Stamina: Elena Cattaneo, Corbellini e la “dea scienza”. Sentite anche i giudici

di Michele Marchesiello
Pubblicato il 26 Luglio 2014 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Stamina: Elena Cattaneo, Corbellini e la "dea scienza". Sentiamo anche i giudici

Stamina: Elena Cattaneo, Corbellini e la “dea scienza”. Sentiamo anche i giudici

ROMA – Due illustri scienziati italiani, la senatrice a vita Elena Cattaneo e lo storico della medicina Gilberto Corbellini uniscono le loro firme prestigiose per intervenire nel caso ‘stamina’ esortando i giudici ad ‘ascoltare la scienza’ e non ‘tutelare i ciarlatani’.

Il linguaggio usato dai due luminari è assai poco scientifico: ciarlatani, brodaglia, rappresentazione tribale e incivile, inspiegabile delirio dei giudici, intruglio…Come sempre accade, l’emotività linguistica non rafforza gli argomenti – pur validi – che si vogliono difendere, in nome della scienza e della logica.

A leggere l’intervento di Cattaneo e Corbellini sembra – in realtà – che essi vogliano indurre i giudici non tanto ad ‘ascoltare’ la scienza, quanto a ubbidirle supinamente.

La cosa stupisce non poco, in un’epoca nella quale la scienza ha scoperto finalmente la propria fallibilità e appreso – come la filosofia, da cui deriva – la difficile arte del dubbio , conosciuto il rischio continuo, ma fecondo, dell’errore.

E’ bene quindi , anche se forse superfluo, esortare i giudici all’ascolto attento dei risultati offerti dalla scienza, ma non è bene pretendere che essi vi si adeguino supinamente. Vale sempre la pena di ricordare, a questo proposito, come il diritto positivo si sia accodato alla scienza nel dare attuazione alle politiche razziste del nazismo o alle pratiche eugenetiche in voga nella prima metà del secolo scorso.

Ma, insistono i due luminari censurando il Ministro della Giustizia che ha osato timidamente richiamare i principi dello stato di diritto, “ quei princìpi non c’entrano nulla”. Per loro il Ministro avrebbe solo inteso difendere i giudici che, nel loro ‘delirare’, prescrivono l’ignobile intruglio del ciarlatano.

In realtà, lo stato di diritto c’entra eccome e i giudici – pur prestando il necessario ascolto alle parole, non prive di contraddizioni, degli scienziati – hanno un solo padrone cui devono ubbidienza assoluta: la legge, la Costituzione in primo luogo.

Ed è proprio la Costituzione, all’art.32, a stabilire il principio della libertà di cura , per cui nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, ma neppure privato del diritto di sottoporsi a un trattamento che non sia riconosciuto come nocivo per la sua salute né consista in una vera e propria truffa ( il ciarlatano…) organizzata in danno di chi soffre di mali che la scienza non riesce a curare e tanto meno a guarire.
Vale la pena di richiamare una famosa sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che, nel caso U.S. contro Rutherford ( 1979) , pur affermando che non vi è nessuna esenzione, neppure implicita, del malato terminale dalla previa autorizzazione delle autorità sanitarie quanto all’uso curativo di una determinata sostanza, ha tuttavia precisato che

“… per il malato terminale come per chiunque altro, una sostanza è da considerarsi nociva solo se la possibilità che essa provochi la morte o un grave danno fisico non è compensata dalla prospettiva di un beneficio terapeutico”.

Aspettiamo dunque ( giudici, cittadini, sanitari, malati ) che la scienza ci dica , autorevolmente, che le sostanze somministrate dal ‘ciarlatano’ – oltre a non essere ‘approvate’ dalle autorità sanitarie preposte – sono nocive per coloro cui vengono somministrate; quanto ai giudici, spetta a loro – e non agli scienziati – stabilire, in base alla legge, chi sia davvero un ciarlatano che abusa della credulità popolare e delle speranze dei malati.

Sino a oggi, l’Istituto Superiore di Sanità sembra essersi limitato a dire che ‘stamina’ è inutile ma non pericolosa. Ciò che importa è che – alalo stato attuale delle conoscenze e delle sperimentazioni – il metodo venga praticato sotto controllo medico e in adeguate strutture ospedaliere.

Se dietro alla ‘cura’ vi sia un progetto truffaldino , un’associazione a delinquere, una serie di truffe , saranno sempre i giudici – e non gli scienziati – a doverlo stabilire nel caso concreto.