Marilyn Fusco e Maruska Piredda, ai domiciliari le star della Regione Liguria

di Franco Manzitti
Pubblicato il 26 Giugno 2014 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA
Marilyn e Maruska, ai domiciliari le star della Regione Liguria

Marilyn e Maruska, ai domiciliari le star della Regione Liguria

GENOVA – Andavano dall’estetista in taxi, tra una seduta di consiglio regionale e una giunta. Nella pausa caffè facevano un salto da “Intimissimi” e si compravano gli slip di pizzo. Nero, bianco o chissà che colore. Pagava sempre la Regione Liguria, di cui erano consigliere molto ben in vista o anche vicepresidenti della Giunta e potenti assessori. Pagava Pantalone sotto la voce “rimborsi”, un fiume di denaro diviso per i gruppi politici a decine e decine di migliaia di euro, in aggiunta al favoloso stipendio di consigliere, roba, nuda e cruda, senza diarie, appunto rimbosri e voci laterali, di decine e decine di miagliaia di euro.

Le due superstar  portate (con garbo) agli arresti domiciliari per il reato di peculato sono dello stesso partito, oggi polverizzato dagli scandali, l’Idv di Di Pietro, che oggi non c’è più e già dal nome capisci che allure avevano: la Marylin Fusco, quarantenne in erba, avvocato dalla folgorante carriera politica, a partire dal 2007 quando diventa consigliere comunale, capogruppo e sale nel 2010 in Regione, niente meno che vice presidente della giunta di Claudio Burlando e superassessore all’Urbanistica e la Maruska Piredda, la sexy pasionaria delle hostess Alitalia, che De Pietro pesca nel mazzo e regala ai liguri, facendola eleggere nel listino del centro sinistra, capeggiato, sempre da Burlando. Come si fa a resistere alla bella Marylin, tra l’altro la “donna del capo”, cioè di Giovanni Paladini, anche lui all’epoca boss dell’Idv, deputato di Di Pietro, ex potente sindacalista della polizia, ex leader della Margherita genovese e ligure, convolato a nozze quando lui e Marilyn sono all’apogeo della loro carriera? Come si resiste a Maruska, simpatica sindacalista del volo, che paracadutano in Liguria di cui non sa nulla, neppure il nome dell’aeroporto genovese e che capisce subito i meccanismi della manna piovuta non con il paracadute, ma con il fiume di denaro pubblico dei rimborsi.

Quelli dell’Idv devono avere un feeling particolare con le note spese regionali, se anche un personaggio insospettabile come Nicolò Scialfa, ex vicepresidente della Giunta pure lui, dopo che Marilyn era già inciampata nelle inchieste giudiziarie, un professore insigne nei licei, preside delle più importanti scuole liguri, rapito dalla politica in età avanzata, prima in Rifondazione Comunista, poi con Di Pietro, è agli arresti da ben sei mesi per gli stessi reati di peculato, connessi a favolosi rimborsi per una cifra che gira sui settantamila euro: uno sconquasso. E così a due anni dall’esplosione dello scandalo rimborsi in Liguria, dove quasi tutti i consiglieri sono indagati per irregolarità a tal punto che stanno facendo un’azione legale di difesa, una specie di class action per scrollarsi di dosso il fango-rimborsi, quasi l’intero gruppo dell’ex Idv, che oggi si chiama in altri modi o non si chiama, sta agli arresti domiciliari.

E siccome quello era una delle gambe della maggioranza di governo Burlando che regna sulla Liguria dal 2005 e sta per concludere il suo secondo mandato, oggi tutta l’impalcatura trema.

Ma chi se ne frega? In Liguria e sopratutto nel centro sinistra oggi sono tutti impegnati già nella prossima campagna elettorale del 2015 per la quale è già partito uno sprint da Giro d’Italia. C’è una candidata in fuga, un’altra star del consiglio regionale ligure, Raffaella Paita, spezzina, assessore alle Infrastrutture, lanciata in corsa dal presidente Burlando che ha già detto che non si candiderà più. E’ la moglie del presidente dell’Autorità Portuale di Genova Luigi Merlo del quale ha preso il posto in Regione e su un passerella da concorsoi di bellezza non avrebbe nulla da invidiare a Marilyn e a Maruska, mentre politicamente sembra molto più agguerrita.
Infatti è già lanciata verso le Primarie di centro sinistra, con appoggi non da poco: non solo il suo mentore Burlando, ma figure di spicco in Liguria come l’ex ministro e giudice costituzionale Fernanda Contri e l’ex sindaco di Genova Beppe Pericu.

In questa situazione chissenefrega della bella Marilyn, dal fascino corvino e dagli occhi cerulei, si è dimessa da consigliere per difendersi meglio e quindi fa perdere un voto alla già traballante maggioranza di centro sinistra! Oramai il consiglio è un ectoplasma politico, le cui riunioni sono spesso deserte, dove non si elabora altro che la strategia della prossima battaglia elettorale. Sono tutti azzoppati. Perfino il presidente del consiglio, l’ex potentissimo Rosario Monteleone dell’Udc, l’uomo he rinsaldò l’alleanza, schierandosi con Burlando, si è dovuto dimettere per lo scandalo dei rimborsi. A destra, dove la caduta della stella del Ponente, Claudio Scajola, ha provocato una specie apocalisse politico, scosso solo da singoli starnazzamenti dei survivors, nulla si muove.

Deve stare coperto anche il nipotino dell’ex ministro imperiese, anche lui ristetto agli arresti domiciliari a Imperia per la storia Matacena-Caltagirone- Rizzo, il Marco Scajola, figlio di Alessandro, fratello di Claudio, ex vice presidente della Carige, decapitata anch’essa dagli scandali.

Si salvi chi può in Liguria, dove, malgrado gli anniversari di Enrico Berlinguer, in questa situazione nessuno osa parlare di “questione morale”, anche se proprio per questa questione sono caduti come birilli, uno dopo l’altro e adesso una dopo l’altra, due vice presidenti della giunta regionale, un presidente del consiglio regionale, un presidente amministratore della Carige, la banca-Cassaforte, un ex ministro plenipotenziario di Berlusconi, un ex senatore potente come Luigi Grillo, il leader che nel 1994 permise a Berlusconi stesso di far pendere la bilancia in senato dalla sua parte. Mica quisquiglie.

In questo cataclisma di scandali che coprono lo scibile italiano, dalle connessione con la n’drangheta di Matacena con le ruberie dell’Expò di Milano, con gli svuotamenti del patrimonio Carige, fino alla mutanda di pizzo, meglio cancellare tutto, fare ground zero e puntare sulla prossima campagna elettorale, alla quale mancano esattamente undici mesi, nei quali la Regione Liguria può continuare ad affondare, aguzzando lo sguardo solo per scorgere all’orizzonte il rottame della Concordia che dovrebbe essere demolita qui. Forse……