Destra sparita, sinistra impossibile. In quale orto va l’acqua del voto?

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 14 Settembre 2012 - 16:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Che tra sei mesi vadano a votare per Matteo Renzi candidato premier di un Pd “devendolizzzato” e “decamussizzato” è una barzelletta che non fa neanche sorridere, però è certo che la metà buona dell’elettorato che fu di Berlusconi non sa che “Unto” votare a primavera 2013. L’offerta elettoral-politica della destra italiana a settembre 2012 è un Pdl senza capo né coda, indeciso a tutto, tentato da un governo-vendetta anti Monti e contemporaneamente dal suo contrario, il camuffarsi dentro un “montismo dei moderati”, senza Monti s’intende. Con le appendici di una Lega anchilosata nella “ridotta padana” e di uno Storace sempre in orbace. Per chi e per cosa si vota se si vota Pdl? La risposta più scientifica e oggettiva è : boh!

Che tra sei mesi Bersani più Vendola conquistino un solo voto più di quelli della sinistra che tutta insieme fa trenta per cento e che poi facciano insieme e insieme con Casini un governo unito e concorde sul fatto che dopo il giorno viene la notte e viceversa è una favola che fa tristezza. Bersani più Vendola: né più né meno di quel che fu Prodi più Bertinotti. Qualcosa che divisa non sa stare, infatti se Bersani molla Vendola si perde almeno un elettore su tre. Ma che insieme non sa governare volendo insieme su ogni problema il bianco e il nero e affogando regolarmente in cinquanta e più sfumature di grigio.

Vendola che non molla né Di Pietro né i “comunisti”, tanto meno la Fiom. Vendola che non tollera Casini e viceversa e per ottimi e comprensibili motivi: su fisco, debito e spesa pubblica sono agli antipodi. Per non dire quanto siano lontani e diversi sulla questioncella Europa. E il Pd che non tollera Renzi, ma soprattutto non “regge” più Monti. Ma, se la “linea” è quella della Camusso e di Stefano Fassina, se questo è il Pd di governo, potrebbe essere l’Europa a non “reggere” più l’Italia.

Dunque una destra sparita, ha potenzialmente la maggioranza dell’elettorato ma di destra elettorale e di governo ce n’è poca e dispersa. E una sinistra impossibile, per sua stessa vocazione e ammissione, entrambe orgogliose. Nella migliore delle configurazioni del risultato elettorale, la più grande delle minoranze, a sua volta suddivisa in minoranze. La Destra, quelli che non sapevano governare, che hanno fatto disastri di governi ma che una cosa sola sapevano fare: la campagna elettorale permanente e quindi la vittoria elettorale. Questi, gli abbonati alla vittoria, che non vinceranno. E quelli, la sinistra, i candidati alla vittoria, impegnati a renderla improbabile al di là di ogni aspettativa.

E allora, per quale orto va l’acqua del voto degli italiani? Fuori da ogni “orto”, davvero astensione al 35% per cento? Alla fine non sarà così, alla fine andrà a votare tra il 75 e l’80 per cento degli italiani. Allora Grillo for president? Movimento 5Stelle avrà un sacco di consensi ma l’ago si fermerà tra il 10 e il 15 per cento. Quindi qualcuno che non sia Grillo “dovrà” vincere, da qualche parte l’acqua andrà. Sondaggi, ma non ci vuole la “zingara”, dicono che il 30 per cento degli italiani aspetta un’offerta elettorale e di governo che non sia né Pdl né rinnovato “Ulivo” e neanche “Vaffa” di Grillo. Ma questo “orto” è chiuso e non è detto ci sia davvero qualcuno in grado di aprire i canali per irrigarlo.

Certo è che la destra sparita e la sinistra impossibile e perfino il Grillo demolente di loro lavorano eccome se lavorano per questo “orto che non c’è”. Se continuerà a non esserci, tra sei mesi ci si dovrà accontentare di quel che c’è: una destra di cartone, solo chiacchiere e distintivo, oppure una “vaffa” una tantum, oppure la sinistra unita ed impossibile. In ogni caso poco o nulla che somigli a un governo decente dopo la solita brillante, orgogliosa e combattuta campagna elettorale.