolo pubblico e tengo in ostaggio chi lavora per me. Diritto acquisito o usurpato? E qui noi italiani già non siamo più d’accordo, già ci dividiamo. Per chi scrive, usurpato. Ma chi scrive sa che per un bel pezzo d’Italia vale la liberatoria “sto lavorando”. Vale anche se lavorando ti prendi, occupi e fai tuo pezzi della cosa pubblica. Anzi vale soprattutto quando la cosa è pubblica. mangiarsela per mezza Italia la cosa pubblica è diritto naturale oltre che acquisito.

Andiamo proprio nel difficile: diritto acquisito o usurpato i sussidi? I sussidi agli autotrasportatori e agli agricoltori ad esempio e a molti altre categorie. Fanno in tutto decine di miliardi di euro ogni anno. Acquisito o usurpato? L’Italiano risponde sicuro: usurpato se riguarda categoria altra dalla sua. Acquisito invece se riguarda la sua di categoria?

Usurpato o acquisito il diritto del dipendente della Pubblica Amministrazione di fare con i suoi tempi e metodi, ignaro dei tempi e metodi del mondo? Acquisito o usurpato il diritto che vige nelle aule scolastiche e in quelle universitarie della selezione minima, minimissima. Della promozione al 90 e passa per cento dei casi e della laurea più facile che si può perché la possano alla infine prendere tutti altrimenti è discriminazione?

Siamo entrati così nella tempesta, tempesta di opinioni contrapposte. Per non dire della peggiore e più impronunciabile delle domande: acquisito o usurpato il diritto a pronunciarsi su qualunque materia da parte di chiunque anche e soprattutto in assenza di minima competenza? Qui la gran maggioranza risponde: diritti acquisito e siam quindi finalmente giunti a furor di gente agli antipodi dopo l’esordio del diritto a furor di popolo definito usurpato. La verità? Saperla…Il verosimile, il probabile, il verificabile: nelle tasche di ciascun italiano a rovistarci ci trovi in moneta, spiccia o ben più cartacea, diritti acquisiti e diritti usurpati. Ma, siccome sono tutti e tutti insieme nella tasca di ciascuno, non ci piace e non ci fa comodo distinguere. E quindi come cittadini siamo insieme sia incudine che martello nei confronti degli altri. Qui prendiamo bastonate, qui diamo martellate.

Risultato di questo sport di massa, di questo modo di vivere diciamo…civile? Il proliferare dei diritti…negati. Quello ad una scuola ed università contemporanee e competitive dove si misuri e si esalti la fatica dell’apprendere. Quello a vedersi i rifiuti urbani raccolti e smaltiti. Quello a non essere ostacolati, torturati, talvolta ricattati dalla pubblica burocrazia. Quello ad avere un ceto politico che qualche volta sa di cosa parla e , sia pur di rado, dica la verità. Quello di pagare le tasse, sì è un diritto, senza doversele calcolare da soli. Quello di essere aiutati dalla mano pubblica a trovare un lavoro, aiutati a lavorare, non ad arpionare tramite fiocina sindacale un bocconcino di denaro pubblico. Quello a trasporti urbani che urbanamente trasportino….E un sacco, un sacco che neanche quelli di Babbo Natale di diritti negati. Negati perché come va dicendo Giuseppe De Rita a nome del Censis “il noi è sparito, non esiste nesso tra individuo e individuo…”  viviamo nelle nostre individualità, vivi come foglie e rami verdi e vegeti che però non si collegano a nessun albero o pianta. E quindi ineluttabilmente marciscono. Come mostra e dimostra la parabola e quadriglia dei diritti negati, acquisiti e usurpati.