Concorsone scuola, metà bocciati. Prof ignoranti vergogna nascosta

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 4 Agosto 2016 - 12:30 OLTRE 6 MESI FA
Concorsone scuola, metà bocciati. Prof ignoranti vergogna nascosta

Concorsone scuola, metà bocciati. Prof ignoranti vergogna nascosta

ROMA – Concorsone scuola, quello in corso in tutta Italia per portare in cattedra almeno 64mila prof che in gran parte già hanno insegnato, da precari della scuola. Domanda: come è finita la Prima guerra mondiale? Risposta: con la bomba di Hiroshima. Non è una barzelletta e non è un caso limite, è invece il tipo di risposta che nel 30/40 per cento dei casi forniscono quelli che dovrebbero andare in cattedra. Storia, per non parlare di scienze e tecnologie e tecniche. Nelle discipline scientifiche passano l’esame non più del 20/30 per cento dei prof.

Succede ovunque, dalla Lombardia alla Calabria, dal Trentino alla Sicilia. Ovunque e su ogni materia: promossi in lingue straniere il 30% dei concorrenti, una domanda formulata in lingua straniera poi stronca re aspiranti su quattro alla cattedra. Va un po’ meglio, se così si può dire, quando si tratta delle classiche lettere e filosofia e affini ma anche qui il 30/4o per cento non ce la fa. Risultato per ora: la metà dei prof in concorso per una cattedra vine bocciato al primo esame serio della loro competenza e preparazione.

Quella dei prof ignoranti è una tragedia nazionale, una vergogna che si tiene nascosta, una rovina cui hanno collaborato in molti, una sciagura per il presente e per il futuro. Un danno collettivo, una tassa, anzi un enorme pizzo sulla qualità della vita associata e dell’economia. Ma nessuno ama parlare dei prof ignoranti, li abbiamo fatti noi così, li abbiamo voluti noi così, fanno parte integrante, sono pilastro e anima della recessione civica cui abbiamo collaborato.

Buona parte, gran parte di questi prof ha come vero e unico titolo ad insegnare quello di essere in lista di attesa in quanto precario. Come mostrano gli esami, nessun altro titolo e competenza. L’anzianità di servizio da precario è però un valore sufficiente eccome per sindacati, partiti e associazioni, e anche giornali e telegiornali e conduttori tv per andare in cattedra. Precario è valore, ignorante è accidente. Quindi sia dato loro stipendio e cattedra. Questa è recessione civica.

Recessione civica è anche come si è permesso e volto che i prof fossero in gran parte ignoranti. Una pedagogia bugiarda sostiene il percorso formativo non debba trasmettere sapere ma socializzare esperienze. Comincia così, si veste da progresso ed è medioevo. Generazioni di prof vengono allevati all’abolizione di ogni griglia di valutazione e allo sterminio del merito derivante dallo studio e dal sapere. Generazioni di studenti vengono “curati” da genitori sindacalisti dei figli, genitori fieramente ignoranti di molte materie di insegnamento ovviamente, ma che insegnano come si insegna. Generazioni di studenti non imparano a leggere, scrivere, parlare correttamente. Non sono in grado di elaborare un testo o comprenderlo, non leggono un libro, non producono concetti.

Con gli anni questi studenti prendono diplomi senza ostacoli e lauree la cui consistenza formativa è stata azzerata. Diventano prof precari, non sanno esprimersi, concettualizzare, studiare, parlare. Non è colpa loro, non è stato loro insegnato, nessuno ha mai richiesto loro una competenza qualificata. Ora i prof ignoranti vanno in cattedra e la loro impreparazione, inadeguatezza risalta al primo esame. Ovviamente gridano al complotto, l’hanno sentito fare da ogni politico, calciatore, cantante rap, giornalista rimosso…E’ sempre complotto da noi. I prof ignoranti gridano al complotto: ci bocciano perché ci vogliono precari e non in cattedra. Strano complotto quello dove si spendono miliardi per settantamila assunzioni di prof precari per farli restare precari…

Il vero complotto, di fatto anche se involontario, è quello ai danni di chi oggi va a scuola e ci andrà domani. In nome dello stipendio e del posto che al precario non si deve negare si sacrifica la qualità della scuola. Ma è un complotto cui partecipiamo tutti, tutti, qualunque sia la nostra famiglia, gruppo, categoria, condizione sociale sacrifichiamo con convinzione, determinazione e successo ogni forma di interesse generale a quello appunto di gruppo, lobby, categoria…Abbiamo i prof ignoranti che ci meritiamo. La recessione civica la votiamo perfino alle elezioni.